Banksy è sbarcato a Venezia. Ce ne eravamo accorti alcuni giorni fa, quando era comparso un murales attribuito al celebre street artist inglese. L’opera si trova sul muro di una casa accanto al campo San Pantalon. È visibile dal ponte che collega a campo Santa Margherita. Soggetto della pittura è una bambina migrante che regge una torcia accesa. Il fatto stesso che la figura sia stata dipinta appena sopra al livello dell’acqua non è casuale. Si tratta infatti di un preciso riferimento alle rotte dei migranti che attraversano il Mediterraneo.
Il video di Banksy a San Marco
Ma ora Banksy è tornato a colpire con un video girato a piazza San Marco. Nel video l’artista è travestito da pittore di strada e non è mai riconoscibile. Rimane quindi misteriosa l’identità di un personaggio che da anni sta lasciando un’impronta profonda nel mondo dell’arte. Nelle immagini si vedono delle tele dipinte ad olio che ritraggono un’immensa nave da crociera mentre passa davanti a San Marco. Da qui il titolo dell’opera: “Venice in oil“. Il video riprende anche l’arrivo dei vigili che, constatando l’installazione senza permesso, allontanano Banksy parlando un inglese un po’ approssimativo. Ironia della sorte ha voluto che proprio nel momento in cui l’artista si allontanava con le sue tele, una grande nave da crociera passasse proprio li davanti.
Il vero valore dell’arte
Il video è stato postato nel canale social di Banksy e ha avuto immediatamente un enorme successo, che cresce di ora in ora. L’artista ha così commentato la sua provocazione: “Chissà perché non mi hanno mai invitato alla Biennale”. Molti l’hanno interpretata come una battuta, ma potrebbe non essere così. Lo street artist è stato sempre molto impegnato in una lotta contro l’inciviltà. Inciviltà che si manifesta in molti modi. Per esempio lasciando morire delle persone in mare o anche lasciando che dei mostri passino attraverso i canali di Venezia. È questo il grande messaggio di Banksy. L’arte serve come linguaggio universale di denuncia. Ha senso non in base al suo valore commerciale, ma per il messaggio che porta con sé. E forse, davvero, ha voluto dare una lezione anche agli artisti e agli organizzatori della Biennale.