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ASSOCIAZIONI CORONAVIRUS

Gli alberghi sono tutti chiusi ma ci si prepara alla rinascita

Alberghi A Rialto

Gli alberghi a Venezia sono tutti chiusi. Novantotto per cento in meno del fatturato rispetto allo scorso anno nelle prime due settimane di marzo. Attualmente il cento per cento. Almeno diecimila lavoratori in cassa integrazione. Al momento non ci sono ancora licenziamenti per i dipendenti in pianta stabile ma per gli stagionali la situazione è certamente più pesante. Sono centinaia gli imprenditori che dovranno ricominciare da zero, in particolare i titolari di strutture dalle tre stelle in giù. I trecento alberghi veneziani dell’Ava, l’Associazione Veneziana Albergatori, attualmente sono tutti chiusi. Venezia non è una città di business. Quindi anche quella piccola goccia che tiene aperte alcune strutture in altre città d’Italia, qui non esiste. Sono numeri che fanno paura quelli che ci illustra il direttore dell’Ava, Claudio Scarpa.

Coronavirus e acqua alta del 12 novembre, una congiuntura drammatica

In una città che da anni ha fatto del turismo la sua principale fonte economica, e che solo lo scorso autunno si era trovata a far fronte già ad una prima grande emergenza, l’acqua alta eccezionale del 12 novembre, il coronavirus rischia di devastare un’intera economia locale non solo gli alberghi. Con un effetto domino i cui risvolti sono ancora tutti da calcolare. Quando si dice turismo si dice Italia, ed è quindi tutta l’economia turistica del Paese ad interrogarsi sull’oggi e sul dopo. Ma se turismo vuol dire Italia, è innegabile che la città lagunare viva una delle situazioni peggiori. Negli ultimi decenni Venezia ha investito moltissimo in questo settore, dedicandogli gran parte delle proprie risorse.

Claudio Scarpa Direttore Ava
Claudio Scarpa, direttore Associazione Veneziana Albergatori (foto Ava)

La situazione è gravissima – spiega Claudio Scarpa – e come un’ombra lunga allarga le proprie criticità a tanti altri ambiti. Quello relativo al mancato incasso della tassa di soggiorno. Quello del trasporto pubblico, a cui è venuta a mancare la fondamentale entrata dei biglietti venduti ai turisti. Quella dei musei la cui utenza è in grandissima parte turistica”.

“Venezia città sicura”, questa il futuro messaggio degli albergatori

Si naviga a vista, e a porte chiuse si studiano strategie per essere pronti ad una riapertura protetta. Si pensa a nuovi sistemi di purificazione, dell’aria e degli ambienti, che mettano in sicurezza i futuri ospiti. Continua il direttore dell’Ava: “Da questa esperienza usciremo certamente diversi, ma ne usciremo. Stiamo già lavorando e pensando al futuro. Se per fine aprile si spera che alcune fabbriche possano aprire, auspichiamo che per fine maggio ci sia qualche finestra anche per noi. Certamente la nostra attività subirà dei cambiamenti. Stiamo già valutando un lavoro in collaborazione con l’ unità sanitaria, per garantire la massima sicurezza nelle nostre strutture. Il messaggio che vogliamo lanciare è che Venezia sarà una città sicura”.

Canal Grande Zona Stazione Ferroviaria
Canal Grande e Ponte degli Scalzi (foto Ava)

“Ovviamente – aggiunge – la ripartenza non potrà avvenire con l’utenza di prima. Stiamo concentrandoci sul turismo di prossimità: l’Austria, la Francia del sud, la Svizzera… proprio in questi giorni sto lavorando con il Canton Ticino. E naturalmente l’Italia, il mercato più immediatamente raggiungibile. Pensiamo, per iniziare, al turismo nei weekend. Poi arriverà il resto, contiamo sul secondo semestre dell’anno”.

Sanificazione e riorganizzazione degli alberghi

Sentendo qualche singolo albergatore, c’è chi valuta la possibilità di privilegiare e facilitare le colazioni in camera, non più con menù ristretti ma piuttosto con la stessa disponibilità dei buffet consueti. Per le strutture con annessa ristorazione, si stanno pensando proposte smart, con menù semplici e meno costosi, ma garantendo comunque la qualità dei prodotti e la presenza di chef di ottimo livello. Un modo, in questo caso, per venire incontro a disponibilità economiche che saranno più basse rispetto al passato.

Un Canale Veneziano Deserto
Un canale veneziano deserto (foto Ava)

Queste dinamiche, in particolare quelle relative alla sicurezza sanitaria, probabilmente saranno regolamentate anche da normative nazionali. Ma in attesa delle norme nazionali, le strutture alberghiere cercano di giocare d’anticipo. In attesa degli ospiti… arriveranno per il Redentore, la grande festa veneziana del terzo sabato di luglio? Il direttore dell’Ava è convinto che l’appuntamento sarà possibile. Lo pensa anche un signore spagnolo, affezionato ospite di un albergo veneziano che (va detto, si era all’inizio di questa emergenza) ha fatto una richiesta di prenotazione. Per la camera e anche per il tradizionale cenone che precede il mega spettacolo pirotecnico in Bacino San Marco. Speriamo di vederlo anche quest’anno.

Gli alberghi sono tutti chiusi ma ci si prepara alla rinascita ultima modifica: 2020-04-15T09:00:00+02:00 da Cristina Campolonghi

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