Il Dino Buzzati pittore in mostra al Candiani

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ARTE PERSONAGGI

Il Dino Buzzati pittore in mostra al Candiani

Locandina Buzzato

La storia delle arti del Novecento è fatta da pittori che si dedicano anche alla scrittura e da pittori che scrivono. Dino Buzzati Traverso, contrariamente a quanto racconta la sua storia, asseriva di appartenere solo in prestito alla categoria degli scrittori. La mostra appena aperta al Centro Culturale Candiani di Mestre, propone proprio di dare il giusto merito alla vena pittorica di Buzzati. Lui stesso disse di sé: “Dipingere e scrivere sono per me la stessa cosa, che dipinga o che scriva, perseguo il medesimo scopo, che è quello di raccontare delle storie”.

Un intellettuale anomalo e un artista poliedrico

Nato a Belluno nel 1906 da genitori veneziani, ma milanese di adozione, nel capoluogo lombardo compì i suoi studi (liceo classico e giurisprudenza) per poi avviarsi ad una poliedrica, virtuosa e positiva carriera. Giornalista, scrittore, poeta, drammaturgo, librettista, scenografo, librettista e costumista. Fu critico redattore, inviato e d’arte al quotidiano Il Corriere della Sera e vicedirettore del settimanale La Domenica del Corriere.
Tra i suoi romanzi più famosi ci sono “Il deserto dei Tartari”, “Barnabo delle montagne, “Un amore”. Diversi i raconti brevi, le poesie, gli elzeviri, pubblicati bel oltre la data della sua morte, avvenuta nel1972 a Milano, all’età di 66 anni. Ma -come detto- l’esposizione mestrina, che arriva  a distanza di un anno dal cinquantesimo della sua scomparsa, è di eccezionale rilevanza proprio perché mette in risalto uno degli ambiti ingiustamente ritenuti minori.

La locandina del film tratto dal libro di Buzzati "Il desento dei Tartari"

Un’esposizione che abbraccia arti, stili, periodi e forme del tutto diverse

La mostra è ospitata a ragion veduta a Venezia, perchè Buzzati sentiva molto vicina a sé la città lagunare ed è il risultato della collaborazione fra il Centro Culturale Candiani, l’università veneziana di Ca’Foscari e l’associazione internazionale Buzzati, il cui presidente, il giornalista bellunese Marco Perale, ne è il curatore. Dino Buzzati -ha detto Perale durante la “vernice”- ha sempre faticato ad affermarsi come pittore; nel 1964 scoprì la pop art andando anche 2 volte a New York, poi a Tokio dove scoprì l’arte di quella che per lui era la scrittura assoluta (gli ideogrammi), scoperta poi evolutasi nella passione per i fumetti. Da un lato dell’esposizione ci sono i lavori più giovanili e nella seconda parrte querlli più maturi.
Fu simbolista, poi metafisico, surrealista e infine innamorato della pop art. Diverse le sue opere “antiche” riemerse recentemente. Nella seconda sala la fanno da protagonisti gli anni pop, ma ci sono anche i primi quadri, dove scrittura e pittura si fondono. Un’ultima sala scopre la sua visione dell’erotismo, visto in maniera diretta, forte e a volte dolorosa, che Buzzati segue senza remore”. Dino Buzzati -sempre secondo il curatore Perale- “è un pianeta a sè, oggi si direbbe una galassia; la mostra è un tentativo di mettere punti fermi su un personaggio poco ascrivibile in schemi fissi”.

Una foto di Dino Buzzati

La nostra “Buzzati Venezia e la pop art” è ad ingresso gratuito, rimarrà aperta fino al 25 febbraio 2024 (da martedì a domenica, dalle 15 alle 19) e prevede anche una serie di eventi collaterali, come conferenze, letture e reading, sempre ospitati dal Candiani.  

Il Dino Buzzati pittore in mostra al Candiani ultima modifica: 2023-12-04T13:21:06+01:00 da Gigi Fincato

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