Il ritorno in libreria del musicista Alessandro Monti. Il suo nuovo libro “Caleidoscopio Folk nuove forme e colori della musica popolare”, edito da Arcana è infatti da poco disponibile. Monti, veneziano, classe 1960, ha suonato con vari musicisti locali e non, realizzando vari dischi.
Tra i lavori più significativi ci sono “Micro Culture”, “Intonarumori: Ieri ed Oggi” (un lavoro sugli strumenti futuristi di Luigi Russolo), “monti” il suo primo disco solista. Poi, naturalmente, il progetto Unfolk, un collettivo di musicisti provenienti da aree diverse, durato dal 2006 al 2019, soprattutto con “The Venetian Book Of The Dead” (un tributo alle vittime del ‘Petrolkimiko’), “spiritDzoe”, “Intuitive Maps” e “File Under Oblivion”. Altra cosa a cui tiene molto è l’esperienza come produttore nel 1992 negli Stati Uniti con il gruppo Caveman Shoestore, un’ottima band tra grunge e prog. Da alcuni anni collabora con Tony Pagliuca (storico tastierista de Le Orme). Per Arcana ha già pubblicato nel 2021 anche il libro “Riproduzione casuale – Sistemi d’ascolto non lineari”.
Alessandro Monti, puoi spiegare come è nata l’idea di questo nuovo lavoro?
Si tratta di un lavoro svolto in due anni (ma con 50 anni di ascolti alle spalle). Lo ritengo un capitolo importante, soprattutto in questo momento in cui la musica tradizionale e la canzone di protesta sembrano occultate ad arte da un sistema che tende solo alla superficialità e all’omologazione.
Oltre ad un percorso musicale ricco di divagazioni sul tema (sia internazionali che italiche) e a qualche sorpresa, ho aggiunto in appendice una nota sulla preoccupante evoluzione del web, com’era accaduto nel precedente volume. In entrambi i libri sono scritti aggiornamenti e notizie di controinformazione di cui nessuno parla. Ho inoltre colto l’occasione per esporre molte delle mie idee. Il folk e la canzone di protesta si adattano a spaziare nei vari topics (guerra, obiezione di coscienza, disarmo, diritti civili, femminicidi, pena di morte, razzism, politica ecc.), quindi direi che in questi tempi cupi è abbastanza rivoluzionario.
Come hai pensato questo nuovo volume?
E’ stato concepito come un’integrazione del primo volume Riproduzione Casuale. Questo nuovo libro propone un approccio fresco e non ortodosso alla musica popolare. Approccio basato su brevi capitoli in cui vengono evidenziati musicisti e dischi che hanno accompagnato il percorso e che hanno lasciato un segno nel mio percorso, sia nella musica tradizionale che in quella di confine. La natura viva del folk fa si che all’interno di queste pagine trovino spazio, oltre alla tradizione, anche altri generi talvolta contrastanti come rock, soul, classica, improvvisazione, ricerca.
Cosa deve aspettarsi che si appresta alla lettura di “Caleidoscopio folk”?
Qui il lettore non troverà una storia enciclopedica della folk music, né colti saggi etnomusicologici, ma un’interpretazione pratica attraverso suggerimenti d’ascolto talvolta obbligati, altre volte provocatori ed estremi, con l’unico vero scopo di esortare all’ascolto attivo e approfondito. Oggi con Internet abbiamo potenzialmente tutto a disposizione, ma mancano gli strumenti per distillare il meglio dalla marea di informazioni. Il libro può costituire un primo balzo verso un territorio vastissimo, incluse le deviazioni dalla retta via e le inevitabili trasformazioni del genere.
Infine una curiosità da Alessandro Montì: hai accompagnare la presentazione del nuovo volume con un Dj set…
Sì, ho creato una sorta di “educational DJ set” : nel corso del programma naturalmente ho scelto solo qualche brano che reputo indispensabile. Spero sia anche un buon intrattenimento e invogli un’ulteriore ricerca! (in streaming qui sotto)
