Sorridere con Monica Zuccon, l'altra metà del Cafè Sconcerto - itVenezia

itVenezia

INTERVISTE PERSONAGGI

Sorridere con Monica Zuccon, l’altra metà del Cafè Sconcerto

Zuccon Mani

Trattandosi di attrice comica dire che Monica Zuccon sia tutta “casa e bottega” potrebbe essere un buon incipit. Abita infatti a pochi metri dalla sala teatro Cafè Sconcerto, a Chirignago, fondata con Salvatore Esposito. Nata a Mestre nel 1967, “mai sposata nè figli a seguito” -chiarisce- è da sempre un punto di riferimento della scena artistica locale, ma non solo. Attrice e cantante, da qualche anno si occupa anche, in collaborazione con un pull di architetti milanesi, di realizzare vetrine per abbigliamento d’alta moda. Nel tempo libero coltiva, è proprio il caso di dirlo, la passione per il giardinaggio. Altra passione di Monica Zuccon sono le discipline olistiche: da più di 15 anni ha scoperto la naturopatia, a seguito della quale ha raggiunto, con alcuni corsi, il secondo livello di Reiki ed il primo di fiori di Bach.

Comincerei con il chiedere quale è stata la molla che ti ha spinto verso il teatro…

Ho sempre avuto la passione per il teatro e lo spettacolo. Sin da piccola ho frequentato una scuola di danza dipendente dalla Royal Academy of Dancing. Ho anche preso dei diplomi. Ma per il teatro credo che determinante sia stato uno spettacolo visto quando frequentavo la scuola media. Al Piccolo di Milano, uno spettacolo straordinario di Shakespeare, per la regia di Strehler, La Tempesta. Da lì la convinzione che il mondo dell’arte sarebbe stato sicuramente il mio futuro. Infatti appena dopo le superiori ho frequentato per tre anni l’Accademia Veneta dello Spettacolo, Scuola Regionale di Teatro.
Tra gli insegnanti Tonino Micheluzzi e Arnoldo Foà. Pensa che avevo provato l’ingresso anche alll’Accademia Nazionale D’arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma. Non mi hanno ammessa, ma mi hanno permesso di frequentarla come osservatore esterno per alcuni mesi partecipando a tutte le lezioni.

Zuccon Cover
Un primo piano dell’attrice (foto di Mara Comin)


Nel frattempo mi avevano invece presa all’Accademia Regionale, per cui non ho voluto ritentare il provino l’anno successivo e sono rimasta nel Veneto. Ma frequentarla è stata un’esperienza interessante. Naturalmente la danza è proseguita fino al compimento dei 24 anni. Poi il teatro mi ha rapito. Il canto invece ho cominciato a studiarlo dopo il diploma dell’Accademia. Con il maestro Romano Roma, recentemente scomparso, ho impostato la mia voce. Devo a lui ciò che faccio oggi. Sono un soprano lirico leggero.

E poi è arrivato finalmente anche il momento del debutto!

Ricordo il debutto alle scene con il personaggio di Olivetta nella “Comedia Ridiculosa” per la regia di Roberto Milani. La paura incredibile che avevo addosso. Mi ricordo che noi dissi: “Ma chi me lo ha fatto fare!” Al ritorno in quinta l’opinione era cambiata! Un importante ricordo va al TPM (Teatro per Mestre) dove ho mosso i primi passi con Cafè Sconcerto. Purtroppo attualmente è definitivamente chiuso. Un pezzo di storia culturale di Mestre che se n’è andata! Fondamentale il fortunato sodalizio artistico con Salvatore Esposito, anni di successi sulle scene, sempre con il gusto di rinnovarsi guardando alla tradizione.

Qual è il segreto del successo artistico di Salvatore Esposito e Monica Zuccon?

Beh, credo la nostra diversità. Abbiamo due modi diversi di approcciarci al nostro lavoro e in qualche modo ci completiamo. Poi la passione per il genere che da anni percorriamo, il caffè sconcerto e il varietà fino al varietà televisivo degli anni Settanta. Un mondo che ha visto straordinari artisti e testi di un’ironia e un’attualità pazzesca. Ci stimola e ci diverte. Il divertimento ci accompagna sul palco e credo che se non ci fosse, anche quando abbiamo affrontato testi impegnati, avremmo già smesso. Giocare ruoli differenti, mettersi nei panni di altri, poter osare e strafare liberamente senza essere presi per pazzi, in fondo è una grande libertà che solo questo mestiere ti permette di ottenere.

L'interno della saletta di Chirignago
La sala teatro Cafè Sconcerto (foto di Mara Comin)

Il vostro teatrino di Chirignago è da anni un punto di riferimento, facciamo prima a dire chi non ci è passato, giusto?

La Cafè Sconcerto Sala Teatro è nata per dare una casa a tutti quegli artisti non noti, ma per questo non meno bravi, anzi! La bravura, come sai, non dipende dalla notorietà. Una casa realizzata da artisti per gli artisti. Dal 1996 sono passati artisti ora noti come Flavio Oreglio, Leonardo Manera, Lunetta Savino, Carlo e Giorgio… ma anche Lino Toffolo, solo per citarne alcuni! Abbiamo ospitato una selezione del Grande Fratello! Siamo stati uno dei pochi locali in Italia ad esibire il logo di Zelig per cui, per anni, siamo stati un osservatorio nel Veneto.
Ma abbiamo ospitato per un pò di anni anche una Stagione denominata “Te amo, te apro teatro, teatro tascabile”. Un contenitore speciale di spettacoli non comici, che ha visto esibirsi artisti di vari generi veramente interessanti. Ne dovremmo parlare almeno un giorno intero!!

Per il domani cosa sta bollendo nella pentola di Cafè Sconcerto?

Innanzitutto attendiamo buone nuove per festeggiare i nostri 30 anni di attività al Toniolo, che era in programma per il 5 maggio e poi il covid-19 è arrivato e ha scombinato le carte. Poi il Festival MestrEstate al Parco 2020 che dal 6 agosto, fino al 27, tutti i giovedì, allieterà gli spettatori all’arena del parco Albanese alla Bissuola. Quest’anno artisti veneti e milanesi per aiutare i colleghi che più hanno avuto disagi dal Covid. Grazie al Comune di Venezia e a Vela che sostengono l’iniziativa.

Zuccon Esposito
Monica Zuccon con Salvatore Esposito (foto di Mara Comin)

Ti vidi in tv a Forum, eri così convincente che non mi sfiorò nemmeno l’idea che stessi recitando…

Grazie per il complimento che apprezzo moltissimo! Stimola a migliorare. Non so di quale delle tre volte in cui ho partecipato ti riferisci. Certo è che mia zia, pur sapendo la mia professione, un giorno, accesa la Tv, mi ha vista che parlavo di mio padre falegname e raccontavo una vicenda familiare. Lei ha creduto improvvisamente fossi impazzita e mi ha telefonato per sapere perché stavo raccontando quelle cose non vere. Quando poi le spiegai cosa avevo fatto mi ricordo che mi fece un sacco di complimenti dicendo che aveva creduto stessi facendo sul serio e mi disse “Ma quando mi dici che mi vuoi bene lo dici davvero oppure stai recitando?” Feci una grande risata!
Comunque non è facile partecipare a quella trasmissione, soprattutto quando si trattano casi delicati. Nessuno dei partecipanti sa cosa deve fare e tutto si sviscera in una giornata di lavoro assieme. Devi essere credibile e il pubblico presente non sa se sei vera oppure un’attrice per cui le domande non sono preparate e le tue risposte devono essere gestite da personaggio. A me piace, poichè amo molto l’immedesimazione e avendo provato in passato lo straniamento (quando l’attore fa posto al personaggio e in scena agisce con la coscienza di quest’ultimo e non è più se stesso) è un buon esercizio in tal senso. Anche piangere a necessità o ridere davvero è una delle cose che si usano a necessità.

Come vede Monica Zuccon i cambiamenti di Mestre e dei suoi dintorni e la “relazione” con Venezia?

Apprezzo molto la Mestre di oggi, così nuova e in parte ritornata anche come era! Venezia mi pare una donna meravigliosa non apprezzata da nessuno. Tutto ciò che sta accadendo oggi, compreso la carenza di persone, è frutto di anni di scellerata vendita di immobili, di trasformazioni di case in case vacanze, bed and breakfast, ostelli eccetera… Hanno impoverito la città di residenti stabili. Per la cultura purtroppo il fermento degli anni Novanta resterà unico e irripetibile.
Quando qualcuno non mi chiederà più “che lavoro fai? L’attrice. Che bello! Si ma che lavoro fai?”… forse allora ci sarà una vera politica culturale e noi esisteremo come professioni. Se devo essere sincera a volte si fa un pò fatica a creare una relazione culturale tra le due realtà Mestre e Venezia. Come spesso accade nel mondo dello spettacolo, si rischia di coltivare il proprio orticello senza pensare a progetti più ampi e relazioni che permettano una maggiore crescita. E’ sempre stato il difetto della maggior parte di noi lavoratori dello spettacolo. Per i “famosi” le logiche sono altre.

Sorridere con Monica Zuccon, l’altra metà del Cafè Sconcerto ultima modifica: 2020-08-04T12:29:00+02:00 da Gigi Fincato

Commenti

Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top