Nono -  Schönberg, una famiglia testimone delle avanguardie

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INTERVISTE STORIA, ARTE E CULTURA

I cento anni del compositore Luigi Nono, raccontati dalla moglie Nuria Schönberg

Nuria Schönberg e Luigi Nono

Luigi Nono avrebbe toccato il secolo di vita il 29 gennaio 2024. Per celebrare quello che è stato uno dei più importanti compositori di musica contemporanea, la Biennale di Venezia ha programmato, dal 26 al 29 prossimi, il riallestimento di “Prometeo. Tragedia dell’ascolto”, All’Ocean Space (ex chiesa di San Lorenzo) di Venezia. Per lunedì 29 alle 14.30 è stata anche stata organizzata, nella biblioteca della Biennale, una giornata di studio sul musicista veneziano, scomparso nel 1980. Vi parteciperà, tra gli altri, anche la moglie di Nono, Nuria Schönberg.
La sua è una famiglia di artisti da generazioni. Nata a Barcellona nel 1932, Nuria è figlia di  Arnold Schönberg, il viennese ideatore della musica dodecafonica (ma anche pittore e direttore d’orchestra), e di Gertrud Kolisch, librettista d’opera. Nel 1955 la signora Nuria  sposò il compositore veneziano Luigi Nono, dal quale ebbe due figlie, Serena (pittrice e regista) e Silvia (che si occupa di editoria), il cui cui figlio (con il regista Nanni Moretti) è a sua volta pittore. Si può quinbdi afferamare a ragion veduta che questa sia una famiglia dove le arti e la cultura sono di casa. E Casa si può definire anche l’Archivio Luigi Nono alla Giudecca, da lei fondato nel 1993. Nell’isola veneziana, che ospita anche uno storico circolo culturale sempre intitolato a Nono, abbiamo incontrato Nuria Schönberg Nono.

Prometeo

Signora Nuria, iniziamo dalle sue origini, cosa ha significato per lei la figura di  Arnold Schönberg, prima che come padre della dodecafonia, come padre di tre figli? 

 Ricordo che quando ero piccola facevo le passeggiate con lui a Los Angeles, che non era certo come il Wienerwald (la foresta viennese), ma si trovava in una zona dove abitavano anche diversi attori famosi. Era un padre buonissimo, che inventava per noi delle bellissime storie, con giochi di parole, che raccontava mentre mangiavamo, ma ci spiegava per esempio anche come funzionavano le onde del mare e le maree.  Quando ero più grande mi spiegava anche cosa faceva come musicista e mi ha anche insegnato un po’ un tipo di canto, che però non ho voluto approfondire per non voler essere vista solo come la figlia di Schönberg. Ricordo che lavorava molto, per mantenere la famiglia, e che insegnava.    

Poi ha continuato a “vivere con la musica” con suo marito; al ponte Lungo alle Zattere, sulla casa di  famiglia, c’è un’insegna che recita “ Luigi Nono, maestro di suoni e silenzi”, una frase che racchiude l’essenza dell’artista.  Che musicista era?

Per lui la musica era una cosa molto seria, faceva delle cose nuove, ma non per la novità in sè, come facevano molti, o per far vedere che facevano musiche strane. Aveva studiato la musica dagli inizi, dagli egiziani fino alle ultimissime cose ed aveva una biblioteca incredibile, che oggi è nell’Archivio della Fondazione Nono, non solo di musica, ma anche di filosofia, scienze e altro, perchè amava molto leggere ed informarsi su qualsiasi argomento.   

Nono Casa 2
La casa rosa della famiglia Nono alle Zattere a Venezia, con ai lati le due insegne commemorative

Possiamo sottolineare anche l’importanza dell’impegno sociale e politico di Luigi Nono, che scrisse anche di lavoro, resistenza, campi di concentramento…  oggi non è facile conciliare impegno intellettuale ed arte, ma in passato com’era?

Credo che non sia mai stato facile, a meno di non essere associato ad un partito che presentava qualcosa di valido. Per lui non era importante solo la musica, ma anche dire le sue idee. Ha viaggiato molto e quando andava da qualche parte era spesso circondato da studenti che volevano parlare con lui e a lui piaceva dialogare con loro, anche parlando in veneziano con gli spagnoli, per farsi capire. Aveva una comunicativa incredibile e ha influenzato moltissime persone.     

Ha influenzato anche molti musicisti odierni, che magari non se ne rendono conto… nomi come Schönberg e Nono, ma anche Cage, Stockhausen o Boulez non dicono molto a gran parte dei giovani, non è un peccato che questo patrimonio vada disperso?

A me non risulta che sia così per tutti, nel senso che per esempio alla Fondazione Nono arrivano moltissimi giovani. Ci sono anche molti jazzisti o musicisti di altri generi, non solo classica o contemporanea, che non avrebbero potuto fare quel che fanno senza la conoscenza e l’influenza dei maestri della musica contemporanea.

Dal 1993 si è dedicata in prima persona a creare la Fondazione Archivio Luigi Nono alla Giudecca, che segue tuttora. Cosa contiene e cosa fate? 

Nell’archivio c’è tutta la sua biblioteca, con migliaia di libri di qualsiasi argomento, anche scienze, arte e altro. Ci sono poi tutti gli schizzi delle sue partiture, manoscritti, un consistente fondo fotografico, una videoteca, un’audioteca, epistolari, programmi di sala e tutto è consultabile. Abbiamo tanti studiosi che vengono da tutto il mondo e in archivio ci sono poi tantissime pubblicazioni di tesi di laurea, realizzate da studenti. Organizziamo anche eventi come, dal 2017, il Festival Luigi Nono,  che si tiene tutti gli anni a novembre con concerti, danza, film, presentazioni di libri, partendo da temi cari a Luigi Nono, ma promuovendo anche artisti odierni, per collegarsi a quello che succede oggi.  

Nuria Casa
Nuria Schönberg Nono nella sua abitazione alla Giudecca

Collaborate anche con le altre istituzioni veneziane, come Biennale Musica, Conservatorio, teatri ed altro?

Attualmente abbiamo ottimi rapporti con il Conservatorio Benedetto Marcello. QuandoLuigi morì avrei voluto fare una commemorazione musicale, ma non erano ancora i tempi adatti. Oggi chi lo dirige è più aperto e riusciamo a fare molte cose insieme. Abbiamo anche collaborato con varie Fondazioni:  Levi, Cini, Prada, con l’Ateneo Veneto, anche nelle loro sedi, in occasione del Festival Nono. Quindi c’è ancora spazio a Venezia per la cultura musicale, c’è interesse a tutti i livelli ed età.     

Una curiosità: che tipo di musica ama ascoltare Nuria Schönberg Nono? 

Devo dire che non ascolto musica “popolare” come quella del festival di Sanremo, ma tanti altri tipi di musica, qualsiasi cosa, senza distinzioni di genere, purchè sia buona musica. Quando posso vado a sentire qualche concerto.     

Per chiudere, ci deve svelare il segreto del Dna delle vostre famiglie; se non ho contato male ci sono ben cinque generazioni di artisti, fra musicisti e pittori, sparsi in giro per il mondo…

Forse perchè intuiscono la soddisfazione che dà fare qualcosa, senza pensare di avere successo, ma creare qualcosa per il piacere di farla. L’arte nasce e cresce in una situazione che è colma di stimoli, per cui è anche facile essere interessati in questi campi fin dall’infanzia. E forse perchè si trasmette anche una certa sensibilità, ma non per merito, piuttosto perchè si è immersi in quest’ambiente. Ma anche la fortuna di poter conoscere, fin da piccoli, gli amici di famiglia che sono artisti. 

I cento anni del compositore Luigi Nono, raccontati dalla moglie Nuria Schönberg ultima modifica: 2024-01-25T16:22:03+01:00 da Gigi Fincato

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