Venezia-Mestre, the dark side of the city - Una città che cerca di rinascere

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INTERVISTE

Venezia-Mestre, the dark side of the city

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Venezia assediata dai turisti e sarà sempre di più così. Ma nemmeno a Mestre si scherza. Gli ultimi anni, di pari passo con il decuplicarsi della quantità del flusso turistico, la geografia degli alloggi è totalmente cambiata. Intere case e palazzi riconvertiti in alberghi, bed & breakfast, appartamenti da affittare per brevi periodi, interi o a stanze. Il tutto in un contesto architettonico, statico e pratico che fa a volte fatica a mettersi in regola con le leggi previste per questa delicata città.

Come siamo messi a Mestre?

Il  Comune e gli altri enti pubblici preposti non hanno certo un compito facile, spesso alle prese con la scarsità di personale addetto ai controlli. Analoghi problemi in terraferma, dove Mestre, Marghera Favaro e dintorni, sfumato l’ennesimo tentativo di separazione amministrativa -tramite referendum- sono ancora un tutt’uno con l’ex Serenissima. Qui però c’è spazio per costruire ancora e allora via con il quartiere degli “albergostelli” in zona stazione soprattutto, però anche con il tentativo di aumentare l’offerta culturale per residenti (e turisti, perchè no?) con il colossale spazio M9, ormai in dirittura d’arrivo. Ecco, forse il giusto equilibrio tra aumento della quantità dell’offerta, intesa come auspicato ritorno economico al territorio, ed una forte attenzione per la crescita di spazi ed iniziative di cultura e spettacoli, sarebbe più che auspicabile. Panem et circensis, dicevano gli antichi Romani…

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Palazzi in costruzione accanto alla ferrovia

Ne abbiamo parlato con Pierluigi Rizziato, giornalista e scrittore ed autore della recente “Storia di Mestre”.

Venezia si sta svuotando di abitanti e riempiendo di turisti, che rischi vedi?

Venezia non si sta spopolando ora di abitanti, ne ha già persi a migliaia, a partire dagli anni ’60. E poi è stata un’emorragia continua. L’esistenza stessa del Comune unico con Mestre ne è stata una causa primaria perché ha consentito a Venezia di dirottare tanti veneziani nelle nuove case di  Marghera, viale San Marco, Campalto al Cep (ora Villaggio Laguna) ed al Rione Pertini, anziché pensare ad una politica della casa a Venezia, per Venezia e per la permanenza dei veneziani in laguna e non in terraferma. Era sicuramente più costoso, più difficile e più problematico, ma era una sfida da vincere.

Venezia e Mestre per il momento ancora unite, divorzio impossibile o matrimonio di convenienza?

Il matrimonio fra le due città, forzatamente e subdolamente istituito nel 1926 per interessi esclusivamente veneziani, a Mestre ha fatto solo danni irreparabili. Basti pensare al cosiddetto “sacco di Mestre“, fra gli anni ’50 e ’70, in cui si è abbattuto l’abbattibile, parlo di case con cortile, ville e aree verdi di pregio assoluto, per costruire solo brutti palazzoni e fare di Mestre un anonimo dormitorio per le famiglie degli operai di Porto Marghera.

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Riusciranno queste costruzioni a dare un nuovo impulso a Mestre?

Visti i recenti cambiamenti in atto nell’offerta alberghiera e non, in che misura Mestre può avere una  vocazione turistico-ricettiva che non sia solo all’ombra di Venezìa?

Mestre in passato aveva una sua propria minima attrazione turistica. Lo dimostra la pubblicazione di tutta una serie di vecchie cartoline che ritraevano la città nei suoi angoli più caratteristici. E fino ad anni recenti aveva una serie di manifestazioni di richiamo, che attiravano molte persone da fuori città: il Carnevale di Mestre, il Settembre mestrino, le Notti bianche, la “Piazza dei sapori”, “MestrEuropa”, le bancarelle natalizie dal primo dicembre al 5 gennaio. Ora non ci restano che il benemerito Festival della Politica e la serata ad agosto del Festival show. Mi pare davvero troppo poco rispetto a quello che fanno tante città, anche più piccole, vicine a Mestre, vedi ad esempio Treviso o Mirano.

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M9, sarà una risorsa per la città?

L’imminente M9 può dare un serio impulso culturale o ci può essere a lungo termine il rischio di un ridimensionamento come per il centro culturale Candiani?

L’M9 aprirà, si è sempre detto, a dicembre. Se la data sarà rispettata sarà davvero un miracolo. I dubbi nascono dal fatto che a due mesi o poco più dall’annunciata inaugurazione nulla di concreto si sa su cosa sarà e cosa conterrà realmente a livello di negozi, di servizi, di spazi e di contenuti espositivi. Basterà a rilanciare Mestre sotto l’aspetto culturale e non solo? Difficile dirlo. Specie se la sua apertura non coinciderà con un parallelo, qualificato e qualificante riordino dell’arredo urbano di tutta l’area centrale cittadina, dalla stazione a viale Garibaldi, da via Circonvallazione a San Giuliano, a partire da via Piave, via Cappuccina, Corso del Popolo e le strade che le collegano. Una città insomma, che si presenti gradevole, pulita, curata, accogliente e attrattiva. Altrimenti, temo, l’M9 non basterà.

Venezia-Mestre, the dark side of the city ultima modifica: 2018-09-25T16:41:37+02:00 da Gigi Fincato

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