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San Giorgio in Alga, il drago e l’isola dei frati turchini

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San Giorgio e il drago

Com’è nata la fortuna di San Giorgio? La Legenda Aurea di Jacopo da Varazze fu, dopo la Bibbia, il più grande successo editoriale del Medioevo. In questa raccolta si narra anche la storia di un drago che dalle narici emetteva esalazioni letali. Per placare le ire dell’animale, gli abitanti di Selem usavano sacrificare le proprie pecore. Ma quando rimasero privi dei loro ovini affidarono alla sorte il tragico destino dei propri figli. Venne il turno della giovane Silene. Il padre però si oppose scatenando tutte le furie dei sudditi. La leggenda narra che un cavaliere di passaggio si offrì per uccidere il drago in cambio della conversione al cristianesimo di tutta la comunità. Ottenuto il consenso, il giovane Giorgio sferrò definitivamente la sua lancia contro l’orribile animale, che già precedentemente colpito e divenuto mansueto, veniva trattenuto al guinzaglio dalla principessa Silene.

Il mito del drago

San Michele che combatte il drago - Basilica di San Marco

San Michele che combatte il drago – Basilica di San Marco

Draghi, coccodrilli e serpenti sono spesso raffigurati nella lotta contro il male. Come l’Arcangelo Michele, anche San Giorgio combatté Satana raffigurato da un drago, metafora ripresa anche dai Crociati. La grande popolarità di questo santo fece sì che paesi, stati e re ne prendessero il nome. Sulle isole a cinta di Venezia, naturale frontiera sul mare, si stagliavano l’ex chiesa di San Giorgio in Alga e l’ancor presente San Giorgio Maggiore. Gli altri due edifici di culto sono San Giorgio degli Schiavoni, presso l’Ordine dei Cavalieri di Malta. E la splendida cattedrale ortodossa di San Giorgio dei Greci eretta dai circa 4000 profughi giunti in città a seguito della caduta di Costantinopoli.

Bassorilievi del drago sono presenti ovunque a Venezia. Nella Scuola Dalmata dei SS. Giorgio e Trifone detta anche degli Schiavoni, sono custoditi due interessanti teleri di Vittore Carpaccio raffiguranti San Giorgio ed il drago. Altri due santi sauroctoni sono ricordati a Venezia. Cioè San Todaro (Teodoro, il santo protettore di Venezia prima di San Marco) e San Donato. I resti di quest’ultimo, sono nella chiesa dei Santi Maria e Donato dell’isola di Murano. Qui sono esposte tre grandi costole di un drago (o presunto tale).

Isola di San Giorgio in Alga

Isola di San Giorgio in Alga

Isola di San Giorgio in Alga

I primi insediamenti di quest’isola, allora circondata da alghe, sono riconducibili ad un monastero benedettino del 1000 d.C.  e successivamente alla famiglia Gatigeli prima del 1203. Verso la fine del 1100, durante la prima crociata, l’isolotto fu probabilmente un approdo veneziano dei Cavalieri del Tempio. La fantasia popolana, molto creativa, racconta che da qui fossero transitate o addirittura state nascoste l’Arca dell’Alleanza e il Santo Graal.

Dal 1200 il monastero di San Giorgio in Alga acquisì sempre nuove proprietà in città ma anche nel veneziano e nel padovano. Arrivando a possedere un patrimonio molto consistente. Inspiegabilmente, a metà del 1300, nell’isola rimasero solo uno o due eremiti. Nel 1404, una confraternita di Canonici formata da pochi patrizi ed ecclesiastici veneziani. Tra questi due futuri papi ed un santo, ripopolarono questo sito per perseguire i principi dell’umanesimo. Il processo di rinnovazione, atto al ritorno dei fondamenti della Bibbia ed agli insegnamenti dei padri del cristianesimo antico, si estenderà in tutto il territorio da terra della Serenissima e quindi anche oltre i confini.

La crisi della Civiltà Cattolica

La Chiesa, già da tempo divisa tra cattolica e ortodossa, visse per quasi quarant’anni un conflitto per la contesa della sede papale e del papa. Nel 1409 nel tentativo di risolvere la questione, si arrivò addirittura all’elezione di un terzo pontefice. I contrasti tra la Chiesa di Roma e quella di Avignone fecero sì che non si giungesse mai ad un effettivo accordo atto a salvare la cristianità nel confine orientale dell’Impero. Il 28 maggio del 1453 il cardinale Isidoro celebrò l’ultima messa nella chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli. Il giorno successivo, quella che fu per lungo tempo la seconda Roma e centro della cristianità, cadde definitivamente in mano ai turchi.

L’umanesimo nella Venezia capitale della stampa

Nella prima metà del Quattrocento la città lagunare vide emergere i primi esponenti dell’umanesimo che a Venezia si distinguerà per il carattere religioso. Tra il 1469 e il 1501, quasi duecento tipografi stamperanno nella città lagunare la maggior parte della produzione libraria Europea. I testi in buona parte riguardavano la cultura letteraria classica, portatrice dei valori umani e base della formazione morale e spirituale. La filologia ed il sapere verranno messi al servizio per il rinnovamento degli studi religiosi, tematica particolarmente sentita dai monaci di San Giorgio in Alga a San Michele, di San Giorgio Maggiore, di San Francesco del deserto, di Santo Stefano e di San Salvador.

I Canonici Regolari di San Giorgio in Alga

Messale dei Canonici Secolari di San Giorgio in Alga

Messale dei Canonici Secolari di San Giorgio in Alga

Quello dei Canonici Regolari di San Giorgio in Alga è un Ordine fondato nel 1397 nel già esistente monastero benedettino dell’isolotto veneziano. Del cenobio della piccolissima San Giorgio in Alga vanno ricordati Lodovico Barbo, che avviò la riforma dei Benedettini e San Lorenzo Giustiniani che fu primo patriarca di Venezia. Inoltre Gabriele Condulmer che divenne papa Eugenio IV e Angelo Correr, prima patriarca di Costantinopoli e poi papa Gregorio XII. Bonifacio IX con la bolla del marzo 1404 nominò canonici i membri di questa chiesa e tra i primi nominati figurano Antonio Correr ed il cugino Gabriele Condulmer (Papa Eugenio IV).

Dall’isola veneziana si diffuse la riforma della comunità canonicale, dalla quale sorsero i canonici a Monselice (San Giacomo), a Padova (San Giovanni decollato), a Lonigo (San Fermo e Rustico), a Vicenza (Sant’Agostino) e a Verona (San Giovanni in Braida e Sant’Angelo). Nel 1424 le varie comunità vennero riunite in una congregazione. Il primo superiore a venir eletto fu Lorenzo Giustiniani, che per questo venne ritenuto il fondatore dell’Ordine. I canonici portavano una cotta bianca con sopra una veste alla veneziana di colore azzurro. Per questo vennero appellati “Turchini”, “Azzurrini” o “Celestini”. Come copricapo indossavano un semplice camàuro.

La ricostruzione e la caduta

Questi eventi portarono alla ricostruzione dei rovinosi edifici. Nel 1443 venne concluso il monastero, nel 1454 il campanile e nel 1458 la chiesa. Con il passare del tempo i Celestini accumularono beni ragguardevoli e le loro attività divennero più a carattere commerciale e finanziario, che spirituale. Nel 1668 il papa Clemente IX, considerò che tre ordini regolari, cioè quello dei Canonici Regolari detti di San Giorgio in Alga, quello dei Girolamini di Fiesole, e quello dei Gesuati, recassero poco o niente vantaggio al popolo cristiano. Deliberò quindi di sopprimerli e di estinguere i ragguardevoli beni accumulati, cedendoli alla Repubblica di Venezia, la quale in cambio avrebbe sostenuto le spese per la guerra di Candia contro i Turchi.

L’epilogo

Nel 1717 chiesa, biblioteca e convento dell’isola vennero distrutte da un ingovernabile incendio. Nel 1806 l’isola venne consegnata ai militari, fu quindi demolita la chiesa, il campanile e gli edifici adiacenti. Divenne carcere politico, venne qui relegato anche Domenico Morosini a causa di un sonetto scritto contro l’imperatore d’Austria Federico II. Nel 1961 il patriarca di Venezia Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, comprò l’isola dal comune di Venezia e progettava di ridarne nuova vita, ma nel 1973 il patriarcato la ritornò allo stesso comune, nello stesso anno venne asportato e rubato il bassorilievo raffigurante San Giorgio e il drago del 1522 (poi ritrovato da un antiquariato). Con la prima guerra mondiale vennero costruiti sette bunker per una base segreta nazista per l’addestramento al posizionamento di mine sottomarine.

Ora l’isola è abbandonata ed in stato di completa rovina.

Isolario del Coronelli

Isolario del Coronelli e la rappresentazione di San Giorgio in Alga

San Giorgio in Alga, il drago e l’isola dei frati turchini ultima modifica: 2019-09-10T15:21:26+02:00 da Franco Corè
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San Giorgio in Alga, l'isola dei frati turchini
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Sulle isole a cinta di Venezia, naturale frontiera sul mare, si stagliava l’ex chiesa di San Giorgio in Alga. Nel 1404, una confraternita di Canonici formata da pochi patrizi ed ecclesiastici veneziani, tra i quali due futuri papi ed un santo, ripopolarono questo sito per perseguire i principi dell’umanesimo. I canonici portavano una cotta bianca con sopra una veste alla veneziana di colore azzurro., per questo vennero appellati “Turchini”, “Azzurrini” o “Celestini”.

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