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La luce di Edmondo Bacci alla Collezione Guggenheim

Sala Mostra Bacci

Il mio secondo protetto fu Edmondo Bacci, un pittore molto lirico, sulla quarantina, le cui opere erano ispirate a Kandinsky … ”. Così Peggy Guggenheim scriveva nella sua autobiografia del pittore Edmondo Bacci. Ed è proprio all’artista veneziano, che la mecenate citava con tanto apprezzamento, che la Collezione Guggenheim di Venezia ha deciso di rendere omaggio con la mostra “Edmondo Bacci. L’energia della luce”, un’ottantina di opere con focus sul periodo lirico dell’artista che si concretizza negli anni Cinquanta, il momento più internazionale della sua carriera.

Mostra Bacci

Tanti dipinti e disegni inediti molto dei quali mai esposti prima. Provengono dall’archivio di Edmondo Bacci (1913-1978) ma anche da collezioni private e musei internazionali fra cui il Museum of Modern Art di New York e l’Art Museum di Palm Springs. E’ la prima mostra così esaustiva dedicata all’artista veneziano che tanto piaceva alla mecenate americana.

Edmondo Bacci Artista

Peggy Guggenheim aveva fatto della sua casa museo di Ca’Venier dei Leoni , dove si era trasferita nel 1949, un mondo aperto, luogo privilegiato fatto di mecenatismo e di idee. Pronta a sostenere gli artisti veneti e veneziani che in qualche modo erano affini al suo gusto ma soprattutto al suo sentire. Per questo Peggy Guggenheim, dopo averli accolti nella sua “culla” artistica, non esitava a promuoverli in Italia e all’estero. Così era stato anche per Edmondo Bacci. Ancora Peggy Guggenheim nel catalogo della Biennale d’Arte del 1958: “E non ha niente di superfluo, ma, come per ogni opera fortemente estetica [Bacci] è semplice vivo e intenso. Per lui il colore è un conflitto di potenze e la materia vive di questa tensione, sensibile e luminosa”.

Arte Edmondo Bacci

Il colore, appunto. La curatrice Chiara Bertola nel presentare la mostra parla delle opere di Edmondo Bacci come di “Fabbriche colorate, esplosioni di grigliato e di geometrico, grande energia cromatica. Sono i motivi che hanno portato alla scelta di esporre le opere senza vetri e senza cornici, come se si fossero liberate. “Peggy Guggenheim era riuscita a capire il “fuoco” di Bacci, che nella quotidianità era un uomo schivo e riservato. Aveva intuito – spiega la curatrice – che uomo e che artista straordinario si nascondesse dietro quei silenzi”.

In mostra un’ottantina di opere sul periodo lirico dell’artista

Di Edmondo Bacci l’esposizione propone una serie di opere importanti per capire l’evoluzione del suo linguaggio artistico. A partire da quelle in bianco e nero del periodo 1945-1953. Sono ispirate al mondo industriale della vicina Marghera e chiaramente influenzate dall’arte di Emilio Vedova e Armando Pizzinato. All’astrattismo dove Edmondo Bacci elimina progressivamente il segno per dare spazio al colore, per farlo esplodere. Colore che progressivamente diventa “spazio assoluto”. E’ questo il periodo in cui, grazie anche a Peggy Guggenheim, le opere del giovane Bacci toccano il suolo americano culminando in una personale tenutasi alla storica Seventy-Five Gallery di New York nel 1956.

Bacci Avvenimento 299

La mostra dedica spazio anche al periodo dello sperimentalismo degli anni Sessanta/Settanta e si chiude con alcune opere esposte alla Biennale del 1958 quando all’artista (la cui prima partecipazione alla manifestazione risale al 1948 e dove poi sarà regolarmente invitato) venne dedicata un’intera sala. Oggi quella sala monografica è in parte riproposta in questa rassegna che sarà aperta fino al prossimo 18 settembre.

(crediti foto: Collezione Guggenheim; foto in evidenza: Matteo De Fina, proprietà Peggy Guggenheim)

La luce di Edmondo Bacci alla Collezione Guggenheim ultima modifica: 2023-04-26T10:14:08+02:00 da Cristina Campolonghi

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