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“Marina Apollonio. Oltre il cerchio” alla Collezione Guggenheim

Mostra Apollonio Guggenheim Ph Matteodefina (12)

Con questo ritorno di Marina Apollonio a Venezia si è chiuso un cerchio. L’artista era partita con la sua vicenda artistica da Venezia, città d’ adozione da quando aveva 8 anni, e a Venezia aveva conosciuto e frequentato Peggy Guggenheim. Oggi è nuovamente nella città lagunare con la sua arte, proprio in quegli spazi di Palazzo Venier dei Leoni dove la mecenate americana l’aveva accolta e sostenuta. Marina Apollonio. Oltre il cerchio (aperta fino al prossimo 3 marzo) è la prima monografia dell’artista in un museo italiano. E questa mostra si inserisce, nell’ambito della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, fra quelle rassegne – già dedicate ad Edmondo Bacci e Tancredi Parmeggiani – volte a celebrare i protagonisti della scena artistica nazionale del secondo dopoguerra sostenuti dalla mecenate.

La Venezia di Marina Apollonio

Marina Apollonio (n. 1940), tra le principali esponenti dell’Arte ottica e cinetica, ha presentato personalmente, insieme alla curatrice Marianna Gelussi e alla direttrice della Collezione Guggenheim Karole Vail, la sua monografica. Vestita di bianco e nero, in sintonia con la bicromia che caratterizza molte delle sue opere in mostra. Vivace, ricca di ricordi, spiritosa, racconta la sua Venezia di quando il padre era direttore dell’Archivio Storico della Biennale, dell’amicizia che lo legava a Peggy Guggenheim: “Quando ero bambina questa signora mi faceva quasi impressione”. Delle grandi cene organizzate con tanti artisti: “Un periodo mitico, per me e per tutta Venezia”. Marina Apollonio rivedrà Peggy Guggenheim nel 1963, periodo in cui ha già iniziato le sue ricerche attorno alla percezione visiva. In particolare quella del cerchio, approfondendo, come scrive nel 1966, “Le possibilità fenomeniche di forme e strutture elementari”.

La sua lezione artistica: “Nel poco c’è il più”

Spiega, commentando la sua arte e le sue opere e dettando la sua lezione artistica, che “Nel poco c’è il più. La mia è una continua ricerca del massimo risultato con la massima economia”. Pitture, sculture, disegni. La mostra propone un centinaio di opere (“Alcune non mi ricordavo neanche più dove fossero”, commenta sorridendo l’artista) dal 1963 ad oggi, fra cui anche Rilievo n. 505, commissionata nel 1968 da Peggy Guggenheim e tuttora parte della Collezione. Infinite le variazioni del cerchio, forma che si fa slancio poetico e simbolico di quanto anche le forme chiuse possano avere vitalità. Strutture e linee, sperimentazione di tecniche diverse e materiali, confermano il suo approccio rigoroso all’arte. Le opere di Marina Apollonio, per le quali l’artista ha privilegiato il linguaggio dell’astrazione geometrica, vanno al di là di quello che esprime la superficie. Straniante il loro effetto dinamico che rende chi guarda parte integrante dell’opera, spettatore ma anche protagonista.

Marina Apollonio Guggenheim

La mostra è stata occasione per l’allestimento, a Palazzo Venier dei Leoni, di una sala tutta dedicata ai lavori dei maggiori rappresentanti dell’Arte ottica e cinetica che Guggenheim collezionò ed espose nel corso degli anni Sessanta. Immancabile il ricco calendario di Public Programs che sempre accompagna le rassegne della Collezione Peggy Guggenheim. Come pure il catalogo dedicato alla mostra, edito da Marsilio Arte.

(crediti: foto in evidenza Matteo De Fina, foto nell’articolo Marina Apollonio)

“Marina Apollonio. Oltre il cerchio” alla Collezione Guggenheim ultima modifica: 2024-10-23T10:22:28+02:00 da Cristina Campolonghi

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