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Guggenheim: “Marcel Duchamp e la seduzione della copia”

Duchamp Guggenheim

E’ anche grazie a Marcel Duchamp che Peggy Guggenheim dedicherà la sua vita all’arte moderna. “A quel tempo (tra il 1937 e il 1938, ndr) – scrive la mecenate americana nella sua autobiografia – non capivo niente di arte e Marcel cercò di educarmi … Non so cosa avrei fatto senza di lui … Mi dette moltissimi consigli: devo a lui la mia introduzione nel mondo dell’arte moderna”. Sono gli anni in cui Peggy Guggenheim sta per aprire la sua prima galleria d’arte moderna a Londra. E Duchamp sarà il suo consigliere fidato, il suo mentore.

La prima grande personale che la Collezione dedica all’artista

C’è tempo fino al 18 marzo prossimo per visitare Marcel Duchamp e la seduzione della copia, a cura di Paul B. Franklin, la prima grande personale che la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia dedica all’artista. Un omaggio a quel consigliere fidato che Peggy Guggenheim cita e ricorda in innumerevoli passaggi della sua autobiografia. Sono una sessantina le opere in mostra, provenienti da musei e collezioni private. Fra queste, un corposo nucleo, quasi la metà delle opere esposte, appartiene alla collezione del veneziano Attilio Codognato, grande appassionato di arte moderna e contemporanea, che si innamorò di Marcel Duchamp a partire dagli anni Settanta del secolo scorso.

Mostra Duchamp

Artista anticonvenzionale, Marcel Duchamp (1887-1968) parte dalla pittura tradizionale – sono suoi alcuni dei dipinti più noti del XX secolo – per poi abbandonarla a 31 anni, nel 1918, per dedicarsi a tante altre possibilità creative che, all’epoca, non venivano considerate come vera e propria arte. Non solo. Duchamp rifiuta le gerarchie commerciali che privilegiano le opere d’arte originali, convinto del valore del duplicato, la cui valenza può essere pari a quella dell’originale. Nel rapporto tra copia e originale, è convinto che alcune copie abbiano la capacità di generare forme analoghe di piacere estetico. Senza per questo soccombere alla copia pura e semplice.

Duchanmp

In mostra anche le celebri Scatole in valigia di cui, nel 1941, Peggy Guggenheim aveva acquistato il primo esemplare dell’edizione deluxe: “Tutto quello che ho fatto di importante – diceva Duchamp – potrebbe stare in una piccola valigia”. In questo particolare gioco di copie e originali, delle Scatole in valigia l’artista propone diversi esemplari nei quali inserisce ogni volta un elemento diverso, unico. E così, ognuna di queste creazioni rappresenta la sintesi dell’idea di replica. Nel superamento del distinguo tra copia e originale, per Marcel Duchamp ogni duplicazione può essere resa unica e avere un’anima, proprio come l’originale.

Fino al 18 marzo, tutti i giorni di apertura della mostra è prevista una presentazione gratuita. Il prossimo 15 febbraio, tra gli eventi speciali, in programma The Blind Man. La mostra come non l’avete mai vista.

Guggenheim: “Marcel Duchamp e la seduzione della copia” ultima modifica: 2024-02-08T16:38:42+01:00 da Cristina Campolonghi

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