Il coro del prete rosso - itVenezia

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STORIA STORIA, ARTE E CULTURA

Il coro del prete rosso

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LO SPITALE DELLA PIETA’

Questa è una storia che parla del prete rosso, della sua musica e degli “spitali” che un tempo sorgevano a Venezia. Lo “spitale” della Pietà cresceva ed istruiva i “putei bandonai”. Questi venivano lasciati in una sorta di nicchia. Le madri lasciavano con il neonato la metà di un oggetto. Conservavano l’altra come prova di appartenenza nella speranza di un ricongiungimento. Potevano essere delle carte da gioco, monete, crocefissi, orecchini, ecc.

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Questi oggetti erano spezzati a metà nella speranza di un futuro ricongiungimento

Lo “spitale” della Pietà sorse nel 1346 con decreto del Senato della Repubblica di Venezia. Godette di una particolare protezione sia da parte del papa che del doge. Pare che il suo nome sia legato a fra Petruccio d’Assisi, che quando elemosinava per gli orfanelli gridava: “Pietà … Pietà …”. Nel 1348 vennero divisi i maschi dalle femmine. Le ragazze di questo istituto si riconoscevano per i loro abiti rosso melograno e venivano educate a leggere ed a scrivere.

La Repubblica Veneta elargiva a favore dell’Istituto della Pietà beni materiali. Ad esso veniva versato anche il 10% di tutte le somme introitate dallo Stato per confische, contrabbandi, condanne, ecc. Nei quattro ospitali Veneziani, le ragazze ricevevano un’istruzione e veniva a loro insegnato un mestiere o l’arte di “far Canto et Musica”. Dopo un’apposita audizione, potevano far parte del “Coro dell’Ospeàl de la Pietà”.

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Un monito che non lascia dubbi

Le “putte” si esibivano in chiesa e sempre nascoste da grate. La nobiltà europea non poteva lasciare Venezia senza averle prima ascoltate. Furono il fiore all’occhiello della Serenissima, citate dai grandi estimatori di musica di Vienna e di Londra. Grazie anche al loro misterioso fascino, molte trovarono marito. Non fu così però per una maestra di violino, che da povera orfanella venne elevata a virtuosa strumentista, conosciuta e rinomata in tutta Europa. Vivaldi stesso compose “per la sig.ra Chiara” un impegnativo concerto per violino e orchestra.

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La chiesa in cui si esibiva il coro

ANTONIO VIVALDI, IL PRETE ROSSO

Antonio Lucio Vivaldi venne alla luce il 4 marzo 1678. Egli, “essendo in pericolo di morte” fu subito battezzato nella casa della levatrice. Due mesi dopo, il 6 maggio, al bambino furono impartiti in chiesa “esorcismi et olii”. La madre, constatando le precarie condizioni di salute del figlio, fece voto. Se fosse sopravvissuto sarebbe diventato sacerdote. A 10 anni Antonio venne indirizzato verso la vita ecclesiastica.

Il 23 marzo del 1703 il prete rosso, così chiamato per il colore dei capelli, venne ordinato sacerdote. Vivaldi ebbe la direzione musicale del Pio Ospedale della Pietà. Qui insegnava alle ragazze (le Putte di Vivaldi) la musica che egli stesso componeva per loro. Straordinaria era la capacità dell’orchestra e del coro di eseguire opere e di interpretare anche voci tipicamente maschili come quelle dei tenori e dei bassi.

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Il coro diretto da Vivaldi era famoso in tutta Europa

VIVALDI, DAL SACRO AL PROFANO

Si racconta che, durante una celebrazione a Vivaldi venne in mente un tema di fuga. Il prete rosso lasciò l’altare e corse subito in sacrestia per riportare la musica su carta, poi tornò tra i fedeli. Per questo episodio venne denunciato all’inquisizione. Fortunatamente fu giudicato come musicista e gli venne solo proibito di “dire la Messa”. In realtà, lo stesso Vivaldi raccontò che lasciò l’altare per l’ennesimo attacco di asma e che venne dispensato per la sua forma di “strettezza di petto” che lo perseguitava sin dalla nascita e che spesso veniva attribuita ai demoni.

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Una composizione del prete rosso

Dicono che il diavolo gli avesse sempre impedito di scrivere la sua più grande opera, costringendolo a mantenerla nel suo cuore. Il prete rosso morì solo e indigente a Vienna (28 luglio 1741), dove fu sepolto nel cimitero di un ospedale per poveri che non esiste più. Ancora oggi, quando il vento increspa le onde della laguna, lo spirito di Vivaldi si consola scrivendo sull’acqua la musica da sempre racchiusa dentro di sé, che mai nessuno potrà ascoltare.

 

Il coro del prete rosso ultima modifica: 2017-03-31T11:59:35+02:00 da Franco Corè

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