Metti una sera a Ca’ Sagredo con al centro dell’incontro l’idea di perdersi e ritrovarsi. Di entrare, in quell’immagine complessa e fortemente simbolica rappresentata dal labirinto, non per smarrirsi ma al contrario per incontrarsi. E in questo ritrovarsi trovare soprattutto se stessi. “Lo specchio nel labirinto. Una via paradossale alla relazione” (La Bussola – Aracne Editrice) è il titolo di un libro del naturopata veneziano Simone Origio che, partendo da un “viaggio” spirituale legato al labirinto, ha declinato le sue riflessioni attraverso una prospettiva multidisciplinare allargando gli orizzonti a un cortometraggio (“Nel labirinto interiore”), una scultura in vetro (“Aurora”), una performance (“Nell’ombra”) ospitata nei raffinati spazi di Ca’ Sagredo. Al centro di tutto il tema della relazione, perché, spiega Simone Origio, «L’equazione labirinto/relazione persuade: entrambi sono dei percorsi esperienziali complessi ed articolati, nel corso dei quali il soggetto coinvolto cambia, rivelando la sua natura profonda ed esprimendola passo dopo passo».
Passo dopo passo, appunto, come nel labirinto pavimentale ad una sola via dove l’autore ha aperto le sue riflessioni sulla conoscenza di se stessi da cui deriva l’apertura all’altro, la relazione. Che per Origio è “Un esercizio di fragilità e coraggio, una via paradossale all’amore”. Riflettendo sui miti greci che rappresentano le storie del passato ma che soprattutto raccontano l’uomo. Quello di ieri e quello di oggi, quindi anche l’uomo del presente. Il cortometraggio “Nel labirinto interiore” ha vinto due Awards of Merit in America per la categoria Experimental e Original Song. La scultura in vetro, “Aurora”, è stata ideata dallo stesso autore e realizzata dalla maestra perlera Renata Ferrari. Alla performance “labirintica” ha fatto seguito una tavola rotonda dove si è parlato di cultura greca e indiana, di alchimia e di musica. Tutto fortemente legato ai temi cardine dell’evento.