Awana-Gana, il dj che partì da Venezia alla conquista delle radio

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Awana-Gana, il dj-pirata che partì da Venezia alla conquista delle radio

Awana-Gana dal suo profilo Facebook

Prima dell’avvento delle radio private, in Italia si ascoltava molto Radio Montecarlo. Si poteva sentire la musica che la Rai non mandava in onda e tra gli speaker più noti c’erano Ettore Andenna, Barbara Marchand, Luisella Berrino, Herbert Pagani e Federico l’Olandese Volante. Un altro nome che per gli appassionati resta una sorta di mito era quello di Awana-Gana. All’anagrafe Antonio  Awana-Gana Costantini Picardi, nato a Venezia nel 1949, un’aria da corsaro sempre pronto per l’arrembaggio ed una voce inconfondibile. Lui stesso ci tiene sempre a sottolineare che non si tratta di un nome d’arte, ma che all’anagrafe fu registrato proprio così. L’origine del nome è indo latino-americana, un augurio che significa “desidero per te le cose che non ho nella vita”. All’epoca in cui lavorò come dj a Radio Montecarlo, il nome “Awana-Gana” era diventato un saluto comune tra i ragazzi, un intercalare tra lo stupore e lo sberleffo, alla maniera del famoso monologo di Sordi in “Un americano a Roma”. Tornando al futuro dj, Antonio fece gli studi primari all’istituto Cavanis, successivamente al collegio Filippin di Paderno del Grappa, per iscriversi poi a giurisprudenza (si definisce “un avvocato mancato”) e viaggiare per l’Europa, trovandosi a Parigi intorno al 1968, negli anni della contestazione studentesca.  

Awana-Gana a Radio Montecarlo
Awana-Gana ai tempi di Radio Montecarlo

Dopo essersi allontanato da Venezia, come è arrivato a RMC Awana-Gana?

All’inizio degli anni Settanta avevo fatto l’animatore nei villaggi turistici; rientrando dal Medio Oriente avevo fatto tappa a Venezia prima di andare a Parigi, ma mi ero preso un’epatite virale; quindi sessanta giorni di isolamento all’ospedale san Giovanni e Paolo e perciò mi saltò la stagione estiva. Passando per Milano un amico animatore mi aveva suggerito di propormi all’emittente monegasca, che cercava voci nuove. Scrissi, senza crederci troppo, al direttore artistico, Noel Coutisson, che mi convocò, mi fece dei provini e mi prese, dicendomi di usare come nome proprio Awana-Gana. Doveva essere un periodo di sei mesi, ma alla fine sono stati vent’anni di radio Montecarlo.

Gli anni Settanta sono stati anche il decennio del boom dell’ “Italodisco”, hai fatto anche il dj nei locali, giusto?

Ho fatto anche il dj in discoteca, iniziando proprio nei villaggi turistici, in un locale di Montecarlo e altrove. Ho lavorato a RMC dal 1972 al 1992, “beccando” quindi una fascia molto importante per la musica, ma anche per le radio. Quelli che hanno dato una svolta in quegli anni alla radiofonia italiana eravamo proprio noi. A metà degli anni Settanta, sulla nostra scia sono poi nate le radio private.  

Successivamente hai lavorato anche molto per la televisione…

Nel 1977 ho  fatto un programma in fascia pomeridiana con Jocelyn e Sophie, su Telemontecarlo, intitolato “Un peu d’amour, d’amitié et beaucoup de musique”. Nel 1978 ero in Rai come inviato nei collegamenti esterni a Domenica In di Corrado; nel 1980 ho preso il posto di Gianni Boncompagni a Discoring, sempre in Rai, e mi affiancò Claudio Cecchetto, che poi ha fatto la carriera che conosciamo.

Il disco pubblicato da Awana-Gana
La copertina del 45 giri pubblicato nel 1980 per la EMI

Ti sei cimentato anche nel mondo della musica, come andò?

Mi definisco immodestamente anche musicista: suono la chitarra e canto. Ho pubblicato un 45 giri del 1980 che si intitolava “Come navigante”, ma non album interi. Su You Tube, alla voce “Awana Gana a Mira” si può trovare il video di uno spettacolo del 2015 al quale ho partecipato suonando un paio di pezzi di folklore sudamericano.  

Ti ricordo anche come attore protagonista nel film “White Pop Jesus” di Luigi Petrini del 1980. Un film molto originale, ma forse un po’ troppo avanti coi tempi…

Sì, in effetti l’idea era bella, realizzata “un po’ così”… peccato! Però non sarebbe male rifarlo oggi. Ho interpretato il ruolo principale, con Gianni Magni (quello dei Gufi) che faceva il commissario di polizia e Don Lurio che realizzò le coreografie dei balletti. L’idea era quella di raccontare la storia di White Pop Jesus, che all’inizio si trovava in un manicomio, poi un fulmine apriva i cancelli e si ritrovava fuori da una nuvola, tutto vestito di bianco che parlava come Gesù. Non si capiva bene se era un pazzo scatenato o un Gesù che tornava dopo 2000 anni sulla terra. Lui stesso era sconvolto perché vedeva malavita, mafia, droga ed altre cose brutte. L’idea era molto bella, ma alla fine la produzione andò un po’ “a carte quarantotto” ed il film rimase un po’ incompiuto. Precedentemente, all’inizio degli anni Settanta, avevo fatto anche un’altra bella esperienza, prendendo parte ad Asolo ad un telefilm della BBC con Orson Welles come regista. Durante una pausa si parlava del fatto che il già famoso Welles facesse un telefilm e lui disse: “Sappia che il lavoro è dignità e questo è un lavoro”. E’ stato bello metabolizzare questa frase con il tempo, non puoi essere sempre al sabato sera su Rai1! Ho partecipato anche alla soap-opera “Un posto al sole”, come direttore di un teatro dei Quartieri Spagnoli. Ho fatto anche la parte di un angelo custode in un telefilm Rai con Lino Banfi.      

locandina del film con Awana-Gana
La locandina del film con Awana-Gana come wana-Ganaprotagonista principale

Recente l’ ultima avventura nell’etere, a Radio Stella, cosa significa fare radio oggi?

Fino a settembre 2023 ho lavorato un anno con Jocelyn a RTL, dall’8 gennaio 2024 ho un programma quotidiano pomeridiano, dal lunedì al venerdì, su Radio Stella, “Semplicemente Awana-Gana”. Va in onda in FM in Emilia e Toscana o online. Grazie alla tecnologia posso lavorare con il computer da casa a Montecarlo o dove mi trovo. Anche se a fasi alterne, non ho mai smesso di fare radio. Sono partito da RMC mettendoci un po’ di tempo per capire che dietro al microfono c’erano gli ascoltatori, la gente. Poi ho lavorato con Radio Torino International, a Roma con una radio via satellite e con RDS. Qui avevamo iniziato anche a fare un programma notturno, dalle 2 alle 6 di mattina, quando fino ad allora le radio avevano solo musica registrata, ma capendo che la notte aveva un grosso potenziale di ascolti.           

Ultima domanda per Awana-Gana: risiedi a Montecarlo, torni ogni tanto a Venezia e come vedi la tua città oggi?

Pensa che nel 1988 al teatro Goldoni ho ricevuto anche un premio per la Venezianità nel mondo… Ora torno più raramente a Venezia, ma mi fa un po’ di tristezza. La mia famiglia, dalla fine dell’Ottocento, aveva la Tabaccheria Numero 1 in piazza san Marco, con articoli di Murano, accendini firmati eccetera. Una volta era una zona pregiata, poi col tempo le situazioni si sono modificate. Mio padre faceva chiudere il negozio verso le 23, ora nel tardo pomeriggio la maggior parte dei negozi sono chiusi, la città è invasa da gente più o meno discutibile ed è un cambiamento epocale. In più c’è l’avvento dei cinesi che hanno comprato molti negozi, la comparsa di molti esercizi con materiali scadenti e quelle che chiamo “mandrie al pascolo” di turisti. Meno male che ci sono ancora teatri che fanno cultura o locali dove si fa musica. E’ comunque una città che sopravvive e che ho visitato l’ultima volta la scorsa estate, quando sono stato al Lido per una conferenza in qualità di Cavaliere Templare, Ordine che ha una presenza storica in città. Con alcuni amici, sto raccogliendo i materiali per scrivere un libro sull’argomento Templari.          

Awana-Gana, il dj-pirata che partì da Venezia alla conquista delle radio ultima modifica: 2024-02-09T16:52:22+01:00 da Gigi Fincato

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