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Il messaggio di Natale del Patriarca Francesco Moraglia

Presepe Basilica

Il Natale della spiritualità e della preghiera, il Natale della pace in famiglia e nel mondo. La vita rimane meravigliosa solo se “E’ vissuta con altri e, in primis, con Dio – nonostante le difficoltà, le fatiche e le ingiustizie“. In occasione di queste festività natalizie condividiamo il messaggio del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia per le celebrazioni del Santo Natale.

Carissimi,
il desiderio di “vedere” Dio, che appartiene da sempre all’umanità,
trova la sua piena risposta nel Bambino Gesù.
A Natale, infatti, Dio prende forma umana: è chiamato, appunto,
“Emmanuele” – che significa “Dio con noi” – e le sue sembianze sono quelle
di un bambino. È questo il cuore, bello e sorprendente, del Natale ed è
questa la lieta notizia che ci raggiunge anche quest’anno.
Stupisce sempre che Gesù – il Salvatore del mondo, il compimento
delle promesse – venga a noi come un bambino che trova riparo in una
mangiatoia. Allora diventa logico domandarsi: come mai Colui che è la
pienezza della rivelazione viene a noi come bambino?
Sappiamo, dalla vita quotidiana e dalle vicende della storia, che
l’inizio di ogni conflittualità nasce dalla mancanza di ascolto, sensibilità e
accoglienza reciproca. Invece un bambino chiede, innanzitutto,
disponibilità totale ad uscire da sé e atteggiamento d’ascolto, vicinanza e
carità.
Nel presepio osserviamo il Bambino di Betlemme che tende le mani:
chiede accoglienza ma, per accogliere, prima bisogna amare per poi
riconoscere l’altro. Prendersi cura di un bambino, infine, significa farsene
carico ed iniziare, con coraggio, un nuovo percorso. Sì, la salvezza viene da
quel Bambino e comincia ogni volta dai più piccoli.
Ricercare il volto di Dio vuol dire aprirsi ad un Dio che è persona,
che è relazione, ama e si lascia amare. Il Bambino di Betlemme giace nel
presepio dove prende forma la prossimità, svanisce la logica del primo
posto e si afferma quella del riconoscimento reciproco.
E tutto ciò avviene mentre quel Bambino porta la luce che rischiara
l’oscurità della notte e si fa largo tra le tenebre che, pure, continuano ad
essere presenti. Il Santo Bambino non è pura poesia e pura gioia; su di Lui
si addensa l’intero dramma della storia umana.
Ma solo vedendo il volto del Signore si può incontrare realmente il
volto degli altri e se ne possono comprendere le ragioni. Solo vedendo e
accogliendo il volto del Signore si può riscoprire la vera fraternità e la
pace tra le persone, le famiglie, la società e il mondo, là dove si
perpetuano – dall’Ucraina alla Terra Santa e a tanti altri luoghi
dimenticati – odio, violenze, atti di terrorismo e di guerra.
Solo se la vita è vissuta con altri e, in primis, con Dio – nonostante le
difficoltà, le fatiche e le ingiustizie – la vita è e rimane meravigliosa.
Tutto ciò può avvenire solo ripartendo dalla paternità di Dio il quale
manda il Suo Figlio Unigenito che nessuno prima aveva mai visto e che è il
Solo a poter rivelare il mistero dell’amore di Dio.
Il piccolo Gesù è il dono di Dio che ha bisogno di accoglienza e aiuto
umano, concretamente da parte di Maria e di Giuseppe; il Bambino di
Betlemme ha avuto bisogno anche del loro sì perché l’amore e la pace sono
doni di Dio ma chiedono d’esser accolti e resi vita da donne e uomini di
buona volontà.
A tutti auguro, in questo Natale, di rivedere il volto del Dio di Gesù
Cristo che viene a noi donandosi in un bambino che sa parlare alla ragione
e al cuore dell’uomo perché Dio è, sempre e insieme, Logos (Ragione) e
Agàpe (Amore).
Buon Natale!

Il messaggio di Natale del Patriarca Francesco Moraglia ultima modifica: 2023-12-24T14:34:21+01:00 da Redazione

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