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STORIA, ARTE E CULTURA

Al via la 74 Mostra Internazionale del cinema

Cinema

La Mostra del Cinema è ringiovanita. Parlando di una signora di tale levatura sarebbe improprio il termine “rifatta”. Qui si è trattato di bere dal Santo Graal di celluloide come Sean Connery dalla coppa di un falegname nella gola della luna crescente. Anche se la celluloide non si usa più, e nemmeno Sean Connery, ma ci piacciono ancora entrambi.

Il Lido risplende di bianco marmoreo: è scomparso il buco della vergogna, sono scomparsi i rattoppi, la distesa di asfalto asfissiante e i commenti giustamente infastiditi della popolazione locale. Questa volta Venezia affronta la Mostra del Cinema a testa alta, mostrando lo charme grintoso che l’ha caratterizzata negli anni e da troppo tempo sopito nella crisi. Anche i “cuori rossi” che coprivano il Palazzo del Cinema hanno lasciato posto alle eleganti lampade in vetro create dalla più antica vetreria di Murano, Seguso. Venezia ritorna a essere orgogliosa del suo festival, anzi, DEL festival. Le sensazioni sono positive, siamo qui per la prova dei fatti.

Venezia 74 è Cinema

Per il concorso ufficiale il primo film seguito è l’attesissimo Downsizing di Alexander Payne, forse generato dal senso di colpa degli statunitensi nei confronti dei cambiamenti climatici. In due parole, diventare alti dodici centimetri porta alla riduzione dei consumi e all’arresto dei processi di cambiamento climatico. La pellicola fa sorridere e lascia capire che l’unica soluzione alla malattia del pianeta è ridurre drasticamente i consumi. Agli statunitensi non può che fare bene.

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Matt Damon

Anche Paul Schrader, noto ai più come sceneggiatore di Martin Scorsese (Taxi driver, Toro scatenato) in First Reformed tratta la tematica ambientalista. Lo fa attraverso gli occhi di un sacerdote protestante del New England, i suoi conflitti interiori e il suo rapporto con gli altri. Dovreste vederlo come un film antropologico, perché descrive una realtà completamente diversa dalla nostra ma certamente non ha esaltato il pubblico in Sala Darsena. A salvare il brodo è un meraviglioso Ethan Hawke, attore di razza spesso lasciato in secondo piano.

The shape of water di Guillermo del Toro

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Una scena da The shape of water

Guillermo del Toro porta a Venezia una favola: The shape of water. Si tratta di una favola ambientata all’inizio degli anni ’60 e interpretata da una meravigliosa Sally Hawkins. L’attrice britannica smette finalmente i panni della sorella di Kate Blanchett (Blue Jasmine) e porta in scena una protagonista muta che dà filo da torcere alla Amélie Poulain di Audrey Tatou. Il film racconta dell’incontro con il “diverso” e racchiude tra le righe un immaginario facilmente decifrabile.

Non ve lo decifrerò, appena esce correte a vederlo, serve a questo la fantascienza e, questo film, ha le carte per vincere. Forse non un Leone dorato, perché Venezia non premia mai quello che il pubblico vorrebbe, ma porta fortuna a Los Angeles. Grande prova anche per la coprotagonista, Octavia Spencer e Michael Shannon si dimostra uno dei cattivi più interessanti di Hollywood. Non mi preoccuperei troppo per la distribuzione in Italia, un film del genere diventerà un cult.

Al via la 74 Mostra Internazionale del cinema ultima modifica: 2017-09-01T13:22:01+02:00 da David Angeli

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