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VENEZIA DA SCOPRIRE

Veniceland, il “parco acquatico” più ambito dai turisti.

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Una delle ultime bravate a Venezia risale allo scorso 23 Luglio. Un gruppo di turisti belgi sfida spavaldo il ponte di Calatrava tuffandosi nel Canal Grande, incurante dei grossi rischi che tale azione avrebbe potuto comportare. Fortunatamente ad interrompere lo spettacolo è arrivata la Polizia che ha preso subito provvedimenti.

Quando un tuffo divide l’opinione pubblica: trattasi di incoscienza o maleducazione?

Purtroppo questo episodio fa parte di una lunga serie di polemiche che riguardano i turisti. Spesso vengono considerati irrispettosi e maleducati perchè confondono la meravigliosa città storica con un vero e proprio parco divertimenti. Per questo motivo Venezia viene ribattezzata sarcasticamente dai veneziani “Veniceland”, un parco acquatico in cui si circola tra le calli in pareo ed infradito, si bivacca tra le scalinate, ma soprattutto ci si tuffa dai ponti.

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Il tuffo dal ponte di Calatrava

Tali comportamenti hanno dato vita a dibattiti social molto accesi. Non è raro imbattersi in commenti quali: “Che si prendano qualche malattia, si renderanno conto che Venezia non è una piscina pubblica!”. Ma tra le tante polemiche, sorge soprattutto una domanda: chi decide di tuffarsi nei canali, è consapevole dei rischi a cui va incontro?

Se per le infrazioni alle regole di decoro pubblico il turista se la potrà cavare con una multa salata, per quanto concerne il tuffarsi e nuotare in acqua invece, si aggiunge il rischio di rimetterci in salute. Venezia infatti deve la sua unicità all’assenza di strade e automobili, sostituendole con canali e imbarcazioni. Ciò purtroppo ha portato all’aumento del traffico acqueo e, di conseguenza, anche a quello dell’inquinamento lagunare.

Cosa si trova nell’acqua dei canali veneziani.

Secondo i vari dati elaborati da Legambiente e dall’Arpav, Venezia risulterebbe altamente contaminata dagli agenti inquinanti prodotti principalmente dagli scarichi industriali e domestici. Ad essi si aggiungono anche i mezzi di trasporto acqueo che per anni hanno attraversato i canali veneziani senza alcuna limitazione di emissione. Con l’aiuto di alcune ricerche svolte dall’Ong tedesca Nabu, si evince che l’impatto ambientale provocato dai traghetti sulle vie d’acqua sarebbe maggiore in relazione a quello che traffico urbano ha sulle strade. I punti più attraversati sono quindi i più soggetti ad inquinamento, come il ponte di Rialto ed il ponte degli Scalzi.

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Analisi dell’acqua

Si deduce quindi che il Canal Grande, meta preferita per i tuffatori provetti, sia uno dei fulcri più contaminati della laguna. Gli esiti di un rapporto scritto da Greenpeace affermano infatti che molte sostanze tossiche provengano soprattutto da una delle maggiori fonti di inquinamento: Porto Marghera. Inoltre, lungo la spina dorsale di Venezia sono stati rilevati anche congeneri potenzialmente cancerogeni e composti simili alle diossine. Tra essi il PCB, che facilmente può contaminare l’uomo tramite l’ingerimento, l’inalazione e l’esposizione cutanea.

Quali sono i rischi a cui sono andati incontro i turisti belgi che inconsciamente
hanno deciso di buttarsi dal Calatrava?

Oltre ad un’ammonizione da parte della Polizia, la dinamica sarebbe potuta andare in maniera ben più grave. Qualcuno avrebbe potuto contrarre qualche malattia o infezione, o si sarebbe potuto ferire gravemente o peggio. Nell’agosto 2016 un uomo attuò la stessa bravata dal ponte di Rialto, sbattendo violentemente su un taxi d’acqua e morendo qualche mese dopo a causa delle gravi ferite riportate. Spesso i visitatori che vengono a Venezia non sono al corrente che questa città, per quanto possa sembrare eterea, è in realtà fatta di regole, che se osservate bene sono atte a tutelare tutti, anche i turisti, non solo i cittadini.

Veniceland, il “parco acquatico” più ambito dai turisti. ultima modifica: 2017-08-28T11:35:31+02:00 da Valentina Cagnin

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