Una caricatura di Peggy Guggenheim, frutto di una vera mano d’artista. Come pure un disegno con dedica sul libro degli ospiti. E alcune foto che lo ritraggono sulla terrazza di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia. E’ una grande omaggio all’amico della mecenate americana, Jean Cocteau, la mostra allestita a Palazzo Venier dei Leoni, sede della Collezione Peggy Guggenheim. Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere, aperta dal 13 aprile fino al prossimo 16 settembre, è la prima grande retrospettiva, in Italia, dedicata all’artista. Un fantastico disegnatore, ma anche un poeta, romanziere, drammaturgo e critico, come amava definirsi. Con una molteplicità di capacità, attitudini e interessi: disegnatore grafico, muralista, designer di moda, di gioielli, tessuti, anche regista di film e documentari.
Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere
In mostra oltre 150 opere che gettano nuova luce sulla multiversatilità di questo enfant terrible del Novecento, come lo ha definito la direttrice della Collezione Guggenheim, Karole Vail. Jean Cocteau (1889-1063) torna nell’amata Venezia dove era arrivato per la prima volta da adolescente. E poi in tante altre occasioni: per frequentare la Mostra del Cinema, per visitare la vetreria dell’amico Egidio Costantini (e farla rinascere, ribattezzandola Fucina degli Angeli) e per trovare Peggy, che proprio a Jean Cocteau aveva dedicato la prima mostra, nel 1938, nella sua galleria londinese Guggenheim Jeune.
Funambolo dell’arte, Jean Cocteau ha lasciato un segno nella cultura del ventesimo secolo. Un giocoliere, appunto, figlio della sua epoca ma anche molto contemporaneo. Capace di attraversare le arti e antesignano di molti artisti venuti dopo di lui. La retrospettiva allestita alla Guggenheim di Venezia delinea una personalità a tutto tondo, mettendo insieme le innumerevoli forme del linguaggio artistico in cui Cocteau si è espresso con le sue caratteristiche umane.
L’opera d’arte come autobiografia e la contemporaneità di Cocteau
L’ omosessualità, la dipendenza dall’oppio, di cui mai fece mistero, emergono in questa mostra come elementi imprescindibili dalla sua arte, senza freni e pudori. Ne emerge un’idea dell’opera d’arte come autobiografia, che va al di là della sua stessa rappresentazione artistica, dove non ci sono confini netti tra vita vissuta e trasmissione artistica. E questo contribuisce a fare di Cocteau un artista molto contemporaneo. Talmente attuale da allinearsi, per una fortunata casualità, con il tema della ormai imminente Biennale Arte: Stranieri ovunque. Probabilmente anche Jean Cocteau, nel suo essere dichiaratamente francese, era anche uno straniero ovunque.
Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere, curata dallo storico dell’arte americano Kenneth E. Silver, spazia dal tema di Orfeo al linguaggio della poesia, al classicismo, all’eros, raccontando per immagini amicizie e amanti, il legame con Peggy Guggenheim, la dipendenza dall’oppio, il cinema e la pubblicità, fino al design che si esprime nella moda e soprattutto nel gioiello, da cui nasce la collaborazione con Louis Cartier. In mostra anche la preziosa Spada d’Accademico realizzata per Jean Cocteau, su suo disegno, proprio da Cartier. In oro e argento impreziositi con smeraldi, rubini, diamanti, avorio (in origine), onice e smalto, fu usata il 20 ottobre del 1955 per il conferimento all’artista del titolo Accademico di Francia.
In mostra disegni e opere grafiche, gioielli e arazzi, documenti storici, libri, riviste, fotografie, documentari e film diretti dallo stesso Cocteau, provenienti da prestigiose realtà museali internazionali, tra cui Centre Georges Pompidou, Parigi, Phoenix Art Museum, Nouveau Musée National de Monaco, Musee Jean Cocteau, Collection Séverin Wunderman, Menton, nonché importanti collezioni private, tra cui la Collezione Cartier che è anche main sponsor del progetto. La mostra è corredata da un ricco catalogo edito da Marsilio Arte.
(foto in evidenza: Jean Cocteau, La paura dona le ali al coraggio, Collezione Phoenix Art Museum, © Adagp/Comité Cocteau, Paris, by SIAE 2024)