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Ritratti veneziani – Zorzi, el paron del basket

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Tonino Zorzi da Gorizia, classe 1935, noto come el Paron del basket italiano. Da giocatore, negli anni cinquanta a Gorizia e a Varese (uno scudetto vinto), dove in seguito l’hanno nominato miglior giocatore locale di sempre; da allenatore numerose squadre della serie maggiore, nel corso della sua lunga carriera, come Napoli (una coppa delle Coppe), Reggio Calabria, Siena, Pesaro, Gorizia, Bologna, oltre ad essere stato anche nello staff della Nazionale.

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Coach Tonino Zorzi, el Paron

Il suo nome è però indissolubilmente legato alla Reyer Venezia, dove a più riprese, fra il 1980 ed il 2010 (come vice), è stato il coach più amato. Nel periodo trascorso nella città lagunare è stato apprezzato sia per le sue doti professionali  che umane, anche come insegnante di educazione fisica in alcune scuola superiori della Terraferma, dove ha avuto tra i suoi allievi Ettore Messina, da lui consigliato ad intraprendere la carriera di tecnico (uno degli italiani più vincenti nel mondo). Dal 2011 fa parte dell’Italia Basket Hall of Fame.

A Venezia è stato uno degli allenatori più amati, che ricordi ha di quegli anni?

Ci torno quando posso, volentieri, ho un figlio e dei nipoti che vivono a Mestre. I ricordi, beh, in tutti gli amori ci sono sempre dei momenti difficili, ma per Venezia i ricordi sono sicuramente oltre la media, per me è stato un periodo bellissimo, con dei buoni risultati, pur non avendo i mezzi economici che ha la Reyer oggi.

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L’ala Dalipagic, in un derby con il Mestre

In compenso erano arrivati in laguna campioni di valore assoluto, come Spencer Haywood o Steve Hawes dall’Nba o Drazen Dalipagic dalla Yugoslavia…

Hawes prima di tutti, ma anche gli italiani, come Gorghetto, Carraro, Medeot, Bufalini e Pierich. Ricordo anche la rivalità con il basket Mestre, vivendo ed insegnando educazione fisica in terraferma ero soggetto agli sfottò dei rivali mestrini quando perdevamo il derby, ma la rivalità non era mai cattiva come quella che c’è talvolta oggi nel calcio. Da Mestre è partito anche Messina, mio allievo al liceo Franchetti.

Che differenza c’è tra la Reyer dei suoi tempi e quella di oggi, che ha vinto anche un campionato nazionale?

I soldi adesso danno la possibilità di prendere i giocatori migliori, cosa che noi non potevamo fare sempre, anzi dovevamo lottare per avere ogni anno un budget sufficiente, erano vitali gli sponsor, come Canon, Carrera o imprenditori locali, come Ligabue o altri.

Mi pare che la sua carriera cestistica non sia ancora finita, la scorsa estate ha allenato la nazionale italiana Over 70…

Siamo arrivati primi in Europa e quarti nel mondo, è stato un bel risultato, con dei bravi “ragazzi”; è un’esperienza che mi piacerebbe ripetere, se mi richiameranno però, perché dicono che sono stato un po’ cattivello, facendoli allenare davvero, qualcuno aveva pensato che si faceva solo la foto di gruppo, ma bisognava anche faticare. E c’erano anche dei miei giocatori di un tempo, come Comelli.

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L’autobiografia del Paron

E’ da poco uscito anche un suo libro, “La mia Itaca”, edito da Basketcoach.net, lodato anche dal tecnico del Torino, ex Nba, Larry Brown, cosa racconta?

E’ un po’ la storia della mia vita, può essere una cosa scontata, ma ho cercato di spiegare al meglio quello che è stata quest’avventura; speriamo che piaccia a chi lo legge, finora ho avuto dei riscontri positivi e per me in questo momento è importante.

Ritratti veneziani – Zorzi, el paron del basket ultima modifica: 2018-11-02T18:07:03+01:00 da Gigi Fincato

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