Non vedo, non sento, non parlo: sono 18 scatti fotografici quelli che fino al prossimo 26 marzo si “impongono” dalle quattro vetrine dello spazio espositivo concepito per D3082 Art Gallery, a pianoterra della Domus Civica di Venezia, in Calle de le Sechere a pochi passi da Piazzale Roma. E si intitola “I Muri del Silenzio” questo progetto espositivo con focus sulla violenza contro le donne, parte integrante del palinsesto comunale Marzo Donna 2023. L’esposizione è l’ultima tappa di un percorso che Myriam Bon, fotografa veneziana, ha cominciato quasi per caso. Intuendo la potenza delle immagini in bianco e nero dei suoi ritratti di personaggi tutti con le spalle al muro. “Ho capito il grande potere di denuncia di queste foto – ha spiegato – Da qui è nata l’idea di declinarle in un’iniziativa che tenesse alta l’attenzione sul problema della violenza contro le donne. Mettendo al centro l’omertà e il silenzio che si accompagnano alla violenza”.
Le foto di Myriam Bon per denunciare la cortina di silenzio che accompagna la violenza contro donne
Le immagini in bianco e nero di Myriam Bon, tutte di grande impatto emotivo, sono una selezione di scatti dove i soggetti vengono colti nell’atto di coprirsi gli occhi, le orecchie e la bocca, a rappresentare i tre stadi dell’omertà. Appunto: non vedo, non sento, non parlo. Protagonisti dei ritratti esposti negli spazi niente affatto convenzionali della Domus Civica sono celebrità del mondo dello spettacolo, della musica, dello sport, della politica, ma anche persone comuni, dietro i cui volti si celano racconti di violenza e sopruso quotidiano. Da Lorella Cuccarini a Alberto Matano, da Martina Potesilova a Sergio Friscia. I ritratti di Mjriam Bon sfidano la cortina di silenzio che accompagna le innumerevoli storie di abuso spesso celate dietro le mura domestiche. Vittime le donne, della violenza ma anche dell’omertà.
Il progetto I Muri del Silenzio vuole proprio essere un invito a riflettere sulla violenza contro le donne e sull’omertà che l’accompagna. Questo il messaggio forte che investe chiunque passi a fianco della Domus Civica. Le quattro vetrine che per l’occasione si fanno spazio espositivo propongono in sequenza cinque soggetti che interpretano il non guardare, cinque soggetti che preferiscono non sentire e cinque soggetti che scelgono di non parlare.
Una raccolta fondi a sostegno delle vittime di violenza domestica
La mostra veneziana è l’ultima tappa di un percorso iniziato nel 2019 con la prima esposizione fotografica realizzata nelle sale di Palazzo San Macuto a Roma presso la Camera dei deputati con il contributo della senatrice Giusy Versace. La rassegna ha quindi intrapreso un viaggio che l’ha portata ad attraversare l’Italia, prendendo periodicamente vita all’interno di spazi differenti. Tra questi, Palazzo Lombardia e Palazzo Pirelli a Milano, le aule comunali di Gorla, la biblioteca comunale di Assago, la Reggia Reale di Monza, il centro commerciale di Treviglio e gli spazi del monastero di Cairate.
E’ approdata a Venezia una prima volta lo scorso novembre con un inedito flash mob. In quell’occasione, dieci gondole avevano percorso il Canal Grande trasportando una selezione di questi scatti fotografici. Nel 2020 il progetto si è tradotto in un volume fotografico a tiratura limitata. Il suo lancio è stato accompagnato da una raccolta fondi a sostegno delle vittime di violenza domestica. La campagna si concluderà a breve, con la chiusura della mostra veneziana. Resta da aggiungere il forte significato simbolico della sede che accoglie in questi giorni I Muri del Silenzio. La Domus Civica infatti, oltre ad essere uno studentato femminile, è aperta all’accoglienza di donne che vivono situazioni complesse e molto difficili.
Per informazioni e per sostenere il progetto: [email protected]
(crediti: Ph. Mjriam Bon)
