Il cinema italiano nuovamente protagonista a Venezia

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STORIA, ARTE E CULTURA

Cinema italiano a Venezia 74

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Il cinema italiano ha rappresentato per decenni un punto di riferimento. Tanti registi stranieri hanno preso spunto dalla qualità della settima arte nostrana. Nomi come Federico Fellini, Pietro Germi, Luchino Visconti, Roberto Rossellini o Mario Monicelli hanno fatto scuola ovunque. Cineasti come Quentin Tarantino si sono ispirati anche alle produzioni meno note e più commerciali, fatte per il mercato interno, i cosiddetti “B – Movies“. Sembra però che, negli ultimi decenni, qualcosa si sia incrinato e il nostro immaginario collettivo della pellicola si sia ammalato di esterofilia, considerando di bassa qualità buona parte di quello che viene girato in casa.

Non si può negare che ci sia stata una flessione, i produttori hanno meno coraggio e preferiscono produrre al ribasso piuttosto che dare possibilità ai tanti registi emergenti. Chissà quante idee che non avrebbero nulla da invidiare a sceneggiature di Ennio Flaiano, Cesare Zavattini o Age&Scarpellli giacciono impolverate in qualche cassetto in attesa di una produzione dignitosa. Questo è un fatto. La Mostra del Cinema però dà spazio ai film italiani, quest’anno non sono mancate infatti le sorprese.

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Charlotte Rampling, protagonista di Hannah, al Lido di Venezia

Ammore e malavita: la Napoli dei Manetti Bros.

I Manetti Bros. portano in concorso un’irresistibile commedia musicale. I due fratelli registi “prendono in giro” la loro città, Napoli, e l’immagine diffusa da fortunate serie che ne descrivono drammatiche realtà, come Gomorra. La Napoli delle Vele di Scampia, divenuta famosissima all’estero (Gomorra è la serie italiana che ha avuto più successo nel mondo), si presenta attraverso una lente che esalta anche le caratteristiche estremamente positive della realtà partenopea. A forza di parlare di camorra sembrava quasi che all’ombra del Vesuvio esistesse solo un blob malvagio da gangster story, ci sono invece la musica, le risate e i bravi interpreti che danno vita al film, tra cui una Claudia Gerini strepitosa. I registi si sono definiti come “la Sambenedettese al Bernabeu” ma non hanno nulla da invidiare ai colleghi in concorso, anzi.

Un italiano innovativo: Hannah

Un film italiano in concorso è del trentino Andrea Pallaoro ed è sorprendente. La prima cosa che stupisce è la bravura pazzesca di Charlotte Rampling, che sostiene alla perfezione un ruolo che vale la quasi totalità del film. La pellicola racconta attraverso lo spaesamento, la “non comprensione” totale di quanto sta accadendo. Si assiste a un susseguirsi di non detti, di immagini offuscate, non si capisce neemo dove ci si trovi. Più si cerca una chiave nel particolare e più si rimane piacevolmente confusi. Il cinema statunitense ci ha abituati alle storie preconfezionate da pop corn. Hannah non è questo: è un’opera d’arte che spinge a riflettere e a prestare attenzione. La regia finissima, fatta soprattutto di primi e primissimi piani della protagonista, contribuisce a mantenere alta la qualità. Senza dubbio sentiremo parlare di questo film.

La vita in comune – Orizzonti

Presentato in rassegna Orizzonti, si tratta di un film interessante ma anche di un passo verso lo stereotipo del cinema italiano. Una cittadina salentina dal nome evocativo (Disperata) abitata dai personaggi e dalle vicende dell’eterna provincia italiana che si prende in giro in quanto se stessa, esagerando e cercando una legittimazione nell’assurdo. Una domenica pomeriggio sul divano gliela si regala volentieri. Si ride e si percepisce che chi ha preso parte al progetto si è divertito parecchio ma Orizzonti ha proposto, quest’anno, perle con cui la pellicola di Edoardo Winspeare non regge il confronto.

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Sara Serraiocco e Claudio Santamaria in Brutti e cattivi di Cosimo Gomez

Brutti e cattivi – Orizzonti

Speravo che il titolo, data la romanità profonda della produzione, omaggiasse Brutti, sporchi e cattivi di Ettore Scola. Non è così. Cosimo Gomez è alla sua prima prova cinematografica. Complici i bravissimi Claudio Santamaria, Sara Serraiocco e Marco D’Amore, il regista dà vita a una pellicola pulp ambientata nella periferia romana. Il risultato è una commedia nera, a tratti cinica e il risultato dà modo di riflettere. S’ha da guardare una domenica pomeriggio, la stessa di cui sopra. Il problema è che Orizzonti premia la ricerca e l’innovazione, qui ci si è senza dubbio divertiti na cifra ma innovato mica tanto.

Cinema italiano a Venezia 74 ultima modifica: 2017-09-13T13:15:04+02:00 da David Angeli

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