“E’ un pittore che dipinge Venezia come un sogno. E questa dedicata a Carpaccio è la più grande mostra sulla visione onirica della città”. Così Vittorio Sgarbi, sottosegretario al Ministero della Cultura, a Venezia per l’apertura di “Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni”, retrospettiva dedicata a uno dei maggiori artisti che hanno operato nella Venezia del Rinascimento. “Uno dei pittori veneziani più veneziani – aggiunge il co-curatore Andrea Bellieni – La sua è una pittura fatta di racconti di storie a cui non mancano profondità e spiritualità”. E’ una rassegna che “scava” dentro Carpaccio, illustratore ma anche narratore della Venezia dell’epoca, il cui sogno onirico, per dirla alla Sgarbi, si arricchisce di particolari e dettagli di straordinaria ricchezza, precisione e vivacità.
Carpaccio torna a Venezia dopo la prima grande monografia del 1963
La mostra è stata pensata e vista, nella sua prima fase di realizzazione, dall’occhio della contemporaneità di Gabriella Belli, ex direttore dei Musei Civici (da alcuni mesi in pensione) che nelle opere di Carpaccio ha visto il passato ma anche le grandi suggestioni dell’attuale. E che ha avviato la realizzazione di una rassegna dalla lunga gestazione. Ben cinque anni, “Una delle mostre più sofferte degli ultimi anni”, ha sottolineato il co-curatore Bellieni.
La grande retrospettiva, allestita nell’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale dove era già stata ospitata una prima monografia di Vittore Carpaccio nel lontano 1963, si è potuta concretizzare grazie alla collaborazione tra i Musei Civici di Venezia e la National Gallery of Art di Washington. Qui è stata allestita dal 2 novembre al 12 febbraio di quest’anno. A Venezia sarà aperta fino al 18 giugno.
Settanta opere in mostra tra dipinti e disegni
Tanti i prestiti internazionali di opere che provengono da Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Danimarca. Ma anche da musei, collezioni, chiese degli antichi territori della Serenissima: arrivano dall’Istria, dalla Dalmazia, dalla Lombardia. Settanta le opere in mostra, di cui 42 dipinti e ben 28 disegni. C’è il grandioso Leone di San Marco, un olio su tela con il Leone che tiene le zampe tra mare e terra, i domini della Serenissima. Ecco, vividissimo, il famoso Ritratto del doge Leonardo Loredan. E poi la luce, i colori, il paesaggio dell’olio su tela dedicato alla Vergine Maria che legge.
La Nascita della Vergine è un altro olio su tela che sembra quasi una scena di teatro. Per la prima volta in questa mostra sono stati ricomposti due teleri, separati dal tempo e dalla storia ma che appartenevano ad un’unica opera. Era stata realizzata per le due ante di una porta a soffietto. Le Due dame veneziane (di proprietà dei Musei Civici Veneziani) e la Caccia in laguna (proveniente dal J. Paul Getty Museum di Malibù). La rassegna ce le restituisce una accanto all’altra, almeno per questi tre mesi.
Un capitolo a parte meritano i particolari delle opere, tutti straordinari: di flora, fauna, paesaggio, architettura, arredo, decorazione, abbigliamento. Come quello, ne ricordiamo uno per tutti, relativo al tessuto del mantello della Vergine nell’olio su tavola che racconta La fuga in Egitto. I 48 disegni in mostra, in alcuni casi rapidi schizzi ma anche studi preparatori di teste e pose, ci svelano un Carpaccio anche grande disegnatore. Autore di studi su carta opere d’arte in sé e per sé.
Curatore della mostra è Peter Humfrey, grande esperto di Vittore Carpaccio. Co-curatori Andrea Bellieni, curatore dei Musei Civici veneziani, e Gretchen Hirschauer, curatrice della pittura italiana e spagnola alla National Gallery of Art di Washington. Sarà aperta fino al prossimo 18 giugno.
