Dopo diversi giorni in cui l’acqua alta ha raggiunto quasi i due metri, Venezia cerca di ritornare alla normalità. L’alta marea che ha allagato abitazioni, negozi, chiese e alberghi, sta dando una temporanea tregua a veneziani e turisti. Una pausa provvidenziale che attenua le tensioni e le preoccupazioni che hanno caratterizzato i giorni drammatici dell’acqua alta che ha raggiunto livelli mai visti.
L’acqua alta quasi due metri, un incubo da dimenticare presto
Le saracinesche dei negozi si rialzano e le vetrine tornano a scintillare con i classici souvenir della Serenissima, apprezzatissimi dai turisti. Riaprono anche le scuole, che erano state chiuse dopo che l’acqua alta aveva raggiunto i 187 centimetri. Un livello che finora non si era mai verificato. Il sindaco Luigi Brugnaro ringrazia il Paese “che assiste partecipe alla sciagura veneziana. Grazie agli italiani che ci stanno esprimendo un grande amore, un grande affetto. Questo ci fa bene al cuore. Venezia – assicura il sindaco – si rialzerà, come si è rialzata la Fenice”.
L’acqua alta e il famigerato Mose
In questi giorni in cui Venezia è stata sommersa dall’acqua, si è parlato tanto del famigerato Mose, ovvero del Modulo sperimentale elettromeccanico. In pratica si tratta del progetto di un’opera di ingegneria civile, ambientale e idraulica tuttora in fase di realizzazione. Il Mose è finalizzato alla difesa di Venezia e della sua laguna dalle acque alte, attraverso la costruzione di schiere di paratoie mobili a scomparsa.
Dunque un particolare sistema di protezione da posizionare alle bocche di porto di Lido, di Malamocco e di Chioggia. La finalità di questa opera è proprio quella di isolare temporaneamente la laguna di Venezia dal Mare Adriatico durante l’alta marea. Sulla carta un progetto di cui si parla da anni ma che non ha avuto riscontro concreto. Inoltre il Mose è un’opera criticata dagli stessi cittadini ed in particolare dagli ambientalisti.
Fridays for Future in piazza per la giustizia climatica
Quale futuro attende Venezia, la splendida città che tutto il mondo ci invidia? Gli attivisti del movimento “Fridays for Future” fanno sapere che scenderanno in piazza per la giustizia climatica. Gli attivisti sono a lavoro “per portare solidarietà e mutuo aiuto ai veneziani. Ci siamo messi a disposizione – fanno sapere – per dare una mano nelle calli, nelle botteghe, nelle case, nelle scuole e nelle biblioteche.
Abbiamo voluto ricreare un senso di comunità reale, che davanti alla tragedia non si affligge, ma si rialza e resiste. È fondamentale continuare a portare aiuto e solidarietà a chi ne ha bisogno. Ma è altrettanto importante indicare i responsabili di questa crisi e chiedere provvedimenti seri e radicali per la salvaguardia della nostra città”.
(Foto Pixabay/ Ansa)