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” Aquagranda in crescendo “, un documentario sorprendente sospeso fra teatro e realtà

Aquagranda

“ Aquagranda in crescendo ” è l’ultimo documentario di Giovanni Pellegrini, un giovane videomaker veneziano. Il documentario ripercorre le fasi della grande alluvione del ’66 tramite le parole di chi ha vissuto quell’esperienza. Alle testimonianze si alternano le immagini di backstage al teatro “La Fenice”, dove nel 2016 è stato messo in atto il dramma lirico “ Aquagranda ”. Mentre si guarda il video, che ci è stato concesso di vedere in anteprima, si ha la sensazione di trovarsi sospesi nel tempo. Si è come su una barca sospesa tra passato e presente, tra la finzione del teatro e la realtà dei fatti.

Il regista Giovanni Pellegrini è riuscito a dare un ritmo sorprendente al documentario che tiene sempre vivo l’interesse dello spettatore. Se si dovessero scegliere degli aggettivi per descrivere quest’opera i più adatti sarebbero: coinvolgente, viscerale e carico di umanità. Giovanni Pellegrini è già conosciuto come regista di altri video di successo. L’ultimo documentario girato in co-regia con Chiara Andrich è “ Bring the sun home ”, vincitore di numerosi premi internazionali. Sicuri del successo che riscuoterà anche “ Aquagranda in crescendo ”, abbiamo deciso di intervistare il regista.

Aquagranda

Giovanni Pellegrini durante le riprese di “Bring the sun home”

Cos’è “ Aquagranda in crescendo ”?

“ Aquagranda in crescendo ” è un documentario sulla nascita e la preparazione di “Aquagranda”. Un’opera lirica contemporanea con cui il teatro La Fenice ha voluto commemorare i 50 anni dalla terribile alluvione del 4 novembre 1966. Quell’anno la marea sommerse Venezia per un giorno intero. Si pensò che sarebbe stata definitivamente inghiottita dal mare.

Nel documentario si racconta quindi come è nata, come è stata pensata e come è stata preparata l’opera. Il compositore ad esempio ci racconta quali sono state le suggestioni che lo hanno ispirato nella scrittura della musica. I librettisti ci raccontano il processo di creazione del libretto. Il regista ci racconta come è stata preparata la messa in scena.

Al tempo stesso però assistiamo alla costruzione dello spettacolo. I cantanti con il regista, l’orchestra, il coro, la preparazione delle scenografie e dei costumi. Il racconto delle prove ricalca la successione delle scene dello spettacolo. In questo modo assistiamo allo spettacolo, ma nel suo farsi, e per questo abbiamo chiamato il documentario ” Aquagranda in crescendo “. Assistiamo letteralmente al crescere dell’opera, dalla fase di ideazione al giorno della prima.

Aquagranda

Una scena di “Aquagranda” a La Fenice

Perché hai deciso di realizzare questo documentario?

Sono sempre stato affascinato dal teatro La Fenice. Da tempo desideravo lavorarci per un periodo. Anche come tecnico, per conoscere dal di dentro il microcosmo che vive al suo interno e anche per cercare di colmare almeno un poco la mia ignoranza nel campo dell’opera lirica. Poi ho pensato che un bel modo di vivere un periodo nel teatro avrebbe potuto essere quello di girarci un documentario.

Ho cominciato a sondare il terreno parlando con degli amici che lavorano in teatro. Poi ho saputo che stava per cominciare la lavorazione di uno spettacolo originale. Quindi ho cominciato ad attivarmi. Quando ho saputo che lo spettacolo raccontava l’alluvione del 1966, un avvenimento che volevo raccontare da tempo, ho capito che dovevo assolutamente girare il documentario. Stavo per cominciare a girarlo da solo, ma pochi giorni prima dell’inizio delle riprese per fortuna è intervenuta la Kama productions che mi ha affiancato una troupe vera e propria.

È stato emozionante poter partecipare alla vita nel backstage del teatro La Fenice?

Il solo fatto di poter girare alla Fenice era per me una grande emozione. Sono veneziano ed il Teatro La Fenice è sempre stato un punto di riferimento nella mia geografia emotiva. La grande collaborazione di tutto lo staff, dai tecnici al direttore d’orchestra, e la fantastica disponibilità del compositore Perocco hanno reso le riprese di questo film una delle esperienze più intense della mia vita, che porterò sempre con me.

Aquagranda

Una foto d’archivio dell’alluvione del ’66

Cosa ti ha colpito di più?

Non sono assolutamente un “melomane” e fino all’inizio delle riprese (anzi, fino alla fine) non conoscevo le fasi di preparazione di uno spettacolo di opera lirica. Durante le riprese sono stato colpito dalla velocità con cui viene preparato lo spettacolo. Dal gran numero di persone che lavoravano all’allestimento e dalla passione e professionalità che contraddistingueva tutti. Non avrei mai immaginato ad esempio che le prove d’assieme di cantanti, orchestra e coro si contassero nelle dita di una mano.

“ Aquagranda in crescendo ”, perché hai scelto proprio questo titolo?

Nella prima scena dell’opera due dei protagonisti, due anziani pescatori dell’isola di Pellestrina, hanno una discussione. Uno afferma che l’acqua stia calando, l’altro invece sostiene che stia crescendo. Nell’opera si racconta di una marea che cresce troppo, anzi che non smette affatto di crescere. Nel documentario invece si racconta di come cresce, di come si costruisce l’opera, come poco a poco venga aggiunto un pezzettino. Poi ho scoperto che “in crescendo“, come molti altre notazioni musicali italiane, è un termine che si usa in tutto il mondo, perché l’italiano è un po’ la lingua franca della musica classica. Un po’ come con l’inglese per l’informatica e il francese per la cucina. ” Aquagranda in crescendo ” era quindi un titolo già “tradotto”, quindi abbiamo deciso di scegliere questo.

Aquagranda

Durante l’Aquagranda tutta la città venne sommersa

L’ Aquagranda è entrata nel DNA di tutti i veneziani, anche di quelli che non hanno vissuto quella terribile esperienza. Da veneziano come ti sei sentito nel girare questo documentario?

Sono veneziano e conosco il fenomeno dell’acqua alta, anche dentro casa, ma nel 1966 non ero ancora nato. Ho conosciuto l’alluvione dai racconti dei miei genitori. Le loro descrizioni mi hanno sempre fatto molta impressione tanto da farmi interiorizzare l’avvenimento quasi lo avessi vissuto in prima persona. Penso che sia così per tutti i veneziani nati dopo il ’66.

Ho sentito un grande onore e una grande responsabilità nel raccontare questo avvenimento, perché quella del ’66, come rileva Roberto Bianchin, co-autore del libretto, non è stata solo un’acqua alta eccezionale. È stato anche un avvenimento che ha segnato una svolta nella storia della città. Migliaia di abitazioni al piano terra da quella data sono state dichiarate inagibili, costringendo i loro abitanti a trasferirsi in terraferma. Molte attività artigiane e commerciali non hanno più riaperto per via dei danni causati dall’alluvione. In un certo qual modo il 4 novembre 1966 ha dato un forte impulso allo spopolamento della città e alla sua trasformazione nel parco turistico che è oggi.

Questo è un tema che mi sta enormemente a cuore e poterlo raccontare da una prospettiva diversa, quella di un’opera lirica, ha sicuramente dato un tocco di originalità e di freschezza al documentario.

Aquagranda

Il fondale utilizzato per l’opera lirica

Ci puoi dire quando il documentario sbarcherà nelle sale?

Per l’uscita in sala di “Aquagranda in crescendo ” bisognerà aspettare almeno settembre. Questo perché l’anteprima sarà un evento speciale della mostra del Cinema di Venezia. Faremo una proiezione-evento in Piazza a Pellestrina, l’isola dove è ambientata l’opera. Organizzeremo tutto come una sagra di paese. Ci saranno dei banchetti con la pasta alle cozze e il vino bianco. Dopodiché ci muoveremo per una distribuzione cinematografica, anche se è molto difficile in Italia. Siamo alla ricerca di un distributore. Intanto cerchiamo a venderlo alle televisioni, e già l’11 maggio verrà trasmesso da RAI 5.

” Aquagranda in crescendo “, un documentario sorprendente sospeso fra teatro e realtà ultima modifica: 2017-09-01T11:51:25+02:00 da Andrea Castello

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