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Le antiche leggende sulla Donna Onesta a Venezia

leggende donna onesta

Nella zona dei Frari c’è una delle tante denominazioni davvero particolari esistenti a Venezia. Quella della calle al ponte, del ponte e della fondamenta di Donna Onesta. Due le leggende che stanno alla base di un appellativo così singolare.

Leggende sulla Donna Onesta: di pietra, cortigiana…

La prima parla del passeggiare, un giorno, di due amici proprio sul ponte in oggetto. I due stavano dibattendo da alcuni minuti sull’onestà delle donne, quando uno – evidentemente il più disincantato in materia – chiese all’altro: “Sai tu qual è veramente la più onesta tra le donne? Quella che vedi là”. E così dicendogli gli additò la piccola testa di donna scolpita in pietra innestata nel muro sopra una casa vicina. A dire la verità, tra le dicerie vi è anche quella che qui abitasse una cortigiana la cui abitazione poteva essere raggiunta da una scala nascosta, e che praticava prezzi non troppo alti (“onesti”, dunque).

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Il viso femminile di pietra

…o moglie fedele?

Ma più accattivante ancora è la storia, che riguarda invece la virtù di una sposa. Abitava in una di queste case una bella popolana, Santina, originaria di Murano, moglie del maestro spadaio Battista. Di lei si era invaghito Marchetto Rizzo, un giovane patrizio che, pur di introdursi in casa dello spadaio e di sedurne la moglie, aveva commissionato all’uomo un piccolo pugnale, all’epoca chiamato misericordia. Più volte il giovane era passato a chiedere se non fosse pronto l’oggetto commissionato, avendo l’accortezza di salire in casa quando il marito fosse assente. Mai però Santina aveva ceduto alle lusinghe del Rizzo. L’ultima volta la misericordia era pronta, e non avendo il patrizio altro pretesto per farsi vedere ancora dalla donna, l’assalì e la violentò. Perso l’onore, e non volendo sopravvivere alla vergogna, la bella Santina afferrò il pugnale che il marito aveva approntato per il giovane e con quello disperatamente si uccise.

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Il pugnale “Misericordia”

Un altro finale

Tutt’altro epilogo ci offre una versione alternativa, che racconta come l’onore della donna sia stato invece salvato da un amico dello spadaio, Zuane Bareter, che insospettito dall’assiduità delle visite di Marchetto Rizzo, lo sorprese proprio mentre questi stava sopraffacendo Santina, e lo colpì con la stessa arma che il patrizio aveva ordinato. A suffragare quest’ultima versione, il fatto che storicamente un tale Zuane Bareter sia stato condannato al bando per sei mesi, nel 1490, per il ferimento del nobile Marchetto Rizzo. E poi, anche l’ipotesi suggestiva che calle de l’Amor degli Amici, a San Tomà (a poche centinaia di metri) prenda nome dal fatto che qui Zuane avesse la propria bottega.

 

In copertina: photo credit La Camelia Collezioni

Le antiche leggende sulla Donna Onesta a Venezia ultima modifica: 2018-02-08T11:38:22+01:00 da Alberto Toso Fei

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