Tesori dei Moghul e dei Maharaja in mostra a Palazzo Ducale – itVenezia

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Tesori dei Moghul e dei Maharaja in mostra a Palazzo Ducale

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Una mostra, mille tesori. Ricorda la grotta delle meraviglie il raffinato e azzeccatissimo allestimento di una delle più belle e preziose mostre ospitate nelle sale monumentali di Palazzo Ducale. Fa da scenario a questo straordinario viaggio nell’universo dell’oreficeria indiana – dal XVI secolo ai giorni nostri – la gloriosa Sala dello Scrutinio. Un ambiente altamente suggestivo per accogliere i gioielli della Collezione Al Thani.

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Un prezioso gioiello divenuto il simbolo della mostra

I tesori del misterioso Oriente

Tesori dei Moghul e dei Maharajamette in mostra quasi 300 oggetti raccolti da Sua Altezza Reale lo sceicco Hamad bin Abdullah Al Thani. Un membro della famiglia reale del Qatar che – per la prima volta in Italia – ha dato a Venezia l’opportunità di far ammirare questi preziosi unici e straordinari. Proprio a Venezia, città di legami antichi con il lontano Oriente, di rotte mercantili e rapporti commerciali che consentivano l’arrivo in Occidente di merci pregiatissime. Certamente le spezie, ma anche tessuti, profumi, gemme di valore inestimabile. Venezia era il primo importatore di diamanti in Europa (a parte quelli di epoca romana), leader – fino a tutto il Seicento – nella lavorazione delle pietre.

Atmosfera perfetta dunque a Palazzo Ducale per immergersi in uno scrigno di oggetti dal valore inestimabile. Cinque secoli di bellezza e maestria artigiana a partire dall’epoca dei Moghul (al potere in India dal XVI secolo) fino ai grandi maharaja. In una terra ricchissima di gemme e pietre preziose, dove i gioielli non erano solo ornamento ma anche rappresentazione di casta, terra d’origine, status civile ed economico.

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Il diamante Occhio dell’Idolo di oltre 70 carati

I diamanti e le pietre preziose

Escono dallo scrigno, per prime, le pietre preziose. Occasione, forse unica, per ammirare due diamanti universalmente noti. L‘Occhio dell’idolo, il più grande diamante blu tagliato del mondo. E Arcot II, uno dei due diamanti donati alla regina Charlotte – moglie di re Giorgio III – da Muhammad ‘Ali Wallajah di Arcot. Provengono entrambi dalle leggendarie miniere di Golconda. Questi pietre cariche di storia aprono un percorso fatto di gioielli indiani ricchi di smeraldi, spinelli (una pietra simile al rubino), alcuni con la particolarità – rara – di essere incisi con i nomi e i titoli dei sovrani che li possedevano.

In mostra anche coppe e ciotole in cristallo di rocca e giada. La giada è considerata dalla cultura islamica pietra propiziatoria di vittoria. Armi come il pugnale di Shan Jhan che riporta sulla lama i titoli dell’imperatore, mentre l’elsa in giada ha la forma della testa di un giovane. Manufatti come lo splendido set da scrittoio in oro massiccio tempestato di pietre preziose. Oggetti con raffinate decorazioni a smalto che confermano il dialogo con la cultura europea fin dal Rinascimento, quando proprio la smaltatura era tipica dell’arte delle corti occidentali.

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Un pavone in smalto, oro, platino e diamanti

Un viaggio tra Oriente ed Europa

Ed è proprio con l’Europa che questo dialogo – mai interrotto -si consolida dalla fine dell’Ottocento con una serie di lavori commissionati a rinomate maison occidentali. Prima fra tutte Cartier. In mostra uno straordinario girocollo di rubini (Cartier). Un meraviglioso occhio di tigre (diamante color oro montato per adornare un turbante, Cartier). Una collana déco impreziosita da rubini (Cartier). La straordinaria piuma di un pavone in smalto, oro, platino e diamanti (Mellerio detto Meller). Fino ad arrivare al contemporaneo, con la presentazione di gioielli indiani ed europei (Cartier, Viren Bhagat, Jar) ispirati alla tradizione indiana.

La mostra resterà aperta fino al 3 gennaio 2018.

Per maggiori informazioni clicca qui.

Tesori dei Moghul e dei Maharaja in mostra a Palazzo Ducale ultima modifica: 2017-11-15T11:43:47+01:00 da Cristina Campolonghi

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