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STORIA VENEZIA DA SCOPRIRE

Un viaggio tra oscure leggende e luoghi maledetti

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Leggende di Venezia, tra fantasia e segni che le confermano

Pochi luoghi al mondo hanno una quantità di leggende paragonabile a Venezia. Si può dire che ogni calle, ogni angolo della città abbia il suo fantasma o la sua storia in bilico tra realtà e fantasia. La cosa più sorprendente però è la corrispondenza di alcuni segni, oggi ancora visibili, con queste leggende. Si tratta di conferme a fatti spesso sanguinosi avvenuti nel passato, molto spesso supportati da testimonianze giurate. Altre volte le dimostrazioni arrivano semplicemente dalla storia, come la maledizione di Cà Dario. Ecco quindi alcune storie della tradizione orale tratte da “Misteri di Venezia” di Alberto Toso Fei.

Il palazzo maledetto

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Cà Dario vista dal Canal Grand

Percorrendo in barca il Canal Grande, vicino al ponte dell’Accademia, salta agli occhi uno splendido palazzo ricoperto di marmi policromi. È Cà Dario. La splendida architettura del tardo ‘400 contrasta però con l’oscura fama che la casa porta con sé. Essa è infatti temuta da tutti i veneziani. In effetti quasi tutti i proprietari di Cà Dario che si sono succeduti nei secoli sono andati incontro a una sorte avversa. Morte violenta, tracollo finanziario o entrambe le cose. L’ultimo illustre proprietario, Raul Gardini, si tolse infatti la vita nel 1993 in quanto indagato nell’inchiesta Tangentopoli. Le circostanze della sua morte non furono mai del tutto chiarite. Oggi Cà Dario appartiene, tramite una società estera, a un ignoto uomo d’affari. Si spezzerà mai questa catena di sangue?

Il fantasma del garibaldino

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Il monumento a Garibaldi visto da dietro, con la statua di Giuseppe Zolli

Se si passeggia nei Giardini della Biennale si può vedere un famoso monumento dedicato a Garibaldi. Si narra che qui nel 1921 molte persone abbiano visto il fantasma di Giuseppe Zolli, un garibaldino che aveva giurato di difendere il generale anche da morto. Questo fantasma, oltre a terrorizzare chi lo vedeva, si divertiva a spintonare e fare sgambetti agli incauti passanti. La cosa inquietante è che a quanto si dice due carabinieri vennero inviati a indagare sui fatti e confermarono la presenza del fantasma. Per dare pace a quest’anima, la città decise di aggiungere al monumento una statua con le sembianze di Zolli. Da quel giorno le apparizioni cessarono.

La leggenda del mendicante…

Una delle architetture più belle di Venezia è certamente la facciata della Scuola di San Marco, nel sestiere di Castello. Lo scalpellino che realizzò gli intarsi e le sculture si chiamava Cesco Pizzigani. Una volta ultimata la bellissima facciata però, la moglie di Pizzigani si ammalò gravemente. Lo scalpellino allora vendette ogni proprietà nel tentativo di curare la donna, ma invano. Solo e senza un soldo, il vecchio scalpellino iniziò quindi a mendicare, sdraiato davanti alla porta della facciata che aveva realizzato. Per passare il tempo, il mendicante scolpiva sulla pietra con un chiodo le tante navi che vedeva passare nel vicino canale.

…e del levantino

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L’incisione del levantino che reca il cuore in mano

Proprio li vicino viveva un giovane levantino, mezzo veneziano e mezzo ebreo. Il levantino era in odio tanto alla comunità veneziana, tanto a quella ebraica e sfogava la sua insoddisfazione picchiando la madre. Una sera, in un eccesso di violenza, il giovane strappò il cuore dal petto della madre. In preda alla disperazione per l’orribile atto compiuto, il levantino corse fuori di casa con il cuore ancora caldo tra le mani. Si dice che il giovane si sia suicidato gettandosi in acqua e che ancora oggi in quel luogo, di notte, si possano sentire i suoi lamenti. Una leggenda? Non proprio. Se osserverete gli stipiti della porta nella Scuola di San Marco noterete, oltre ad alcune navi incise dallo scalpellino, anche la figura di un giovane con il turbante che regge un cuore.

Un viaggio tra oscure leggende e luoghi maledetti ultima modifica: 2017-01-30T17:13:10+01:00 da Andrea Castello

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