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La Madonna dell’Orto, il diavolo e il Tintoretto

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Facciata

Reprobo era l’uomo forzuto che sulle sue spalle portò Gesù dall’altra parte di un fiume. Da allora venne denominato Cristoforo, ovvero il “Cristo portatore”. Per coloro che percorrono le vie d’acqua, nel 1355 la Serenissima dedicò una chiesa a questo santo. Non trascorsero vent’anni che “San Cristoforo” divenne per tutti la chiesa della “Madonna dell’Orto”, il futuro tempio del Tintoretto.

Nell’attiguo convento vi si trasferirono nel 1461 i canonici regolari provenienti dall’isola di San Giorgio in Alga. Questi monaci, detti i “Celestini”, strinsero ottimi rapporti con il Tintoretto che abitava proprio a pochi passi dalla chiesa di San Cristoforo, ora nota per essere anche il tempio del talentuoso pittore.

 

La facciata e la mano del diavolo

Il campanile della Madonna dell’Orto

Lontano da piazza San Marco e dal ponte di Rialto, svetta l’alto campanile dalla caratteristica cupola in mattoni. Dal sagrato della chiesa, che conserva ancora l’antica pavimentazione in cotto, i passanti avvinti ed affascinati indicano quella che potrebbe essere la statua dell’apostolo Mattia.

La narrazione tradizionale racconta che lo scultore Paolo dalle Masegne fosse un adoratore del demonio e che quando realizzò le statue dei dodici apostoli per la facciata della Madonna dell’Orto, scolpì quella di Giuda per mano del diavolo. In quel tempo si usava infatti rappresentare l’apostolo Mattia e non Giuda il traditore.

Quando si tenne la messa per la consacrazione delle statue era presente anche Isabella Contarini, una giovinetta dotata di poteri speciali. La ragazzina riconobbe ed affrontò Satana nella figura del Dalle Masegne. Il chierico che notò la scena, spruzzò immediatamente dell’acqua santa verso i due, lo scultore cadde a terra tramortito, il cielo si oscurò e si spensero tutte le candele. Quando tutti si ripresero, la statua non raffigurava più Giuda ma Mattia. Questa statua celerebbe una delle trenta monete d’argento che Giuda ricevette per il tradimento di Gesù.

La Madonna dell’Orto, il tempio di Tintoretto

Statua della Madonna dell’Orto

Su commissione del parroco di Santa Maria Formosa, lo scalpellino Giovanni De Santi sbozzò una statua della Vergine Maria con il Bambino. La statua ancora grezza venne rifiutata, tanto che l’autore la depositò nel suo orto. Ma presto si notarono degli strani bagliori provenienti dalla statua, la voce si sparse velocemente e l’orto dello scultore divenne meta di pellegrinaggio.

Su pressione delle autorità, il De Santi vendette la sua opera alla Scuola di San Cristoforo dei Mercanti da poco costituita. Chiese ed ottenne 150 ducati più il diritto di essere sepolto ai piedi della sua statua (spostata in secondo tempo nella cappella di San Mauro) e che fosse quotidianamente celebrata una messa per la sua anima. Il 18 giugno del 1377 la statua venne trasportata a San Cristoforo. Giovanni De Santis scolpì su di un architrave un Bambino Gesù in braccio della Madonna, che sorregge un cartiglio che così riporta:

 “Abie in mente fra de dir ognio di una mesa per lanema de quelo che mise mia mare qua”.

L’architrave, sulla porta che un tempo conduceva al monastero, è un promemoria per i monaci che avrebbero dovuto ricordarsi del loro perenne impegno. Nel 1414 il Consiglio dei Dieci deliberò che la chiesa venisse denominata “Madonna dell’Orto”. Ci sono molte altre chiese dedicate alla Madonna dell’Orto. Fra le tante, quella di Roma del 1567, quella di Chiavari del 1613 e quella di Castellammare di Stabia del 1580.

La Presentazione della Vergine al Tempio del Tintoretto

Presentazione della Vergine al Tempio del Tintoretto

Il Tintoretto abitava in fondamenta dei Mori, nell’abitazione di proprietà del suocero Marco dei Vescovi, vicino alla Madonna dell’orto. Tra il 1548 e il 1556, Jacopo Robusti dipinse la tela raffigurante la Presentazione della Vergine al Tempio, dove la figura che maggiormente attira l’attenzione è la donna in primo piano che indica alla bambina la giovane Maria. La donna e la bambina si dice siano rispettivamente la cortigiana, amante del Tintoretto, e la loro figlia Marietta detta anche la Tintoretta, tanto amata dal padre e scomparsa quando aveva solo trent’anni. Il Tintoretto dipinse questo quadro per 5 scudi, 1 botte di vino e 2 stare di farina. Aveva solo 29 anni e quest’opera diverrà cinquant’anni dopo fonte di ispirazione per il Caravaggio.

Il Sepolcro del Tintoretto

All’interno della chiesa della Madonna dell’orto, una semplice lapide copre la tomba di famiglia di Marco dei Vescovi. Con lui riposano il Tintoretto con i figli Domenico e la prediletta Marietta.

La Madonna del Bellini

Nel 1993 fu trafugata da questa chiesa una Madonna di Giovanni Bellini, già precedentemente più volte rubata ma poi recuperata.

La Madonna rubata del Bellini

La Madonna dell’Orto, il diavolo e il Tintoretto ultima modifica: 2019-05-31T14:50:34+02:00 da Franco Corè
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La Madonna dell’Orto, il diavolo e il Tintoretto
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Per coloro che percorrono le vie d’acqua, nel 1355 la Serenissima dedicò una chiesa a San Cristoforo. Non trascorsero vent’anni che questo luogo divenne per tutti quella della “Madonna dell’Orto” e il tempio del Tintoretto.

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