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Le Stanze del Vetro e i grandi maestri del Vetro Boemo

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E’ una mostra sul vetro ma è anche una mostra sull’arte in senso lato. Appuntamento con Vetro Boemo. I grandi maestri” a Le Stanze del Vetro, nell’Isola di San Giorgio Maggiore, progetto espositivo numero 21 (ma in realtà sono complessivamente 37 le mostre allestite anche all’estero con un numero di visitatori che supera il milione e mezzo) della indovinata collaborazione tra Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung e dedicata allo studio e all’esposizione delle forme moderne e contemporanee dell’arte vetraria. Attuale, è proprio il caso di dirlo per questo nuovo allestimento. Dedicato al Vetro Boemo la cui produzione segna una tappa fondamentale nella seconda metà del secolo scorso. Perché le opere sono il risultato di quella storia che ha percorso l’Europa dell’est in epoca comunista. La Boemia è infatti una delle regioni dell’odierna repubblica ceca.

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In anni di omologazione dell’arte in un’unica direzione, che era quella indicata dal regime comunista, in Boemia gli artisti  avevano trovato nelle scuole tecniche l’unica possibilità di esprimere la propria arte. Perché il vetro serviva, non era solo una forma artistica ma un oggetto d’uso. Nonostante le restrizioni, gli artisti cechi – a cui il regime consentiva comunque di esporre le loro creazioni in vetro alle grandi esposizioni internazionali – avevano trovato nelle scuole tecniche la possibilità di esprimersi, di portare l’arte nelle grandi vetrerie industriali. Nella seconda metà del Novecento il vetro in Boemia diventa la forma d’arte più importante, con un forte richiamo alle avanguardie storiche. Effetto, quest’ultimo, legato a quarant’anni di chiusura e all’assenza di stimoli esterni. 

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Nei raffinati spazi de Le Stanze del Vetro, grazie all’accurato allestimento di Caterina Tognon e Sylva Petrová, ogni stanza è come la personale di ogni singolo artista. Artisti figli di un territorio che, già a partire dal XII secolo, aveva contribuito ad ampliare il panorama dell’arte vetraria europea. E dove, in epoca comunista, il regime totalitario, le restrizioni e le libertà negate non state in grado di frenare la loro attività creativa. Né di bloccare l’evoluzione artistica. La mostra si apre con i lavori in vetro soffiato di Miluše Roubíčková (Praga, 1922 – Kamenický Šenov, 2015), un vero trionfo del vetro declinato al femminile: bouquet di fiori, vassoi di pasticcini, gomitoli di lane colorate, vasetti di marmellata, tutto rigorosamente realizzato in vetro. Si affiancano le opere di René Roubíček (Praga, 1922-2018), legato alla Roubíčková nella vita personale ma indipendente e autonomo nella sua produzione artistica.

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Il minimalismo di Václav Cigler (Vsetín 1929) si esprime con le sue opere in cristallo ottico. L’uso del vetro industriale come tela da pittura di Vladimír Kopecký (Svojanov 1931), si affianca alla coppia Stanislav Libenský (Sezemice, 1921 – Železný Brod, 2002) e Jaroslava Brychtová (Železný Brod, 1924 – Jablonec nad Nisou, 2020) e alle loro opere di dimensioni maestose. La mostra si completa con diciannove fotografie di Josef Sudek (Kolín 1896 – Praga, 1976). Appartengono alla serie Glass Labyrinths, e sono state scattate in occasione della mostra Vetro Boemo Contemporaneo, organizzata a Praga nel 1970. Vetro Boemo. I grandi maestri”, aperta fino al prossimo 26 novembre, è accompagnata da un catalogo edito da Skira.

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(crediti foto: Enrico Fiorese, courtesy Le Stanze del Vetro)

Le Stanze del Vetro e i grandi maestri del Vetro Boemo ultima modifica: 2023-06-07T15:21:30+02:00 da Cristina Campolonghi

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