Nella primavera del 1612, nel corso di lavori a una vecchia cappella, fu ritrovata la mummia di un soldato crociato. La sorpresa fu grande, poiché della sepoltura s’era persa memoria. La proprietà del fondo era della famiglia Morosini. Così uno dei figli prese la mummia e la collocò nel padiglione estivo oltre il parco della loro grande casa. In breve il corpo disseccato divenne oggetto di curiosità e dileggio. Il giovane organizzava festicciole nelle quali esponeva il macabro trofeo.
La maledizione della mummia
Ma una mattina Morosini scoprì che la mummia aveva cambiato posizione, e rinforzò le chiusure dello stabile. Ma il fatto si ripeté con frequenza. Dopo diverse settimane, il ragazzo decise di trascorrere la notte nella sala. Prima dell’alba accadde un evento straordinario. La mummia si levò dal sarcofago e parlò al giovane: “Sono morto nel disonore, quando in partenza da Venezia per la Terrasanta mi ubriacai, e cadendo in acqua annegai. La mia famiglia, per la vergogna, rifiutò di riportare a casa il mio corpo e da allora questo ha riposato, senza potersi consumare, nella cappella che avete abbattuto. Per conquistare la pace dovrei mettere in atto un gesto eroico, ma ciò non è possibile. Lasciatemi riposare indisturbato. Non venite più durante le ore di oscurità, o pagherete con la vita”.
Una scommessa con la morte
La notizia di questo fatto sconcertante fece il giro della città, finché un amico del Morosini non lo convinse a fargli passare lì la notte, poiché aveva scommesso che vi sarebbe riuscito. Il giovane si accinse così a trascorrere l’intera nottata in compagnia del crociato, mentre fuori della porta un servo faceva buona guardia. Ma ad un certo punto la figura umana dalla pelle incartapecorita scese dal sacello e mosse verso l’ospite indesiderato. Questi si precipitò verso la porta e bussò per farsi aprire. Ma il servo dormiva, e non sentì quei primi richiami.
La sepoltura
Urlando, col crociato che ormai gli aveva già stretto le mani attorno al collo, il giovane picchiò sull’uscio coi pugni. Quando il servitore gli aprì, svenne ai suoi piedi. Nella mattinata, entrato nella sala, Morosini trovò il crociato col viso contratto in una smorfia di rabbia e dolore. Si dice che segretamente egli abbia fatto seppellire la mummia nella chiesa di San Barnaba. Da allora, proprio in quel campo, il crociato fa saltuariamente la sua apparizione in cerca di un gesto onorevole da compiere.