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Elisabetta Caminer, veneziana la prima donna a dirigere un giornale

Elisabetta Caminer

Elisabetta Caminer nasce a Venezia il 029 luglio 1751 e nel gennaio 1777 a Vicenza, assume il ruolo di direttrice del Giornale Enciclopedico, divenendo così la prima donna in Italia a dirigere un giornale.

“Ho certa testa che saria qualcosa diventata se non fosse mai sempre disturbata …”

Con questa frase Elisabetta Caminer descrive sé stessa, il suo talento e le difficoltà di essere giornalista donna nel fine ‘700. Fautrice dell’illuminismo, frequenta gli associati dei Liberi Muratori. Si fa spazio in un mondo carico di superstizioni, di false credenze e di censure che di certo non le rende la vita facile. Ecco come racconta le sue difficoltà:

“I preti in furia formarono lega per non cedermi più la mano quando m’incontravano per via; e un frate arrivò quasi a far sentire dal pergamo che era dubbio salvarsi per chi leggeva un giornale composto da una femminetta”.

Un tumore al seno la porterà alla morte a soli 45 anni. La malattia verrà vista come una punizione divina e al momento del trapasso, il parroco sul sagrato della chiesa assicurerà i fedeli dell’avvenuta conversione dell’eretica signora.

Elisabetta Caminer

Elisabetta Caminer Turra

Autodidatta, traduce diversi testi di commediografi francesi e molti articoli giornalistici che il padre Domenico pubblica sul “Giornale di Caminer”.

Elisabetta Caminer

Europa Letteraria

Elisabetta collabora sin dall’inizio al giornale “L’Europa Letteraria” fondato da Domenico Caminer nel 1768. Nel 1774 il giornale cessa ed esce il “Giornale Enciclopedico”; è un mensile che viene prodotto nella stamperia Fenziana a Venezia. Elisabetta firma i suoi articoli con la sigla E.C.T.

Domenico Caminer, stanco ma anche un po’ costretto, nel 1777 cede alla figlia, ora residente a Vicenza, la direzione del “Giornale Enciclopedico”. Con l’uscita del febbraio 1777 la redazione e la stampa avvengono quindi nella città del Palladio.

Elisabetta a Vicenza avvia subito un rapporto di collaborazione con la tipografia di Francesco Modena. Ma a causa di una censura sempre più pressante, la collaborazione viene sciolta. Ben presto il fatto si ripete anche con altri collaboratori.

Grazie all’appoggio incondizionato del consorte, Elisabetta apre nel 1779, una stamperia propria in Contra’ Canove. Qui pubblica la Piccola enciclopedia con favole, scenette, racconti morali per la gioventù e altri brevi testi per le donne. La stamperia viene utilizzata anche Antonio Turra relativamente alle sue attività di botanico. La stamperia sarà una delle più attive della Repubblica Veneta, fino al 1794 quando chiude.

La famiglia

Il padre Domenico Caminer è uomo sensibile di carattere, con una grande passione per la storia, la scrittura ed il giornalismo.

Già a dodici anni in Elisabetta si intravede la passione per il giornalismo, ma la madre Anna Maldini, di vecchi costumi, la manda da una crestaia ad imparare l’arte del cucire cappellini e cuffiette per signore, ruolo più consono per le ragazzine di quel tempo.

La giovanetta dimostra però una vivacità straordinaria e di nascosto legge ogni libro della biblioteca paterna, per la maggioranza poesie e romanzi. In questo modo apprende la lingua francese.

La vivacità della ragazzina attira non pochi ammiratori, tanto che la madre decide di riprendersela dalla crestaia e di collocarla tra i copisti del padre. Sarà questo l’inizio, nel 1764, della sua carriera di giornalista-editrice.

Nel 1768 Elisabetta si fidanza con lo scienziato vicentino Antonio Turra e nel giugno del 1769 lo sposa trasferendosi a Vicenza. La nuova cittadina è più chiusa e retrograda rispetto a Venezia, ma questo non fermerà di certo l’incontenibile personalità della Caminer.

Nel 1795 ad Elisabetta si manifesta un tumore al seno e per questo consulta un professore chirurgo dell’ateneo patavino, che così commenta:

“Assicuratevi, che in meno d’un mese sarete guarita e fuor d’ogn’inquietudine, se vi lasciate far subito da mano esperta, e franca, l’amputazione del tumore: e persuadetevi, che, aspettando più oltre, i vostri umori, e i vostri nervi si guasteranno; e dopo vani e pericolosi tentativi si ridurrà il vostro petto a segno di non ammetter più nemmeno l’uso del ferro”

Per far fronte alle cure, Elisabetta impegna l’argenteria e la biancheria al Monte di Pietà. L’operazione viene effettuata tra l’aprile ed il luglio 1795, ma non sortisce tuttavia l’effetto sperato.

Il 7 giugno 1796 “la letterata” muore nella villa dell’amico Giovanbattista Fracanzan ad Orgiano e viene sepolta nella chiesa vicentina di Santo Stefano senza alcuna lapide a memoria.

Anche il padre muore ad Orgiano nel vicentino, il 3 novembre 1796, nella medesima residenza in cui qualche mese prima si spense la figlia Elisabetta.

L’illuminismo e la massoneria

“Non l’uomo della strada, non l’operaio o il contadino deve essere istruito, ma il buon borghese che è per tutti l’uomo onesto per eccellenza” (Voltaire)

Con questo spirito la Libera Muratoria si rivolge ai borghesi anche se non disdegna di accogliere tra le sue fila quei nobili che le possono garantire un certo grado di libertà ideologica e di autorevolezza.

Elisabetta Caminer

Saggio

Le prime logge compaiono nella seconda metà del Seicento inglese, ancor prima della comparsa dell’illuminismo che nasce nel Settecento. Il movimento culturale è invece non omogeneo e presenta molte contraddizioni.

La massoneria a quel tempo è l’ingegneria avente lo scopo di distruggere le monarchie ed il clero, nonché le istituzioni esistenti, per costruire nuove nazioni.

Quando l’autorità veneziana nel 1785 ordina lo scioglimento delle sette massoniche, il nome della Caminer compare nella lista degli affiliati vicentini. Ciò potrebbe risultare improbabile, in quanto le donne erano rigorosamente escluse dalle logge.

Ma nella splendida villa Fracanzan di Orgiano, progettata dall’architetto Francesco Muttoni, dove Elisabetta Caminer è di casa, spesso si radunano i Liberi Muratori, provenienti dalle vicine città ed anche dall’estero.

 Elisabetta Caminer

Villa Fracanzan Piovene, ancora indecifrata la scritta attribuibile alla massoneria

Con queste frequentazioni i futuri Municipalisti si preparano intellettualmente, a volte senza saperlo, al cambiamento che segnerà anche la fine della millenaria Repubblica Veneta. I ventimila massoni dell’epoca di Napoleone sono l’élite della borghesia e della nobiltà laica e anticlericale.

Il giornale della Caminer sopravviverà di poco alla direttrice. Cesserà anch’esso di esistere assieme alla Repubblica Veneta, uccisa il 12 maggio 1797 per mano napoleonica.

Un ritratto per due

Elisabetta Caminer viene spesso rappresentata con un ritratto erroneamente attribuito alla sua figura. L’equivoco nasce quasi sicuramente da una serie di frettolosi copia-incolla di un’immagine scaricata da internet.

Il viso in questione è in realtà un autoritratto a pastello della pittrice veneziana Rosalba Giovanna Carriera, la quale storia non è certamente meno interessante di quella di Elisabetta Caminer.

Rosalba Giovanna Carriera nasce il 7 ottobre 1675 a Venezia. Da bambina lavorava con la madre come merlettaia, per poi passare alle decorazioni di tabacchiere in avorio. Si specializza nella realizzazione di ritratti in miniatura colorati con pastelli e idealizzati nello stile tipico del Rococò.

Tiene una sua “bottega” come i colleghi uomini e gestisce una propria scuola per ragazze pittrici.

Anche lei sfortunata in salute, subisce la totale perdita della vista, sua principale ragione di vita,  sempre restando nel ‘bugio della notte’.

Anche per questo personaggio, si po’ notare come nella Repubblica Veneta, pur calandosi nel non facile contesto storico, le figure femminili avessero potuto godere di una libertà sociale che altrove non si poteva neppure immaginare.

Di seguito il volto condiviso, autoritratto realizzato nel 1731, che rappresenta l’inverno:

Elisabetta Caminer

Rosalba Giovanna Carriera ritrae se stessa che mentre dipinge la sua amata sorella Giovanna:

Elisabetta Caminer

Incisione che rappresenta Elisabetta Caminer:

Elisabetta Turra Caminer

Elisabetta Caminer, veneziana la prima donna a dirigere un giornale ultima modifica: 2018-05-25T14:18:06+02:00 da Franco Corè
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ELISABETTA CAMINER, VENEZIANA LA PRIMA DONNA A DIRIGERE UN GIORNALE
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Elisabetta Caminer nel gennaio 1777 assume il ruolo di direttrice del Giornale Enciclopedico, divenendo così la prima donna in Italia a dirigere un giornale.

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