C’è voluta l’opportunità economica del bonus facciate, ma anche e soprattutto la volontà di restituire beni culturali e artistici della chiesa alla comunità, non solo quella religiosa. A pochi giorni dalle celebrazioni della Madonna della Salute, il prossimo 21 novembre, è stato presentato il restauro delle facciate della Basilica della Salute e quello dell’antica Biblioteca del Seminario. Circa tre anni di restauri, sette i cantieri aperti che, oltre alla risistemazione complessiva della facciata e a quella del portone monumentale, hanno visto interventi anche sui serramenti e sulla pavimentazione marmorea della rotonda centrale (questi due ultimi ancora in corso di completamento).
Il recupero architettonico della facciata, un grande lavoro di squadra
Un progetto costato circa tre milioni e mezzo di euro. Che ha visto ponteggi per 12 mila metri quadrati con una ventina di tecnici restauratori che hanno seguito i diversi aspetti artistici, storici, tecnici, finanziari e istituzionali. Il restauro del portone principale è costato poco più di 287 mila euro. Quello dell’antica Biblioteca del Seminario 450 mila euro, intorno ai 300 mila euro la spesa per l’intervento in corso sul pavimento. Tutto questo grazie ad una fattiva collaborazione tra le istituzioni religiose e lo Stato. Che ha dato un contributo importante alla realizzazione del progetto. E che ha consentito non solo la restituzione della bellezza di quanto restaurato, ma anche la sua messa in sicurezza.
“Ho cercato di seguire passo dopo passo il progetto fin dall’inizio. Ho chiesto estrema trasparenza e equità – ha sottolineato il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia – Mi sembra che le cose siano state portate avanti proprio in questo senso. La Basilica è un bene che riguarda i veneziani e la loro fede, ma anche il mondo. Vedere la Basilica della Salute pone delle domande: perché quel luogo, perché lì, come mai, quale è stata la vicenda da cui è nato questo spazio di culto? Questa domanda la può fare un cattolico, un cristiano, anche chi appartiene ad altre culture e si pone delle domande. Allora capiamo che le religioni e le culture che le religioni producono diventano, se gli uomini sono uomini di buona volontà, luoghi di unione. Di aiuto, di comunione, di condivisione, di arricchimento reciproco”.
Restaurata anche l’antica Biblioteca del Seminario Patriarcale
Straordinariamente bella anche la riaperta restaurata Biblioteca del Seminario Patriarcale, con i suoi circa trentamila volumi oltre a preziose stampe, le nuove scaffalature, i due globi di Coronelli, il Leone di San Marco. “Un luogo centrale per il mondo intero – spiega don Gianmatteo Caputo delegato patriarcale per i Beni culturali ecclesiastici – Uno spazio culturale ma soprattutto spirituale che sarà aperto a tutti, non solo ai credenti”. Anche per la ricchezza e la varietà dei volumi conservati, non solo di argomento religioso. Ci sono opere di Lutero, di botanica, di viaggi, di letteratura, di geometria e aritmetica. “In questi spazi – aggiunge il direttore della Biblioteca don Diego Sartorelli – a un certo punto non c’era solo il seminario. Ma anche una scuola pubblica, un liceo ginnasio maschile. Poi, nel 1902, un istituto di diritto canonico che nel 1905 era diventato una facoltà”. Valori affettivi e di memoria regnano in questi luoghi. “Perché – aggiunge il rettore del seminario don Fabrizio Favaro – sono il segno di chi è stato qui prima di noi”.
Indispensabile il prezioso contributo degli sponsor che nel corso del restauro sono apparsi sulla facciata della Basilica. “Scelti – precisa don Favaro – nel massimo rispetto delle norme. E coperti con una immagine sacra o un telo bianco in occasione della Festa della Salute e della visita del Papa a Venezia“. “Siamo portatori di una storia – ha concluso il Patriarca – che dobbiamo consegnare”. Grazie a questo restauro in futuro sarà possibile ammirare l’apparato scultoreo della facciata della Basilica della Salute con visite organizzate di volta in volta per piccoli gruppi. Grazie al bonus facciate, è stato infine ricordato, si è potuto mettere in sicurezza e riportare all’originale bellezza una decina di altri luoghi di culto a Venezia.