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Addio a Sammy Basso, un “piccolo grande uomo”

Sammy Basso

Ironizzava su quel viaggio negli Stati Uniti e la sua visita all’International UFO Museum di Roswell, nel New Messico, dedicato agli alieni. Si era divertito, muovendosi tra un’immagine e l’altra esposta nel museo, a mettere in crisi i visitatori, che lo osservavano con sorpresa e sospetto, perplessi nel vedere l’umano che si voleva confondere con l’alieno. “Mi sono preso una rivincita sul mondo” aveva commentato ridendo Sammy Basso, il giovane di Schio affetto da progeria e scomparso improvvisamente sabato sera. La sua ultima apparizione pubblica venerdì sera a Venezia, nella Sala Capitolare della Scuola Grande di San Rocco, dove aveva ricevuto il Premio giornalistico “Paolo Rizzi” insieme a Melania Mazzucco e Federico Fubini. Una delle sue caratteristiche era proprio questa capacità di ridere di se stesso, caricando di leggerezza la malattia rara che lo aveva colpito e che di anno in anno accelerava rapidamente l’invecchiamento delle sue cellule, non delle sue capacità intellettive.

Le due lauree in Fisica e Biologia per studiare la sua malattia

Sammy aveva 28 anni ed era il più anziano al mondo affetto da progeria. Una malattia rara di cui globalmente si registrano un centinaio di casi, se ne contano cinque in Italia. Sammy era diventato testimonial di questa malattia, che aveva deciso di studiare prima con una laurea in Fisica poi in Biologia molecolare all’Università di Padova. “Sammy Basso – avevano scritto nella motivazione i giurati del Premio – si è trasformato in una cavia di se stesso e ha saputo dimostrare la sua enorme forza di volontà, il grande spirito di sacrificio, lo straordinario coraggio“. Proprio venerdì sera il giovane aveva rivelato il suo orgoglio di essere un ricercatore: “Quando si fa ricerca – aveva detto – si lasciano fuori i sentimenti. Studiare biologia mi dà sicurezza e grande speranza. Soprattutto per il futuro dei prossimi ragazzi che avranno una patologia come la mia”.

L’ Associazione Italiana Progeria Sammy Basso

Una vita vissuta intensamente e con tanto ottimismo quella delpiccolo grande uomo”, come era stato definito Sammy dal presidente della giuria del Premio. Tra ricerca, passione per la mitologia e una forte devozione per San Francesco. Così si era raccontato Sammy Basso. Fondatore insieme ai genitori dell’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso di cui è stato testimonial fin da quando aveva dieci anni. Nella homepage dell’Associazione scrive (ci piace usare il presente per questa sua citazione): “Piuttosto che concentrarmi sui limiti che la progeria impone, preferisco pensare alle tante cose in cui posso fare la differenza”. E la differenza l’ha fatta davvero.

Addio a Sammy Basso, un “piccolo grande uomo” ultima modifica: 2024-10-07T09:47:25+02:00 da Cristina Campolonghi

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