È stata selezionata oggi a Padova la cinquina finalista della 62. edizione del Premio Campiello, concorso di letteratura italiana contemporanea promosso dalla Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto. Nel corso di una votazione nell’Aula Magna G. Galilei del Palazzo del Bo dell’ Università di Padova, la Giuria dei Letterati ha votato scegliendo tra gli 85 libri ammessi al concorso dal Comitato Tecnico. Al primo turno Antonio Franchini con “Il fuoco che ti porti dentro” (Marsilio) e Emanuele Trevi con “La Casa del Mago” (Ponte alle Grazie). Secondo turno Michele Mari con “Locus Desperatus” (Giulio Einaudi editore). Terzo turno Federica Manzon con “Alma” (Giangiacomo Feltrinelli). Al quinto Vanni Santoni con “Dilaga ovunque” (Laterza). Il vincitore della 62. edizione del Premio Campiello sarà proclamato sabato 21 settembre al Teatro la Fenice di Venezia, selezionato dalla votazione della Giuria dei Trecento Lettori anonimi.
Il Premio Campiello Opera Prima
Durante la selezione la Giuria ha inoltre annunciato il vincitore del Premio Campiello Opera Prima. Il riconoscimento viene attribuito dal 2004 ad un autore al suo esordio letterario. Il premio è stato assegnato a Fiammetta Palpati con “La casa delle orfane bianche” (Laurana Editore). Questa la motivazione: “Il Premio Campiello Opera Prima 2024 riconosce originalità di linguaggio, di drammaturgia, di impianto e di tema a ‘La casa delle orfane bianche’. Tre donne che per occuparsi delle madri invecchiate – di cui sono ‘orfane’ da sempre – si ritirano in una casa di paese. Danno vita a un microcosmo paradossale abitato da badanti, da suore e da toni surreali. Che reinventano una delle questioni più rimosse della contemporaneità, vale a dire l’accudimento dei genitori anziani”.
Walter Veltroni, presidente della giuria dei letterati che ha selezionato la cinquina, ha sottolineato: “Noi qui oggi, con il Premio Campiello, celebriamo la bellezza delle parole. Le scegliamo, le scartiamo, ne adoriamo la bellezza. Le parole sono la prova della libertà, con le quali si possono esprimere la ricchezza e il pluralismo delle opinioni e delle idee. Abbiamo cercato di usare le parole come antidoto alla cupezza di questi tempi. I fatti quotidiani spesso ci hanno aperto un ombrello grigio che solo le parole possono squarciare. La bellezza è l’antidoto. Cultura, parole e libertà, in fondo, sono la stessa cosa“.
(crediti foto: ufficio stampa Premio Campiello)