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CULTURA STORIA

L’India di Nicolò Manucci alla corte Moghul

Figura Di Nicolò Manucci Giovane Nel Libro Rosso (da

Aveva solo 14 anni quando, spinto da un grande spirito di avventura, si imbarcò a bordo di una tartana che da Venezia lo avrebbe portato in Oriente. Non in Cina, come qualche secolo prima il suo più celebre concittadino Marco Polo, ma in India, alla corte Moghul. Nicolò Manucci, il Marco Polo dell’India. Un veneziano alla corte Moghul nel XVII secolo, è il più grande progetto espositivo mai dedicato a questo veneziano “expat” ante litteram. E che Palazzo Vendramin Grimani, a Venezia, ospita fino al prossimo 26 novembre. Non era la necessità di lavoro quella che aveva spinto il Manucci a partire verso Oriente, quanto piuttosto il suo desiderio di esplorare il mondo.

Figura Dell’’imperatore Aurangzeb Nel Libro Rosso Della Bibliothèque Nationale De France
Figura dell’Imperatore Aurangzeb nel Libro Rosso (Bibliotheque Nationale de France)

In quel lontano 1653, quando pur di partire si nascose nella stiva di una tartana, aveva già segnato il suo destino. A Venezia non sarebbe più tornato. E in India, dove giunse tre anni anni dopo la partenza, avrebbe ricoperto gli incarichi più svariati. Artigliere dell’esercito imperiale, medico alla corte Moghul, commerciante di farmaci e unguenti di sua produzione. Ma anche traduttore e intermediario culturale, ruolo che Nicolò Manucci svolse tra i Moghul e i diversi rappresentanti europei degli insediamenti che si trovavano in quel Paese: portoghesi, inglesi, francesi. Per trasferirsi poi nelle colonie europee di Goa, Madras e Pondicherry dove avrebbe ritrovato il mondo cristiano.

Commercianti Banjara Nel Libro Nero Della Biblioteca Nazionale Marciana Di Venezia
Commercianti Banjara nel Libro Nero (Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia)

Una storia molto interessante e poco conosciuta, che in epoche di viaggi verso terre lontane porta il Manucci non tanto ad esplorare territori selvaggi (così come erano percepiti, per esempio, quelli raggiunti un secolo e mezzo prima da Cristoforo Colombo) ma Paesi con civiltà molto sviluppate in epoca precoloniale. Frequentate soprattutto da mercanti francesi, inglesi, portoghesi, raramente da italiani.

Per la prima volta una mostra dedicata allo straordinario viaggio e alla vita di Nicolò Manucci in India

In età avanzata (morì nel 1720 a 82 anni) Nicolò Manucci decise di narrare la propria storia e quella dell’impero Moghul. Facendone non un libro di memorie, e neppure una trattazione storica o un’opera scientifica, ma piuttosto un reportage straordinario che racconta gli eventi salienti della storia indiana dell’epoca. La sua Storia del Mogol si presenta in tre lingue: italiano, francese e portoghese. E con il contributo di tante mani diverse perché Nicolò non sapeva scrivere ma sentiva la necessità di mettere per iscritto la propria esperienza, e di farne giungere notizia in patria. Detta quindi i suoi racconti. Arricchendoli di tante immagini, commissionate ad artisti indiani, che si tradurranno in uno straordinario corpus di miniature raccolte in due volumi, il Libro Rosso e il Libro Nero.

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La partenza di Nicolò Manucci (illustrazione di Guido Fuga, Venezia 2020)

La mostra, allestita a Palazzo Vendramin Grimani grazie alla Fondazione dell’Albero d’Oro, racconta la vita del viaggiatore veneziano. Riunendo per la prima volta l’intero lascito del Manucci: il Libro Rosso, il Libro Nero, i due manoscritti che compongono la versione originale della Storia del Mogol e le loro successive trascrizioni. Il percorso espositivo propone manufatti ed elementi decorativi di diverse epoche, una selezione di riproduzioni digitali dei manoscritti per meglio apprezzarne la ricchezza dei colori e delle illustrazioni. Ma anche mappe, documenti, oggetti d’arredo, miniature, armi ed elementi bellici. Uno spaccato della storia e della ricchezza culturale dell’India Moghul. Con momenti interattivi di scoperta e di gioco che invitano il visitatore ad interagire con le installazioni. Una serie di acquerelli, firmati dal designer e architetto veneziano Guido Fuga, rappresentano le tappe della vita del viaggiatore.

Nicolò Manucci, il Marco Polo dell’India. Un veneziano alla corte Moghul del XVII secolo, è un progetto espositivo diretto da Béatrice de Reyniès, curato da Antonio Martinelli e Marco Moneta, allestito da Daniela Ferretti e con la consulenza scientifica di Piero Falchetta.

(foto in evidenza: Figura di Nicolò Manucci giovane nel Libro Rosso, Bibliothèque Nationale de France)

L’India di Nicolò Manucci alla corte Moghul ultima modifica: 2023-09-19T20:20:40+02:00 da Cristina Campolonghi

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