C’è la musica, incalzante. Ci sono le immagini, i movimenti, le parole, forti, a tratti perforanti, a raccontare una forma di malvagità interpretata dall’innocenza. Ci sono gli attori, diversamente abili e fortemente protagonisti, nello spettacolo teatrale Food Court, opera della pluripremiata formazione australiana Back to Back Theatre. La compagnia, per la prima volta in Italia, è Leone d’Oro alla carriera della Biennale Teatro 2024. In ormai quasi quarant’anni di attività, Back to Back Theatre ha fatto della disabilità uno strumento di indagine artistica.
Fondata nel 1987 da un gruppo di artisti diversamente abili, la compagnia ha portato nei teatri di tutto il mondo oltre trenta titoli, mettendo in discussione quella che viene percepita come normalità. Perché la diversità, priva di pregiudizi, “E’ portatrice di amplificazione di conoscenza. L’arte è un ponte tra sé e il mondo – spiegano i curatori del Festival motivando il Leone d’Oro – soprattutto quando il corpo è in difficoltà … Back to Back Theatre realizza così un modello di identità”.
Lo spettacolo portato a Venezia, dove in modo toccante si parla di sessualità, bullismo, body shaming, è stato realizzato nel 2008, e da allora si replica “Portando la nostra presenza in giro per il mondo e qui per tutti voi”. Food Court è un’opera nata da una conversazione durante un pranzo, portata poi in sala prove dove su questa base sono nate idee, proposte. Per arrivare a raccontare, in termini minimali, l’umiliazione di una donna. La accompagna, dal vivo, la musica della band musicale australiana dei The Necks. Un Leone d’Oro fonte di gioia, commozione, entusiasmo, che il direttore artistico della compagnia, Bruce Gladwin, ha definito “Riconoscimento importante, perché vincere un premio significa ricominciare da capo, e questo per noi è straordinario”.
