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Giacomo Casanova: miserie e splendori di uno dei figli più noti di Venezia

Giacomo Casanova

Giacomo Casanova

Fu libertino, scrittore, imprenditore, inventò la lotteria, corteggio nobili, suore e schiave, girò in lungo e in largo per l’Europa (con una particolare predilezione per Parigi). Fu anche diplomatico, segretario di cardinali, alchimista e agente segreto. Giacomo Casanova è uno dei personaggi più poliedrici e complessi del Settecento italiano, che ebbe tantissimi ruoli nella sua vita, il cui nome divenne sinonimo di seduttore e playboy, ma che fu in tante cose un figlio del suo tempo.

giacomo casanova

Un ritratto di Giacomo Casanova, famoso come seduttore, ma la cui storia rivela molto di più.

Conosciamo bene la sua storia grazie alla biografia che ci ha lasciato. Scritta un francese, una sorta di lingua comune per l’Europa del tempo per poter parlare al pubblico più ampio possibile, è un resoconto di una vita molto movimentata, fatta di avventure, amori e momenti bui. Quanto la biografia di Casanova (“Storia della mia vita”) sia una fedele ricostruzione della sua vita e quanto ci sia di romanzato in essa è da sempre controverso. Rimane in ogni caso una lettura piacevole. E soprattutto un documento eccezionale di un’epoca vista anche nei suoi aspetti più minuti e quotidiani. Quelli che la storia con la s maiuscola di cui raccontano i manuali trascura.

Giacomo Casanova: alcuni fatti della sua vita

Le origini di Casanova sono umili. I suoi genitori erano due attori. La madre ebbe ben più successo del padre, tanto da essere citata anche da Goldoni. Leggenda vuole che in realtà il vero padre di Casanova fosse un gentiluomo, tal Michele Grimani. I Grimani erano proprietari del teatro dove i suoi genitori lavoravano. A dar credito a questa voce il fatto che la famiglia Grimani aiutò più volte Casanova e lo protesse in varie occasioni. Incluse le volte in cui fu incarcerato.

Casanova visse a Venezia per i primi 9 anni di vita. Dopo fu mandato a Padova a studiare e frequentò l’Università di diritto, anche se non sappiamo se si laureò. In città tornò da adulto. Dopodiché ebbe diversi incarichi come segretario che lo portarono in Calabria, a Napoli, Roma e Ancona. Interessante notare che a 16 anni ricevette gli ordini, perché essendo figlio di una famiglia di bassa estrazione sociale la carriera ecclesiastica era considerata una delle poche possibilità per guadagnarsi un migliore posto nel mondo. Era già però un giovane brillante e galante, con una vasta cultura, una conversazione che incantava e un forte interesse verso le donne. E diventare un servo della Chiesa non era per lui.

Rientrato di nuovo a Venezia, si ritrovò a mantenersi suonando il violino. La sua sorte però cambiò quando salvò la vita al nobiluomo Matteo Bragadin. Questi lo tenne sotto la sua protezione fino alla morte adottandolo come figlio e dandogli una rendita a vita. Lasciò poi di nuovo la città e visse per lo più a Parigi, per tornare a Venezia e, nel 1755, essere incarcerato ai Piombi, evadere l’anno dopo e non rivedere più la sua città natale per 20 anni.

Giacomo Casanova: in viaggio per l’Europa e gli ultimi anni

Questi 20 anni furono spesi a peregrinare per l’Europa, con una certa predilezione per Parigi. Ma andò anche a Madrid, Londra, Vienna, Berlino, San Pietroburgo, nei Paesi Bassi, in Svizzera e in Polonia. Di solito in ogni città riusciva a farsi precedere dalla sua fama di brillante conversatore, uomo di vasta cultura e che aveva visto il mondo. Grazie anche alle lettere di presentazione di amici e protettori, riuscì sempre a trovare un’occupazione. Oltre agli appoggi e alle porte aperte dei salotti più importanti del tempo. Incontrò anche personaggi di fama come Voltaire e Mozart e teste coronate come il re Federico di Prussia e l’imperatrice Caterina II di Russia.

Gli ultimi anni di Casanova furono difficili. Ebbero un discreto inizio in cui si mantenne con i suoi scritti grazie alle amicizie e alla fama che aveva accumulato. Ma ben presto fu di nuovo costretto all’esilio da Venezia. Questa volta era definitivo e causato da un libello che sbeffeggiava un nobile veneziano. Arrivò a Dux, in Boemia, dove fece da bibliotecario per un conte. Da lì vide crollare il mondo che aveva conosciuto. La Rivoluzione Francese distrusse il sistema di potere concentrato nelle mani di re assoluti e di un gruppo ristretto di nobili che lui, nonostante l’origine umile, aveva sostenuto. Morì dimenticato a 73 anni.

Giacomo Casanova: l’arresto

Giacomo Casanova fu arrestato più volte nel corso della sua vita. Le accuse potevano essere svariate. Ma tutte erano riconducibili a comportamenti considerati irrispettosi della morale e dell’ordine costituito.

La prima fu al rientro da Venezia dopo gli studi e durò solo un paio di mesi, nel Forte di Sant’Andrea. Le cause rimangono sconosciute.

La seconda avvenne nel 1755, quando fu portato ai Piombi, considerato un carcere di massima sicurezza nel sottotetto del Palazzo Ducale. Anche se le condizioni di vita dei prigionieri erano orribili ai tempi, i prigionieri dei Piombi godevano di qualche privilegio. Per esempio la pulizia delle celle, l’assistenza medica, un’ora d’aria (nel corridoio) e la possibilità di ricevere oggetti e cibo da fuori. Sicuramente meglio dei Pozzi, che erano sotto il livello del mare e si allagavano periodicamente.

Le accuse all’epoca non erano notificate al prigioniero, nè la lunghezza della pena (5 anni). Comunque è probabile fossero legate a comportamenti ritenuti sconvenienti, come affermazioni in materia religiosa non ortodosse, possesso di libri proibiti o tentativi di ottenere protezione e favori dai nobili con mezzi non leciti. Non ultimo il suo atteggiamento in ambito amoroso, e in particolare la sue relazioni con donne sposate. Sotto sotto, ebbe un peso anche l’adesione alla Massoneria, cui si era affiliato durante il suo viaggio verso Parigi, e che era considerata una forza pericolosa.

Nella sua vita finì in prigione ancora una volta, per debiti. Aveva tentato di impiantare una fabbrica di stoffe che non ebbe successo in Francia. A Madrid fu incarcerato per un paio di giorni per aver portato con sè armi senza essere autorizzato.

Giacomo Casanova

I Piombi, considerata la prigione di massima sicurezza di Venezia. Qui di solito finivano li oppositori politici. Ospitò Casanova per 15 mesi, prima della fuga.

Giacomo Casanova: la fuga dai Piombi

Quali che fossero i capi di imputazione, Casanova non li sapeva, né aveva idea di quanto tempo sarebbe durata la prigione. Per questo organizzò la sua fuga. Il primo tentativo andò in fumo, il secondo invece riuscì. Lui stesso racconta che sfruttò un passaggio fatto nel soffitto da un suo compagno di prigionia, tal frate Marino Balbi, per issarsi fino nelle soffitte. Rientrato nel palazzo da un abbaino rimasto aperto scese fino al portone. Qui fu notato da un passante che pensò a qualche visitatore rimasto chiuso dentro. Così i guardiani aprirono e lui fu libero. Potendo contare su amici e appoggi, la fuga fu rapidissima e Casanova si allontanò subito da Venezia. Passando per Monaco e Strasburgo arrivò a Parigi, dove si fermò.

Tutto questo egli lo racconta nella “Storia della mia fuga dai piombi”. Si tratta di una versione romanzata della vicenda, che contribuì a creare la leggenda di Casanova, visto che era considerato impossibile fuggire da quella prigione.

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La rocambolesca fuga di Casanova fu resa possibile anche dalla complicità di alcuni amici. Questi prepararono una gondola con cui allontanarsi rapidamente dai pressi della prigione.

Giacomo Casanova: i luoghi a Venezia

Per ripercorrere oggi i momenti fondamentali della vita di Giacomo Casanova e scoprire i suoi legami con la città, ci sono alcuni luoghi assolutamente da visitare:

  • la via dove era la casa in cui nacque. All’epoca si chiamava Calle della Commedia, oggi è Calle Malipiero. Lì vicino si trova anche la chiesa di San Samuele, dove fu battezzato;
  • i Piombi, all’interno del Palazzo Ducale, dove fu prigioniero per 15 mesi e da cui fuggì in modo rocambolesco. Oggi le due stanze che formavano la sua cella sono state ricostruite. Si possono visitare prenotando uno degli Itinerari Segreti di Palazzo Ducale;
  • la sua ultima casa a Venezia, che si trova in Calle Barbarìa delle Tole, civico 6673. L’appartamento è al terzo piano, subito sotto le soffitte.
Giacomo Casanova: miserie e splendori di uno dei figli più noti di Venezia ultima modifica: 2018-07-03T08:37:23+02:00 da Giulia Gagliardi

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