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Il ritorno a Venezia del Prometeo di Luigi Nono

Luigi Nono Prometeo

Fortemente immersivo il “nuovo” Prometeo. Tragedia dell’ascolto di Luigi Nono che da venerdì sera fino all’ultima replica di oggi è tornato negli spazi della Chiesa di San Lorenzo (oggi Ocean Space)  a quarant’anni di distanza dall’evento memorabile che fu la prima rappresentazione mondiale del 1984. “Questi legni, queste pietre-spazi di San Lorenzo, infiniti respiri” di cui scriveva Luigi Nono riferendosi alla chiesa sconsacrata, hanno ospitato, per complessive quattro repliche (l’ultimo stasera) il riallestimento della celebre opera. Un Progetto speciale dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) della Biennale di Venezia, realizzato in collaborazione con la Fondazione Archivio Luigi Nono e TBA21–Academy.

“Prometeo. Tragedia dell’ascolto”, evento memorabile del 1984

Quello del 1984 fu un evento memorabile per la complessità della sua concezione, che sovvertiva estetiche, culture, regole e convenzioni, e che rappresentava una summa della lunga ricerca di Luigi Nono. Ma anche per la grandiosità dell’impresa, che coinvolgeva personalità quali Massimo Cacciari, Renzo Piano, Claudio Abbado, Emilio Vedova. E per l’impiego del più imponente e avanzato complesso tecnologico del tempo, con i primi esperimenti di live electronics, la manipolazione del suono in tempo reale. Oltre che per la nascita di una scrittura in intima connessione con la città di Venezia, e con un suo spazio grandioso, la sconsacrata Chiesa di San Lorenzo nel sestiere di Castello.

 65b678347d722 65b678347d724luigi Nono, Allestimento Prometeo, Chiesa Di San Lorenzo, 1984. Foto Lorenzo Capellini. Courtesy Archivio Storico Della Biennale Di Venezia.jpg
Luigi Nono allestimento Prometeo Chiesa di San Lorenzo 1984 (crediti: foto Lorenzo Capellini. Courtesy Archivio Storico della Biennale di Venezia)

Per il riallestimento contemporaneo dell’opera, quello spazio accoglie oggi un impianto essenziale e aperto che abbraccia il pubblico. A tre altezze differenti, moderne “cantorie” ospitano in punti diversi dello spazio solisti, complessi vocali e strumentali. Al centro Marco Angius, il maestro italiano che più ha diretto e inciso Luigi Nono. Attraverso un sistema di monitor raggiunge e conduce quattro gruppi orchestrali, due ensemble di solisti strumentale e vocale, coro e voci recitanti. Complessivamente 79 elementi distribuiti in un “multispazio”. Ne risulta un ascolto proveniente da più direzioni, così come voleva il compositore veneziano. E la musica si fa atmosfera, indipendentemente da ciò che ogni singolo spettatore ha la possibilità di vedere concretamente. PrometeoTragedia dell’ascolto immerge il pubblico in un suono che “legge lo spazio” e in uno spazio che “scopre, svela il suono… E provoca improvviso, inavvertito esser nel suono, e non iniziarlo a percepire, sentirsi parte dello spazio, suonare” (L. Nono).

La mostra “Prometeo possibili”

Il riallestimento di Prometeo è il primo di una serie di tributi al grande compositore veneziano. Fra questi, la mostra appena aperta a Venezia, al Magazzino del Sale 3 (Dorsoduro 264), Prometeo possibili, originale progetto dell’Accademia di Belle Arti di Venezia nato in collaborazione con la Fondazione Archivio Luigi Nono e l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale.

Lettera Piano Nono Prometeo

La mostra, aperta fino al 16 marzo, propone una rielaborazione creativa e multimediale tra i materiali documentativi dell’opera, per esempio la prima lettera che Luigi Nono scrisse a Renzo Piano per esporgli le sue idee sul Prometeo. Approfondendo i materiali d’archivio, gli studenti dell’Accademia hanno rielaborato il pensiero e le idee originali, realizzando un originale ponte tra passato e presente. 

Il ritorno a Venezia del Prometeo di Luigi Nono ultima modifica: 2024-01-29T10:30:58+01:00 da Cristina Campolonghi

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