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CULTURA

“Di notte a Venezia”, fra miti e leggende

Libro Miti

Buon viaggio. Verso dove? Dall’altra parte, o meglio verso un’altra Venezia, quella delle storie che “Accadono di notte, quando la città torna se stessa”. Antonella Barina e Daniela Zamburlin, giornalista e ricercatrice di miti la prima, giornalista e appassionata di fiabe e leggende la seconda, sono le autrici del volume fresco di stampa Di notte a Venezia (Centro Internazionale della Grafica di Venezia). Una raccolta di 24 racconti che intrecciano, tra realtà e fantasia, miti e leggende legati alla città lagunare. Dopo il volume a quattro mani Donne Sante Dee. Guida ragionata alla città di Venezia, di qualche anno fa, le due autrici si sono rese conto che nella loro penna “Erano rimaste tante affabulazioni fascinose. Di questi materiali – spiegano – è composto il nostro nuovo libro, Di notte a Venezia, racconti di fatti straordinari ai quali abbiamo dato nuovo spazio e nuova forma”.

Una notte lunga 24 racconti legati alla storia e all’immaginario veneziano

Proprio la notte è parsa loro il momento giusto per narrare e ambientare storie di figure mitologiche. Il dio del vento Eolo e la Luna, Ecate, che governa le acque e le maree. Ma anche Teti e le Nereidi, le Sibille e le Sirene, tutte legate in qualche modo all’acqua che è elemento primario della città lagunare. Non è solo l’acqua, però, che le identifica con Venezia. Perché i protagonisti di questi miti e leggende hanno lasciato tracce, nel corso dei secoli, anche nella storia e nell’attualità dell’immaginario cittadino. Così, se le Sibille sono raffigurate agli Scalzi e in diverse Scuole Grandi, le Sirene si trovano, in giro per Venezia, sia in forma alata che con la coda di pesce. La nereide Teti è protagonista di alcuni poemetti settecenteschi. E il dio del vento Eolo è ben visibile nella celebre Veduta di Venezia a volo d’uccello di Jacopo de’ Barbari.

Libro Miti E Leggende

Sono racconti ricchi di atmosfere e di poesia, dove la fantasia si intreccia con fatti reali. Seguendo di volta in volta il mito o la fiaba, secondo le due diverse inclinazioni, e campi di ricerca, di Antonella Barina e Daniela Zamburlin. Torna in queste pagine la nota storia del Fornaretto. E quella dell’Atlantide veneziana, la scomparsa isola di Metamauco, vittima di una competizione tra la Luna Ecate e il dio del vento Eolo. Si intrecciano intorno alla nascita del merletto due leggende, che parlano entrambe di storie d’amore. Amore e tradimenti sono al centro del racconto dedicato al fantasma della Malcontenta, che ci porta un po’ più in là, oltre i confini della laguna verso la Riviera del Brenta.

Dalla notturna copertina del volume fa luce il Codega, che con la sua lanterna accompagnava chi di notte girava per Venezia nei secoli passati. E che in questo caso si assume il compito di accompagnare il lettore a scoprire, o riscoprire, narrazioni mitiche e leggendarie di una città nata “dal luccichio delle stelle, dall’argento dei raggi di luna e l’oro di quelli del sole”. Da “l’azzurro del cielo e il verde dell’erba a primavera”. Da “il bianco della schiuma del mare quando è in tempesta, il rosso dei tramonti e il blu della notte”. Come narra uno dei 24 racconti.

“Di notte a Venezia”, fra miti e leggende ultima modifica: 2023-12-22T08:41:13+01:00 da Cristina Campolonghi

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