Fausto Bottazzo, noto come Tristano, appassionato di lirica e ristoratore

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INTERVISTE PERSONAGGI

Ritratti veneziani – Tristano Bottazzo, una galleria di cantanti fra le specialità gastronomiche

Tristano Bottazzo

Già l’esterno stupisce. La vetrina della storico negozio di piazza Mercato a Marghera ha la scritta “Rosticceria della Lirica (unica al mondo)”. E se oltre che curiosi siete anche golosi, siete nel posto giusto. Mozzarelle in carrozza, tramezzini e tanto altro che è meglio non citare per non incorrere in divagazioni che potrebbero sembrare una pubblicità mascherata e di questo il locale non ha proprio bisogno. Provate ad entrarci in un giorno qualsiasi, ad orario di pranzo…

Siamo invece a raccontare la rosticceria a gestione familiare Bottazzo, attraverso la passione del suo fondatore, Fausto. È meglio noto come Tristano, dal protagonista dell’opera di Richard Wagner, con 80 anni portati alla grande. Un tempo faceva il macellaio a Rialto, poi nel 1972 è arrivato in piazza a Marghera, dove lavorano tutti i sette figli. Lo abbiamo incontrato proprio nella cucina del suo locale, dove non smette di recarsi quotidianamente al pomeriggio per dare una mano. Ma anche per riguardare i ritratti dei suoi artisti, che riempiono praticamente tutte le pareti disponibili, soffitto compreso, e per raccontare gli aneddoti di una vita da appassionato di lirica ai clienti incuriositi dall’insolita scenografia. Ci sono naturalmente tutti i volti più famosi, da Caruso a Pavarotti. Ma anche volto sconosciuti anche ai melomani più accaniti.

Tristano Bottazzo

Fausto “Tristano” Bottazzo nella sua rosticceria di Marghera

Tristano Bottazzo, da dove le viene questo grande amore per il Bel Canto?

Questa passione l’ho presa da mio padre, in famiglia abbiamo quasi tutti nomi che hanno a che fare con la lirica, tra i fratelli c’è anche un Otello. Tra i miei otto figli c’è Manon. Per cui a me piace essere chiamato Tristano. Da giovane ho anche cantato in una compagnia amatoriale, tra amici. Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo miti come Beniamino Gigli alla Fenice, allora avevo 15 anni. E poi Placido Domingo, Josè Carreras, Mario Del Monaco, Maria Callas. Ancora adesso quando posso vado all’arena di Verona, dove sono tre mesi all’anno e dove ogni opera vado a rivederla più volte. Spesso mi capita di ancora di riuscire ad andare a cena con gli artisti.

Tristano Bottazzo

Il bancone della rosticceria di piazza Mercato

E la sua grande passione l’ha portata a trasformare la rosticceria in un’esposizione permanente e singolarissima di ritratti di musicisti e cantanti…

Sono praticamente tutti opera di un unico pittore locale, il 75enne veneziano Guerrino Faggiotto. Ora abita a Padova e ha fatto per me circa 300 ritratti (per lo più monocromatici), molti dei quali sono nel locale. Altri li tengo a casa, perché qui non c’è più spazio. Sono ritratti di artisti di fama internazionale. Ma ci sono anche artisti locali, come per esempio il veronese Giuseppe Lugo o il padovano Franco Cecchele, recentemente scomparso. Oppure, fra le donne, la trevigiana Toti dal Monte e la padovana Lucia Valentini Terrani o infine Katia Ricciarelli da Rovigo.

Tra tutti, quali sono i compositori ed i cantanti che ama di più?

Senza ombra di dubbio Giuseppe Verdi, al secondo posto metto Giacomo Puccini. Per i cantanti invece il tenore Mario del Monaco (morto a Mestre nel 1982), che per me è stato il più grande in assoluto, mentre nella musica leggera apprezzo Al Bano e Claudio Villa.

Ritratti veneziani – Tristano Bottazzo, una galleria di cantanti fra le specialità gastronomiche ultima modifica: 2019-04-13T10:28:51+02:00 da Gigi Fincato

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