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Federica Manzon vince il Premio Campiello 2024

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Federica Manzon, unica donna della cinquina finalista, è la vincitrice della 62. edizione del Premio Campiello 2024, promosso dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto, con Alma (Feltrinelli Editore). “Dedico questa vittoria, poiché è un libro nato sul confine, a tutte le persone che per ragioni diverse stanno attraversando tanti confini. Soprattutto a quelli che attraversano il confine orientale, e che sognano un presente più che un futuro migliore in un momento in cui a Trieste Schengen è stato sospeso. Spero che questa piccola cosa mia sia di buon auspicio per andare in un’ altra direzione e tornare indietro“. Federica Manzon ha ottenuto 101 voti sui 287 inviati dalla giuria dei 300 Lettori Anonimi. Al secondo posto Antonio Franchini con Il fuoco che ti porti dentro (Marsilio Editore), 78 voti. Al terzo posto Emanuele Trevi con La casa del mago (Ponte alle Grazie), 66 voti. Quarto classificato Michele Mari con Locus Desperatus (Einaudi Editore) , 33 voti. Al quinto posto Vanni Santoni con Dilaga ovunque (Laterza), 6 voti.

Unica donna della cinquina, già finalista al Campiello del 2011

Federica Manzon, che vive tra Milano e Trieste, era già stata finalista del Premio Campiello nel 2011 con il libro Di fama e di sventura. Alma narra tre giorni a Trieste di Alma che qui ritrova la mappa dimenticata della sua vita. L’infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l’aria seducente respirata all’ombra del confine, e quello che sarà. Un romanzo di identità e di memoria che fa di Trieste un punto di vista da cui guardare i difficili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa. Ancora l’autrice: “Alma è nata sul confine orientale dell’Italia, e come quel confine tiene in sé tante parti. Quando mondi diversi stanno insieme faticano, e la convivenza non sempre è pacifica. Quello che è importante è la curiosità – continua – le differenze che il il confine ci fa conoscere”.

I tanti Premi Campiello

Cala il sipario sul Campiello 2024, Premio letterario istituito dagli Industriali del Veneto nel 1962 e promosso e gestito dalla Fondazione Il Campiello. Un riconoscimento che in oltre sessant’anni è cresciuto declinandosi in tanti premi, allargando la platea dei partecipanti e dei lettori che non sono solo quelli della cinquina finalista premiata questa sera. Oltre al Premio Campiello, c’è anche il Campiello Giovani, Campiello Opera Prima, Il Campiello, Natura, il Campiello Junior. E il prestigioso riconoscimento Premio Fondazione Il Campiello. Proprio nello spirito dei padri fondatori, per i quali nel Veneto non ci poteva essere crescita economica senza che questa non fosse accompagnata da una crescita culturale.

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Federica Manzon con Enrico Carraro presidente Confindustria Veneto

La serata finale, svoltasi come consuetudine al Teatro La Fenice di Venezia e che si è chiusa poco fa, è stata presentata dalla conduttrice televisiva Francesca Fialdini affiancata dal cantante e musicista Lodo Guenzi, con la partecipazione di Luca Barbarossa che ha scelto brani che si collegavano ad ogni libro finalista. Un Gran Galà della Letteratura, quest’anno particolarmente legato al tema genitori/figli, con al centro i libri, gli scrittori e le loro storie, trasmesso in diretta televisiva su Rai5. Tra parole e musica, in attesa del voto finale che ha incoronato Federica Manzon vincitrice del Premio Campiello 2024.

Il Campiello Giovani

Nel corso della serata sono stati consegnati gli altri Premi. A cominciare dal Campiello Giovani 2024 che quest’anno è andato alla diciottenne bergamasca di Dalmine Giulia Arnoldi per il racconto Appena prima dell’ultimo accordo scelto tra i cinque racconti arrivati in finale. Tutti, è stato più volte sottolineato, di alto livello e con una qualità della scrittura superiore rispetto agli ultimi anni.

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Giulia Arnoldi

Giulia Arnoldi (“Il racconto nasce da un viaggio di istruzione sull’altopiano di Asiago. Credo che soprattutto oggi sia necessario parlare di guerra), ha motivato la giuria, ha saputo orchestrare in poche pagine un “Crescendo di tensione narrativa ancorata a una vicenda bellica e raccontata attraverso una voce narrante che è anche voce epistolare. Essa si dispiega, lettera dopo lettera, in un Diminuendo che conduce fino alla morte, suscitando una riflessione purtroppo attuale sulla violenza implacabile della guerra”. Gli altri finalisti di questa edizione del Campiello Giovani sono stati: Sofia Aleandri, 21 anni, con L’ultimo agosto. Daniele Camagna, 21 anni, con Vallecupola. Francesco Maisto, 21 anni, con Momijigari – All’ombra del pino nero. Filippo Triolo, 22 anni con Il bambino che non voleva più vivere all’inferno.

Campiello Opera Prima, Campiello Junior, Campiello Natura

Il Premio Campiello Opera Prima è stato assegnato a Fiammetta Palpati per La casa delle orfane bianche (Laurana Editore): “Una grande sorpresa – ha commentato – come una favola“. Vincitori delle due categorie in gara nella terza edizione del Campiello Junior sono stati Angelo Petrosino e Daniela Palumbo. La seconda edizione del Premio Campiello Natura – Premio Venice Gardens ha visto la vittoria di Emanuela Evangelista con l’opera Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta.L’Amazzonia – ha detto – è tra i luoghi più affascinanti del pianeta, rimane nella nostra memoria primordiale perché il mondo era questo“. La Evangelista vive in una palafitta, in un piccolo villaggio dell’Amazzonia vicino alle rive di un affluente del Rio delle Amazzoni, a 400 chilometri da Manaus. Per raggiungerlo, servono due giorni di navigazione.

Paolo Rumiz e il suo Premio Fondazione Il Campiello

Un discorso a parte merita il Premio Fondazione Il Campiello assegnato quest’anno allo scrittore e viaggiatore triestino Paolo Rumiz che così ha commentato il riconoscimento: “Ho avuto un momento della vita in cui mi era passata la voglia di scrivere, pensavo non servisse più a niente. Mi sono quindi avvicinato alla campagna e alla terra. Poi ho incontrato una contadina, mia vicina di casa. Mi ha detto che il mio compito era quello di coltivare parole, non patate. Questo mi ha colpito, capire che le parole avevano un valore nutritivo“.

Paolo Rumiz
Paolo Rumiz

In mattinata, durante la conferenza stampa, una riflessione più ampia: “Qui si sente l’odore del libro, la sua fisicità. Ed è una buona cosa perché ormai tutto è sempre più virtuale. Vivo in un piccolo paese in Slovenia, a due chilometri dal confine italiano. Vedo i migranti passare ogni giorno poco lontano da casa mia: ucraini, afghani, bengalesi. La frontiera è un sismografo di quello che accade nel mondo. Di fronte a tutto questo credo non basti più parlare di letteratura, ma che ora più che mai sia essenziale l’uso della narrazione, delle parole, per dire qualcosa di diverso, per umanizzare un dialogo sempre più virtuale. La politica sta perdendo i vocaboli, non sa narrare, mentre il suo compito dovrebbe essere quello di fornire le parole giuste e non di calare dall’alto verità rivelate.

“E’ necessario – ha aggiuntoritrovare la capacità di comunicare, a volte anche con ironia, con una risata. In un mio recente viaggio in giro per l’Europa, e quando viaggi senti i bisbigli del territorio, ho percepito che ovunque nel nostro continente c’è questo bisogno di narrazione. Servono parole nuove. E’ forte il legame tra la parola liber (libro) e libertà. In questo senso l’intellettuale deve saper partecipare al vivere civile“.

(crediti foto: ufficio stampa Premio Campiello)










Federica Manzon vince il Premio Campiello 2024 ultima modifica: 2024-09-22T00:04:07+02:00 da Cristina Campolonghi

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