Ci si avvicina, a passi neanche troppo lenti e in una atmosfera di glamour e grande effervescenza, ai Leoni d’Oro della Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2023. Prima di tutto, oggi è in programma il sesto e ultimo film italiano in concorso. Con la regia di Giorgio Diritti, è tratto dal romanzo Il seminatore di Mario Cavatore. La pellicola racconta una storia, poco nota, di ingiustizia e discriminazione ambientata in Svizzera nel 1939 e che vede al centro il popolo Jenish. Artista di strada nomade, Lubo è alla ricerca dei figli, strappati alla famiglia nel quadro di un programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada.
Standing ovation e dodici minuti di applausi ieri per il film di Matteo Garrone Io Capitano presentato in concorso. Una pellicola di grande attualità, con al centro il problema dei migranti che dall’Africa cercano di raggiungere l’Europa.
Ieri alla Mostra del Cinema è stato ricordato il regista, sceneggiatore e attore italiano Giuliano Montaldo. Morto, a 93 anni, nella sua casa di Roma. Aveva esordito nel 1961 a Venezia con la pellicola Tiro al piccione. Film riproposto restaurato nel 2019 in Venezia Classici, sezione della quale Montaldo era stato presidente della giuria nel 2014. Fra le sue opere più note, Sacco e Vanzetti (1971), Giordano Bruno (1974), Marco Polo (1977).
Sempre ieri è stata la giornata anche dell’Ukrainian Day. Un’iniziativa voluta dalla Biennale di Venezia nell’ambito della Mostra del Cinema e dedicata alla situazione dell’industria cinematografica ucraina nel tragico contesto della guerra.
(foto in evidenza: Lubo, Franz Rogowsky; crediti Francesca Scorzoni)
