Paolo Stevanato, la nuova "mestrinità" passa per via Verdi - itVenezia

itVenezia

EVENTI INTERVISTE

Paolo Stevanato, la nuova “mestrinità” passa per via Verdi

Stella

Sabato 14 settembre torna “Dire fare creare”, la festa della creatività di Via Verdi Viva a Mestre. Uno spazio libero ed aperto a tutte le forme espressive (basta avvisare prima), lasciandolo a chiunque voglia partecipare. Dietro a tutto questo c’è Paolo Stevanato, che si definisce cittadino del mondo, nel senso che non cerca l’appartenenza a nessun paese. Anagraficamente Paolo è nato 47 anni fa a Spinea ed è sempre vissuto in terraferma, dove è noto per la sua attività lavorativa ed il suo impegno per la valorizzazione della città, del suo passato… e del suo futuro.

In realtà i tuoi inizi non sono nel mondo del commercio, giusto?

Arrivo dal mondo della storia dell’arte, vengo da una prima esperienza nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia. Ho iniziato ad impegnarmi in politica per un decina di anni, sono stato assessore e consigliere comunale a Salzano. Poi ho fatto per tanti anni mercatini di libri usati per raccogliere fondi per un’associazione, l’Ecoistituto del Veneto.  Nel 2008 ho fatto un viaggio di un mese a Gerusalemme, una svolta. Ho visto dei negozi che avevano abbigliamento molto particolare ed prezzi bassi. In quel periodo da noi gli unici che potevano offrire prezzi così bassi erano i cinesi, ma con una qualità diversa.

10 anni di Samarcanda

La locandina del decennale del negozio

E a questo punto l’idea di affiancare ai mercatini un negozio nel cuore di Mestre…

A questo punto ho deciso di importare direttamente delle cose e, con la bancarella del Village a Marghera, ho visto che il materiale interessava molto. Quindi la decisione di aprire dieci anni fa un piccolo negozio in via Verdi, Samarcanda, che poi si è spostato di qualche metro, ingrandendosi.

Si può dire che al di là del lavoro, questa per te sia una vera e propria passione?

Certo, perchè passare tanto tempo in giro è un grande impegno, con la mia compagna Elena viaggiamo in India e Thailandia, ma anche in Marocco e Palestina. Il nostro obiettivo non è ingrandirci, aprire altri negozi, ma continuare a cercare le cose, avere un approccio diretto fra le cose che prendo e quelle che vendo. Teniamo anche oggettistica, bigiotteria, cambiando in base a quello che trovo nei miei viaggi. 

Paolo sorridente

Paolo in un mercato indiano

Lavorare a Mestre ha significato anche un’altra svolta, cioè partecipare alla vita di questa città?

Abbiamo iniziato a conoscere sempre più persone, di tutti i tipi ed età, compresi i turisti, ma soprattutto siamo stati coinvolti nel processo di miglioramento di Mestre, una città che ha potenzialità enormi e che si sta evolvendo di anno in anno. Venendo dalla campagna so che molte persone hanno ancora paura di Mestre, se la ricorda ancora solo come quella degli anni Ottanta, caotica, inaccessibile, senza parcheggi, inquinata. Ma poi vengono qui e la trovano anche tranquilla, con meno traffico ed inquinamento. A Mestre oggi si respira meglio che a Spinea.

Come sta cambiando la città con l’arrivo di alberghi e turisti?

Il turismo è un fenomeno che va gestito bene, ma è una risorsa enorme. Oggi l’attività centrale non è più intorno a Porto Marghera. Mi immagino una Mestre che possa essere valorizzata anche in questo senso, ma soprattutto che possa ospitare anche i turisti, che da qui possono partire, oltre che per Venezia, anche verso Padova, Treviso, Bassano ed il resto del Veneto. E magari la sera, attraverso le zone pedonali, entrare insieme ai mestrini nei locali, non solo di piazza Ferretto. 

Il negozio

L’interno del negozio di via Verdi

Come ti poni rispetto a chi vorrebbe dividere il Comune in due, terraferma e centro storico?

Un’identità mestrina non deriva da un confine, ma dalla partecipazione. Ed i mestrini purtroppo partecipano poco per la loro città, ma pensano ancora al confine territoriale, che non ha senso, crea il contrario dell’identità. Serve partecipare ad un territorio e quindi creo un’identità con la partecipazione. Se c’è una strada a Mestre ed è vuota non è città, quindi cominciamo a riempire ed a usare questi spazi.

E proprio per questo, cosa sta facendo Paolo Stevanato, insieme ad altri imprenditori e cittadini, con “Via Verdi viva”?

Si tratta di un gruppo di attività, nato ormai da due anni, dopo il grande lavoro di riqualificazione della zona, ci siamo trovati con uno spazio bello, ma vuoto e pedonale, poco percepito come utilizzabile dalla gente. Per vivere questo spazio abbiamo pensato di creare un’identità, organizzando piccoli eventi ripetuti come teatro, musica, poesia, letteratura ed abbiamo creato dei ricordi. Dopo settembre, riproporremo sotto Natale l’aspetto solidale con La Stella d’oro di via Verdi.

Paolo Stevanato, la nuova “mestrinità” passa per via Verdi ultima modifica: 2019-09-13T12:42:08+02:00 da Gigi Fincato

Commenti

Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top