Il tesoro di Bisanzio alla Marciana, la fine di un Impero

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Il tesoro di Bisanzio alla Marciana, la fine di un Impero

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C’è un’ icona, tardo-bizantina, che raffigura la Madre di Dio in atto di intercessione. Emblematico il titolo, “Speranza dei senza speranza”. A essere senza speranza era l’impero di Bisanzio, in lotta – a cavallo tra Trecento e Quattrocento – con l’espansione ottomana a cui avrebbe definitivamente ceduto nel 1453.  Questo straordinario oggetto è il protagonista di una mostra rara e preziosa ospitata fino al prossimo 5 marzo 2019 nel Salone della Libreria Sansoviniana della Biblioteca Nazionale Marciana.

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Reliquiario di Trebisonda, Tesoro, basilica di San Marco, Venezia

La fine di Bisanzio e i suoi tesori

Gli ultimi giorni di Bisanzio.  Splendore e declino di un impero è il risultato di una cooperazione tra il Museo Diocesano di Munchen-Freising e la principale biblioteca della città lagunare, con l’idea di ripercorrere gli ultimi decenni di un glorioso impero giunto ormai alla fine dei suoi giorni. Prima di questa volta, la cosiddetta “Icona di San Luca” (questa l’opera d’arte cuore della mostra) era arrivata a Venezia più di sei secoli fa. L’occasione era stato il viaggio intrapreso tra il 1399 e il 1403 dall’imperatore Manuele II Paleologo al fine di ottenere sostegno militare da parte degli stati occidentali. Un viaggio diplomatico che era una richiesta di aiuto, in cambio del quale Manuele II Paleologo portava molti oggetti preziosi e di estremo valore da donare ai potentati europei. Fra questi doni, anche l’icona di San Luca. Prima tappa a Venezia, ponte tra Oriente e Occidente, partner politico, commerciale e culturale fondamentale per la città di Costantinopoli, fino ai suoi ultimi giorni. Proprio a Venezia cominciò il viaggio di Manuele II e della preziosa icona.

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Vessillo Bizantino

Venezia e Bisanzio

Otto le sezioni della mostra, introdotte da un cortometraggio che racconta la drammatica situazione di Bisanzio nei suoi ultimi anni e dai ritratti dei due protagonisti, Manuele II Paleologo e il suo avversario ottomano, il sultano Bayezid I. Sovrano colto, uomo di lettere e di esperienza politica il primo, brillante stratega il secondo. Carte geografiche dell’epoca presentano Costantinopoli e Venezia, punti di partenza e di approdo dell’imperatore nel suo viaggio in Europa. Si tratta di due tra le primissime rappresentazioni di queste città. Da Venezia Manuele si recò poi a Milano, Parigi, Londra con i suoi doni preziosi, alcuni dei quali – due reliquiari – presenti in mostra. L’icona di San Luca fu donata ad uno degli uomini più ricchi e potenti del tempo, Gian Galeazzo Visconti. Passò poi ai veronesi della Scala e venne infine donata nel 1440 da Nicodemo della Scala, vescovo di Freising, al duomo della città. Qui, nel 1624, fu collocata in un altare d’argento smaltato.

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Freising, Icona Di San Luca

Le icone alla Biblioteca Marciana

Merita un cenno particolare quella che i curatori hanno definito la“galleria delle icone” dove, oltre alla già citata, sono esposte un’icona cretese di inizio Quattrocento, importanti icone mariane come la Odigitria, la Glykophilousa e la Madonna Agiosoritissa. Così come l’Acheiropoieton, immagine di Cristo che, secondo la tradizione, non fu prodotta da mani d’uomo. Significativo il manoscritto dello stesso imperatore Manuele “Dialoghi con un musulmano”, reso famoso per una citazione di papa Benedetto XVI nel suo dibattuto discorso del 2006 all’università di Ratisbona. La lunga tradizione degli stretti rapporti tra Bisanzio e Venezia è testimoniata anche da oggetti di estremo valore realizzati a Bisanzio e arrivati in laguna in epoche diverse, fra cui cinque inestimabili legature per libri liturgici della Biblioteca Marciana stessa.

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Il tesoro di Bisanzio alla Marciana, la fine di un Impero ultima modifica: 2018-12-19T11:38:48+01:00 da Cristina Campolonghi

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