Un documentario biografico alla scoperta dei luoghi veneziani dove viveva e si muoveva Tintoretto. Ma soprattutto, alla scoperta dell’artista che Jean Paul Sartre definiva “Il primo regista cinematografico della storia”. Esce domani al multisala Rossini in centro storico a Venezia, in anteprima assoluta per il pubblico e per la stampa, “Tintoretto. L’artista che uccise la pittura”, una coproduzione internazionale – Kublai Film, Video, ZetaGroup, Gebrueder Beetz Filmproduktion – in collaborazione con la rete televisiva franco-tedesca ARTE.
Il film, con le musiche di Carlo Raiteri e Teho Teardo e la regia di Erminio Perocco che domani sarà presente in sala, racconta Tintoretto e la Venezia del Cinquecento, rievocando le atmosfere del tempo, le luci e i colori della città lagunare. Jacopo Robusti detto Tintoretto che volle contrapporsi allo stile e alle mode del tempo. Che diede vita a narrazioni complesse mettendo insieme le esperienze della pittura, della scultura e dell’architettura. Ebbe a dire di lui Paul Cézanne: “La sua opera è immensa. Include ogni cosa dalla natura morta fino a Dio; è un’enorme arca di Noè; io mi sarei trasferito a Venezia soltanto per lui!”
Un documentario biografico dedicato alla figura del grande artista
Il documentario biografico dipinge la figura del grande artista veneziano come quella di un regista cinematografico “ante litteram” che dall’esperienza del teatro – dove aveva lavorato – è stato capace di trasporre in pittura l’azione scenica e la forza espressiva dei movimenti dei corpi. Quel Tintoretto capace di infrangere le regole della pittura unendo la potenza del disegno di Michelangelo e la tavolozza di Tiziano. Quello che è stato definito il “primo poeta maledetto della storia”.
Scorrono nel film le immagini della sua forza travolgente nell’espressione artistica. Quella forza che lo portò a realizzare i capolavori della Scuola di San Rocco, la “sua” Cappella Sistina dove lavorò per oltre vent’anni. Quella che, a settant’anni, gli fece realizzare insieme al figlio Domenico, Il Paradiso, l’enorme dipinto dietro la tribuna nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.
La modernità di Tintoretto, tra spirito rivoluzionario e genialità
Il film indaga sulla modernità di Tintoretto, sul suo spirito rivoluzionario, sulla sua genialità. Cercando di interpretare i suoi pensieri, i segreti della sua tecnica, il contesto storico e politico in cui l’artista operava. Grazie anche ai contributi di importanti studiosi e guest stars. Fra questi, Robert Echols, il curatore dell’ultima grande mostra veneziana a lui dedicata. “Tintoretto. L’artista che uccise la pittura” è stato selezionato in importanti Festival internazionali di Film d’Arte come il FIFA di Montrèal in Canada e il Beirut Art Film Festiva. Uscirà nei cinema in Italia i prossimi 11, 12 e 13 aprile.
Grazie!
Molto interessante 🤗