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STORIA

Venezia e la battaglia di Lepanto: la storia, gli intrecci politici, il futuro del Mediterraneo

Venezia e la battaglia di Lepanto

La battaglia di Lepanto (al largo del Golfo di Corinto il 7 ottobre 1571) tra le forze alleate del mondo cristiano e l’impero ottomano è il primo grande scontro che vide vincitori gli stati cristiani contro i turchi. Gli “infedeli” minacciavano da secoli le colonie e i possedimenti europei nel medioriente. Inoltre avevano vissuto una straordinaria crescita dalla caduta di Costantinopoli in poi (1453). La Lega Santa che si formò per combatterli voleva porre un freno alla loro espansione. E sopratttutto riprendere il controllo del Mediterraneo. All’interno del comparto cristiano Venezia era una delle principali protagoniste e per diversi motivi. Scopriamo di più sulla rapporto tra Venezia e la battaglia di Lepanto.

Venezia e la battaglia di Lepanto

Un dipinto anonimo che ritrae la battaglia di Lepanto

Venezia e la battaglia di Lepanto: l’importanza per la città

Il rapporto di Venezia con il mare è sempre stato strettissimo. Per secoli ha avuto il controllo delle principali rotte marittime del Mediterraneo, ha creato colonie lungo le coste dei territori che si affacciano sul suo bacino e favorito scambi, di merci, persone e idee, tra Nord e Sud Europa, garantendo tollerenza e libertà di pensiero eccezionali per i tempi. Ha messo a disposizione le navi per pellegrini e crociati diretti in Terra Santa. Ha contribuito a combattere i nemici della fede e del modo di vivere cristiano. La battaglia di Lepanto per Venezia è stata la  più grande vittoria navale della sua storia.

Ancora oggi a ricordare la battaglia c’è una strada a Venezia, il Calle del Tedeum. Fu chiamato così, infatti, perché con un Te Deum era stata festeggiata la vittoria nella vicina Chiesa di Santa Giustina non appena arrivata la notizia.

Venezia e la battaglia di Lepanto: dalla storia all’arte

Per celebrare questo momento storico, tantissimi artisti hanno dedicato le loro opere alla battaglia. L’hanno raccontata attraverso le luci, le ombre e i colori dei loro dipinti. Se vuoi immergerti nel passato e farti emozionare da questi capolavori alcuni si trovano proprio a Venezia. Nella sala del Collegio del palazzo Ducale è esposto il quadro di Paolo Veronese. Raffigura non solo la battaglia (metà inferiore) in pieno svolgimento, affollata di navi, soldati e armamenti, ma anche l’allegoria dello scontro nella metà superiore. Qui si trovano diversi personaggi. La Vergine e i santi, tra cui il patrono della città, San Marco, che si riconosce per il leone che lo accompagna, sono di fronte a una figura vestita di bianco, simbolo di Venezia, che implora la salvezza e la vittoria.

Sempre nello stesso palazzo, ma questa volta nella sala dello Scrutinio, si trova l’enorme dipinto di Andrea Vicentino. Il quadro rappresenta in modo iconografico la battaglia, in un trionfo di scene dettagliatissime e centinaia di personaggi.

Venezia e la battaglia di Lepanto

Gli schieramenti davanti al Golfo di Corinto quel fatidico 7 ottobre 1571

Venezia e la battaglia di Lepanto: le navi

Venezia partecipò alla Lega Santa, così si chiamava lo schieramento cristiano che si oppose ai turchi e che si era raccolto sotto il vessillo di Pio V, con 109 galere e 6 galeazze. Se le prime erano delle navi abbastanza usuali nelle flotte del tempo, le galeazze furono l’arma vincente in mano ai cristiani. Molto più grandi, armate e corazzate delle galee comuni, sembravano più vascelli da carico che navi da guerra, ma ne bastarono solo 6 per cambiare le sorti della giornata in favore dell’armata cristiana.

Messe davanti al resto delle navi come esca, furono le prime ad aprire il fuoco con i loro armamenti pesanti e molto più distruttivi delle armi usate allora dai turchi (che pagarono cara l’arretratezza tecnologica della propria flotta). L’altezza delle galeazze, insieme con la fila di cannoni che le proteggeva le rendeva praticamente impossibili da abbordare. Inoltre il comandante della flotta veneziana, Sebastiano Venier, Duca di Candia e massima autorità veneziana della flotta (il titolo era “general de mar”), cui va la maggior parte del merito della vittoria, decise di sostituire quasi tutti gli spadaccini a bordo. Al loro posto mise gli archibugieri, che aumentarono il danno inflitto ai nemici.

Le galeazze riuscirono a distruggere o danneggiare pesantemente 70 navi turche e a scompaginare la flotta nemica.

Venezia e la battaglia di Lepanto

Le galeazze, l’arma segreta della flotta veneziana

Venezia e la battaglia di Lepanto: i fatti

Gli schieramenti che si opposero in quella fatidica giornata vedevano da una parte i cristiani e dall’altra gli ottomani. I primi erano in realtà una coalizione abbastanza variegata. Comprendeva Spagna, Stato Pontificio, Spagna, la Repubblica di Genova, il Granducato di Toscana, il Ducato d’Urbino, il Ducato di Parma, la Repubblica di Lucca, il Ducato di Ferrara, il Ducato di Mantova e il Ducato di Savoia. Oltre naturalmente alla Repubblica di Venezia. In tutto gli uomini coinvolti furono 30 mila e oltre 8 mila i cannoni. Alla fine della battaglia ci furono circa 7.500 morti e 15 navi perse nella compagine cristiana e  25.000 morti, 30 galere affondate e 100 catturate da parte turca.

La ragione immediata del conflitto sta nellassedio da parte dei turchi della città di Famagosta, a Cipro, colonia veneziana dal 1480. Nonostante la difesa accanita da parte dell’esercito guidato da Marcantonio Bragadin e Astorre Baglioni, la città aveva dovuto arrendersi. Bragadin stesso fu torturato e ucciso barbaramente. Ma questa fu solo la causa scatenante. In realtà il contesto più ampio vedeva da anni il contrasto tra turchi e cristiani per il controllo del Mediterraneo. Ed erano stati i turchi, fino ad allora, a dominare negli scontri armati.

Venezia e la battaglia di Lepanto

La casa del Venier, comandante delle forze veneziane e futuro doge cui si deve la vittoria a Lepanto

Venezia e la battaglia di Lepanto: gli uomini

Tra i grandi protagonisti della battaglia di Lepanto ci sono sicuramente i veneziani. Il futuro doge Sebastiano Venier, alla veneranda età di 75 anni, fu l’uomo chiave dello scontro. Lungimirante per la scelta di armare e usare le galeazze, pesarono per la sua esperienza e capacità strategica. Oggi le sue spoglie, che in origine erano conservate a Murano, si trovano nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, proprio vicino alla Cappella del Rosario costruita in memoria della battaglia. A ricordarlo anche la sua casa, che si può sncora vedere in Campo Santa Maria Formosa.

Il comandante Agostino Barbarigo era invece a capo dell’ala destra dello schieramento. Fu la prima a essere interessata dalla battaglia perché i turchi cercarono di penetrare la flotta nemica sfruttando la loro superiorità numerica da quel lato. Combattè con valore, ma fu ferito a un occhio e morì due giorni dopo la vittoria.

Venezia e la battaglia di Lepanto: la storia, gli intrecci politici, il futuro del Mediterraneo ultima modifica: 2017-03-13T12:22:22+01:00 da Giulia Gagliardi

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