I gatti e la Repubblica di Venezia
Venezia ha sempre avuto un debito di riconoscenza verso i gatti, fin dalla nascita della Repubblica. Si dice che ogni anno una nave portasse dall’Egitto centinaia di gatti in città. Questi felini, particolarmente bravi a cacciare i roditori, venivano portati all’Archivio di Stato. È così che grazie ai gatti abbiamo ancora importantissimi documenti che altrimenti sarebbero stati rosicchiati dai topi. Questo rapporto strettissimo tra gatti e veneziani è forse all’origine di Maramiao Gatto Zebrato e la Repubblica di Venezia. Il libro, scritto da Davide Borella, non è solamente una bella fiaba, ma un vero e proprio atto d’amore nei confronti di una città tormentata da molti problemi.
-
I veneziani hanno sempre avuto un ottimo rapporto con i gatti
Dunque Davide, parlaci un po’ di questo libro
“Maramiao Gatto Zebrato e la Repubblica di Venezia” è un libro che scrissi nel 2012. Oggi lo ripropongo in una nuova edizione completamente autoprodotta da me e curata da Marco Bagaggia. Questo racconto è un’avventura fatta di gatti, spettri di antichi dogi, libri magici e adunate notturne. Mi sono divertito a creare una Venezia immaginaria che percepivo e percepisco tutt’ora mentre cammino per le callette (dove spesso mi perdo!). Ma il tutto è visto attraverso gli occhi di un gatto-stregone: Maramiao Gatto Zebrato.
È una storia abbastanza breve ma decisamente densa di avvenimenti inaspettati. La trama è nata prima dalle illustrazioni realizzate a mano con un pennino B e poi mi sono accorto, in un secondo momento, che c’erano tutte le condizioni adatte per tuffarsi nella stesura del racconto. Per certi versi posso dire che questo libro si è scritto da solo: io dovevo solo chiudere gli occhi e planare sopra quella Venezia che immaginavo… era come se mi chiamasse, e io non vedevo l’ora di scoprire cosa sarebbe successo nel capitolo successivo!
-
Anche Hugo Pratt ha messo in luce la presenza dei Felini a Venezia con questa bellissima tavola
Perché hai scelto come protagonista proprio un gatto?
Ho scelto come protagonista un gatto perché fin da bambino ne ho sempre subito il fascino: quel magnetismo inspiegabile che ha mentre ti guarda e sembra divertirsi all’idea che nessuno mai decifrerà i suoi pensieri. Poi il simbolo di Venezia è il Leone di San Marco e una leggenda vuole che i gatti siano nati dallo starnuto di un leone… questo rende Venezia una delle città più feline al mondo, dal mio punto di vista. Un altro motivo è che mi divertiva l’idea che un gatto volesse diventare doge di Venezia! ( L’ego dei gatti è smisurato).
Dici che il racconto vuol far riflettere sulla fragilità di Venezia: se Maramiao Gatto Zebrato potesse esprimersi su i problemi di Venezia, cosa pensi che direbbe?
Penso che Maramiao Gatto Zebrato direbbe un qualcosa di simile a ciò che disse pure il Petrarca riferendosi a Venezia: non ce n’è un’altra in tutta la via lattea… e aggiungerebbe che proprio per questo dev’essere custodita e valorizzata, tenuta lontana dai loschi che l’hanno fatta quasi affondare negli ultimi anni.
-
Un gatto alla Libreria Acqua Alta
Ci spieghi in breve questi “9 semplici passaggi per diventare dogi”?
I 9 passaggi per diventare dogi è un’idea che mi è venuta per dare un taglio psicologico, oltre che ironico, al libro. Ho immaginato che il Dottor Miaus (che sarei io e ho pure una pagina Facebook!) tornando a casa trovasse la cassetta della posta piena di lettere che domandavano tutte all’incirca la stessa cosa: come far addormentare il proprio gatto la notte quando lui invece vorrebbe uscire a miagolare e svegliare tutti. Ecco che la risposta appare immediata… sarà sufficiente leggere “Maramiao Gatto Zebrato e la Repubblica di Venezia” e il vostro gatto si immedesimerà così tanto che poi farà sogni d’oro ( e di conseguenza anche voi!)
Per chi volesse chiedermi qualunque informazione naturalmente può contattarmi alla pagina Facebook del Dottor Miaus o andare alla libreria Acqua Alta di Venezia.
State in campana perché a breve uscirà anche una mia nuova raccolta di stornelli felini intitolata “Mors Tua Vita Miao!“.
In copertina, un disegno realizzato da Davide Borella, alias Dottor Miaus, per il libro.