Alessandro Tortato, artista tra musica, scrittura ed enogastronomia

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INTERVISTE STORIA, ARTE E CULTURA

Incontro con Alessandro Tortato, un artista tra musica, scrittura ed enogatronomia

Alessandro Tortato

Alessandro Tortato, nato a Venezia, del 1969, una vita di studio, curiosità e sincerità.  Sincero proprio come l’aggettivo che lui stesso utilizza più volte nella sua recente guida sui ristoranti veneziani. Diplomato in pianoforte e in composizione, ha diretto diverse prestigiose orchestre nelle più importanti città europee. Attualmente è insegnante di musica al conservatorio Benedetto Marcello, con cattedra di teoria, ritmica e percezione musicale. 
Laureato sia in scienze politiche che in storia, ha concretizzato questa sua passione pubblicando quattro libri sulla prima guerra mondiale. E’ anche giornalista pubblicista e collabora al quotidiano Il Corriere del Veneto. Per non farsi mancare nulla, è pure esperto di enogastronomia: di recente ha pubblicato la guida “I ristoranti di Venezia”, uscita sia in italiano che in inglese. Richiesto ad una presentazione del libro su quando trovi il tempo per fare queste queste cose, ha risposto che a volte trova il tempo per scrivere anche di notte…

La carriera di Alessandro Tortato è partita dal conservatorio veneziano, dove poi è tornato come insegnante, come mai questa scelta?

Sì, è stato un ritorno. Con la musica ho iniziato da bambino, a quattro anni, doveva essere un gioco, altrimenti avrei smesso subito, ma per fortuna ho trovato un’insegnante che me l’ha fatto interpretare appunto come gioco. Non provengo da una famiglia di musicisti, ma da cosa nasce cosa  e a una certa età ho cambiato insegnante e sono entrato in conservatorio a Venezia, dove mi sono diplomato in pianoforte e poi in composizione, che ho studiato per la direzione d’orchestra. Ho diretto parecchio e in diverse parti del mondo. Sono stato per anni direttore artistico dell’Accademia di San Giorgio, che era una straordinaria orchestra da camera, che aveva sede presso la Fondazione Cini.
Poi avevo un’attività come direttore in giro per l’Europa ed ho fatto questo mestiere per molti anni, con grande soddisfazione. Poi sono arrivato ad un punto, quando l’orchestra è stata chiusa, che volevo dedicare più tempo a me stesso e alla mia famiglia e ho deciso, dopo aver girato parecchi conservatori, di prendere la cattedra al Benedetto Marcello ed è stato come un ritorno a casa.  

Una foto di Tortato By Franco Cappellari
Alessandro Tortato mentre dirige, in un’immagine di Franco Cappellari

Quali sono oggi in Italia le maggiori difficoltà per la diffusione della cultura musicale?

La principale difficoltà nel nostro paese è la mancanza di un’educazione musicale o per lo meno un’educazione musicale adeguata, perché molto spesso quella minima che viene data dalla scuola allontana gli studenti dalla musica invece che avvicinarli. Se pensiamo che nemmeno nel percorso di un liceo classico, che è quello più umanistico, viene contemplata la musica… A noi quindi manca di considerare la musica come un aspetto essenziale della crescita di un individuo, cosa che invece viene assolutamente concepita come tale in altri paesi. Per me questo è un dramma assoluto, che mi colpisce come musicista, nonostante appaia con molta chiarezza che c’è fame di sapere di musica. Si stanno moltiplicando le domande per le scuole medie ad indirizzo musicale, per i licei musicali e per lo stesso conservatorio. C’è quindi una dicotomia tra la qualità di ciò che viene offerto e la richiesta di approfondire questo aspetto artistico.

Secondo lei, anche oggi la cultura della musica continua ad essere fortemente radicata a Venezia?

Altrochè, Venezia è una città che occupa un posto da protagonista assoluta nella storia della musica. Senza voler citare le cose ovvie, ma dal primo teatro pubblico, aperto nel 1637 a San Cassiano, a tutte le prime delle opere che sono state presentate alla Fenice. Ma pensiamo in tempi più recenti anche alla Biennale Musica. Venezia è una protagonista dell’intera storia della musica ed essendo a sua volta una città con una storia così poderosa, lunga e importante, ha risentito dei molteplici contatti che ha avuto nel corso della sua storia secolare.

Tortato Libro

 Da dove nasce, in un musicista, la passione per l’enogastronomia?

E’ una delle mie grandi passioni della mia vita ed l’ho sempre interpretata un po’ come un modo di aumentare la conoscenza. Siccome per la musica ho fatto una discreta carriera come direttore d’orchestre, anche quest’arte è stata un mezzo, al di là dell’atto specificatamente artistico, per conoscere le persone, il mondo e la storia. Pertanto trovo che anche la cucina sia uno splendido modo per  capire tante cose. Non ho mai trovato un musicista, anche parlando di grandi nomi, che non fosse attratto dal cibo, dal momento della convivialità a tavola e dai vini. Evidentemente c’è quest’aspetto, forse ludico, che non riguarda solo la musica, ma ben si accompagna anche alle arti visive, benché le eccezioni ci siano sempre. E quanti momenti importanti anche nella vita degli artisti si sono svolti a tavola! Basti pensare a Parigi o a Vienna o a quanto importante era il cibo per Gioachino Rossini: quando smise la sua enorme carriera di compositore decise di dedicarsi alla cucina. 

Infine, cosa c’è nel futuro musicale di Alessandro Tortato? 

Nel futuro musicale c’è di continuare a dedicarmi alla didattica con altrettanta passione e soddisfazione, come sto facendo ora. La scelta di cessare con l’attività artistica è stata molto consapevole e voluta e l’insegnamento non è un ripiego. Questo mi rende molto contento e mi soddisfa tantissimo, poi non si sa mai nella vita, può succedere anche che mi ritorni voglia di riprendere in mano la bacchetta!                      

Incontro con Alessandro Tortato, un artista tra musica, scrittura ed enogatronomia ultima modifica: 2024-03-27T14:36:48+01:00 da Gigi Fincato

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