Oreste Aviazzi, una vita nelle radio locali (ed altre passioni)

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Oreste Aviazzi, una vita nelle radio locali (ed altre passioni)

Adesivi radio

Si può affermare senza ombra di dubbio che la sua vita sia un fortunato intrecciarsi tra vari mondi, come le arti, la tecnologia e lo spettacolo, attraversati sempre con vera passione. Oreste Aviazzi, Tino per quelli che lo conoscono, nato ad Alessandria in Piemonte nel 1940, vive in terraferma dall’età di otto anni. Ha lavorato per decenni nella telefonia, quando nel settore c’era ancora il regime di monopolio, ma è noto anche e soprattutto per essere stato uno dei protagonisti della prima ora dell’emittenza locale, prima per la sua voce profonda ed inconfondibile e poi per tutto quello che ha ideato e realizzato.

Da giovane è stato uno studente curioso, scuole superiori al liceo fra Mestre e Treviso, università prima a Ca’Foscari con lingue e laurea in Inghilterra poi. Prima svolta nel 1965, con un amore con la A maiuscola per il cinema, che lo portò a lavorare con il regista Pietro Germi, in produzione ed in amministrazione, ai tempi dello storico film Signore e Signori, girato a Treviso.

Foto di scena del film di Germi
Una scena di Signore e signori con Virna Lisi e Gastone Moschin

Aneddoti da raccontare ne avrai molti…

Certo, per esempio andavo in giro con uno degli attori protagonisti, Gastone Moschin, ed ogni osteria era nostra. Ricordo anche la protagonista femminile, Virna Lisi, che stava in un albergo diverso dal resto della troupe e voleva a tutti i costi una Mercedes con autista. Erano altri tempi. Poi sono arrivati gli anni nella telefonia, alla Telve (poi Sip e Telecom), dove lavoravo come impiegato di notte, ma di giorno dormivo poco perchè facevo altre cose.

Negli anni Settanta sei stato fra i pionieri delle radio locali, con ruoli importanti in varie emittenti, che ricordo hai di quel periodo?

Un amico mi portò a radio Venezia, allora in un attico in rampa Cavalcavia. Iniziai con un programma per i bambini, il Leoncino, poi ebbi la fortuna di intervistare Paul McCartney, in occasione del concerto di piazza San Marco, Rod Stewart e altri artisti noti. L’editore Gianni Vindigni mi propose di fare il direttore della stazione. Rivoluzionai tutto, introdussi nuovi programmi, dalla classica al jazz. Poi il passaggio all’emittente antagonista, radio Mestre Centrale, portandomi dietro vari speaker. Ma l’avventura non durò molto, perchè nel 1976 alcuni soci decisero di intraprendere una nuova sfida, fondando una nuova radio, Novaradio appunto, legata alle Edizioni Paoline.

Per farlo andai anche a Londra, a visitare la storica Capital Radio ed ebbi la fortuna di incontrare in vaporetto a Venezia il vicedirettore dell’emittente americana Abc ed il responsabile delle news della Bbc inglese, in laguna per un convegno. Mi intromisi nella loro conversazione, invitai quest’ultimo ad un concerto e poi gli raccontai del mio progetto. Mi suggerì di fare una radio prettamente locale e successivamente mi inviò anche dei dischi con gli effetti sonori professionali, all’epoca rari. Come direttore di Novaradio avevo fatto predisporre degli studi di trasmissione e registrazione modernissimi ed avevamo anche un trasmettitore portatile con il quale facevamo interviste per strada o davamo suggerimenti sui supermercati più economici. Oltre ai programmi, mi occupavo della pubblicità e la  nostra era completamente diversa ed innovativa da quella della concorrenza. 

Oreste Aviazzi sulla gronda lagunare
Un’immagine Oreste “Tino” Aviazzi

Un’altra trovata originale fu di aprire un’emittente in lingua tedesca per i turisti, come nacque l’idea?

Proprio in quel periodo scoprii che i quotidiani dalla Germania; arrivavano solo in tarda mattinata e una radio locale sarebbe stata in grado di dare le ultime notizie in tempo reale.

L’idea però prese corpo solo più avanti, quando Novaradio fu venduta al partito Comunista locale ed io lasciai il gruppo. Proprio perchè mi ritrovavo più nelle radio commerciali che in quelle politiche.

Dopo una collaborazione con radio Mestre 2000, la cui sede si trovava proprio di fronte a Novaradio, in corso del Popolo, radio Venezia Alternativa mi propose di concretizzare l’idea di radio Haifisch (squalo in italiano).

Trasmettevamo dalla Cita a Marghera, durò tre estati, aveva disc-jockey di madrelingua tedesca; copriva il litorale jesolano con un’antenna sopra ad un albergo ed aveva anche il contributo della locale azienda di promozione turistica. Avemmo anche una radio concorrente a Caorle, di proprietà del quotidiano austriaco Der Kurier, che non ebbe però mai lo stesso nostro successo. Un giorno arrivò anche una troupe della televisione nazionale tedesca per fare un servizio su di noi.

Ma questa non fu propriamente l’ultima esperienza con le radio, vero?

No, perchè nel 1982 (all’epoca collaboravo con Mira Radio) mi venne una strana idea, perchè avevo scoperto che era stata aperta un’emittente per trasmettere verso Svizzera e Germania, dove le radio private erano ancora vietate. Il mio progetto si chiamava Venedig Funk, e doveva appunto essere ascoltata nei paesi di lingua tedesca. Avevamo girato vari luoghi di confine per verificare le frequenze libere e ne avevamo trovata anche una, 103 megahertz. Avevamo fatto delle prove di trasmissione sulla Marmolada, oltre i tremila metri di altitudine, ed il segnale arrivava fino a Monaco di Baviera. Con un gruppo di imprenditori locali come soci stavamo per acquistare un potente trasmettitore. Ma ci siamo dovuti purtroppo arrendere per motivi tecnici rivelatisi insormontabili, benchè avessimo già la possibilità di avere grossi contratti pubblicitari.  

Dopo aver abbandonato il mondo delle telecomunicazioni, a cosa ti sei dedicato?

Dall’inizio degli anni Novanta, quando è nato mio figlio, mi sono venute altre passioni, come il restauro conservativo di cornici antiche, che ho imparato praticamente da autodidatta, o per l’argenteria di Sheffield. Ho iniziato a comprarne e a rivenderne nei mercatini veneti, come quello di Piazzola sul Brenta, Badoere o Mirano. Le soddisfazioni economiche erano assolutamente marginali, lo facevo soprattutto per passione. Senza passioni non si può fare nemmeno una pizza, ho sempre fatto solo le cose che avevo voglia di fare. Da ultimo, dopo aver frequentato dei corsi di scrittura creativa, ho scritto, senza pubblicarli, dei racconti ed un romanzo storico breve su un soldato napoleonico, che mi ha occupato molto per la ricerca preparatoria.

Murale realizzato da un gruppo di giovani artisti
“Murale” di Mestre apparso tempo fa in piazza Ferretto

Infine qual è il tuo rapporto con Mestre?

È una città che non ho mai considerato troppo, non ho amici mestrini. La vedo poco migliorabile, è nata male, è sempre stata poco più che un corridoio per Venezia ed un dormitorio, cosa che è tutt’oggi, ancora di più con l’aumento della ricettività turistica. Lo stesso stabile dove ho lavorato per anni alla Sip, in via Carducci, è destinato a diventare un albergo…      

Oreste Aviazzi, una vita nelle radio locali (ed altre passioni) ultima modifica: 2021-11-30T10:05:32+01:00 da Gigi Fincato

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Julieta B. Mollo

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